Falò: differenze tra le versioni

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In [[Romagna]], nella notte tra il 18 e il 19 marzo, si celebra [[San Giuseppe]] con un grande falò, detto [[fogheraccia]]; talvolta in tale occasione si dà fuoco alla "[[Folclore romagnolo#Ségavëcia (Segavecchia)|ségavëcia]]" o "vecchia", altrimenti bruciata il giovedì di mezza quaresima<ref name="RiminiSparita">{{cita web |url=http://riminisparita.info/storia-romagna-fuochi-fogheraccia-rimini-18-marzo-san-giuseppe/ |autore=Nicola Gambetti |titolo=Alle radici della “Fogheraccia” |editore=Rimini Sparita |data= 18 marzo 2013 }}</ref>. Nelle zone rurali era anticipata, negli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo dalla "[[Folclore romagnolo#Calendario e vita sociale|Lôm a mèrz]]" (luce a marzo) con l'accensione di grandi fuochi per propiziarsi quel mese.
 
Nelle [[Marche]], nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, si celebra con grandi falò accesi nelle città e nelle campagne la [[Festa della Venuta della Santa Casa|Festa della Venuta]], legata all'arrivo a Loreto della [[Basilica di Loreto|Santa Casa di Nazaret]]. La festa, originaria del XII secolo, è stata diffusa in tutta la regione nel XVII secolo dall'opera del frate cappuccino anconitano fra Tommaso. L'usanza è viva ancor oggi, tanto che la sua data è stata scelta per celebrare la "Giornata delle Marche"<ref>{{cita web|url=http://www.pellegrinaggio.org/pellegrinaggio/610-il-fal%C3%B2-per-la-venuta|titolo=Il Falò per la Venuta|accesso=022 gennaio 2013}}</ref>.
 
In [[Abruzzo]] vi è la [[Festa delle Farchie]] nel comune di [[Fara Filiorum Petri]] in cui si bruciano dei grossi fasci di canne legati con rami di salice rosso.
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[[Categoria:Tradizioni popolari]]