Vincenzo Filonardi: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Il [[capitano]] Vincenzo Filonardi è stato il precursore della dell'invasione [[Colonialismo italiano|coloniale]] italiana in [[Somalia]]. Aveva sotto il suo comando diverse navi tra l'Italia e costa orientale dell'[[Africa]]. La sua sede fu a [[Zanzibar]], dove godeva del favore del sultano locale. All'inizio degli anni [[1890]], dopo l'annessione di dell'[[Eritrea]], il governo italiano prese una un'ulteriore espansione [[Colonialismo italiano|coloniale]] in direzioneverso dellala [[Somalia]]. In considerazione del fatto che le altre potenze europee non avrebbero approvato un simile approccio, e al fine di aggirare questo quest'ostacolo, il [[Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|Presidente del Consiglio italiano]] [[Giovanni Giolitti]] decise di rafforzare le istituzioni esistenti sul territorio italiano di [[Benadir]]. Ha chiamato Filonardi a [[Roma]], dove lo nominò primo [[ambasciatore]] e console di [[Zanzibar]] e lo incaricò di costituire una società commerciale che doveva finanziare il governo italiano.
 
Convenzione dell'11 maggio [[1893]] tra Filonardi e il governo italiano:
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[[Immagine:Buono Rupia Somala.jpg|thumb|upright=1.3|Buono (fattura o banconota) di 5 [[rupia|rupie]] somale con firma di Vincenzo Filonardi]]
 
Un altro errore della [[Società (diritto)|società]] di Filonardi è stato di non essere stata equipaggiatadotata condi un capitale sufficiente per costruire insediamenti, città e porti e per garantirne la sicurezza. La società non ha mai svolto e non poteva permettersi di svolgere nei suoi primi e unici tre anni di vita, attività che richiedevano questi investimenti. Dal momento che l'azienda era di proprietà dello [[Italia|Stato]], non poteva aspettarsi di poter incassare i soldi ricevuti dalle attività industriali e idai commercianti autoctoni e di ricavarericavarne un sostegno finanziario da esse. [[Giovanni Giolitti|Giolitti]], che voleva dare vitàvita alla nuova società di Filonardi in tutta fretta, non analizzò a fondo le difficoltà a cui essa andava incontro e il destino dell'impresa di Filonardi era incerto. [[Giovanni Giolitti|Giolitti]] vide Filonardi semplicemente come uno strumento attraverso il quale avrebbe potuto realizzare le sue ambizioni [[Colonialismo italiano|coloniali]] nell'interesse dell'[[Italia]].
 
===In Somalia===
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Decreto scritto da Filonardi sulle nuove banconote o buoni della società:
{{citazione|Tenuto conto del continuo calo del valore del [[tallero]], che provoca gravi danni alla popolazione, decretiamo che:
1. Con effetto dal 1 ° [[Muharram]] 1312 l'Azienda Filonardi non adotterà più i [[Tallero di Maria Teresa|tallaritalleri Maria Teresa]] per il pagamento delle imposte e delle tasse.<br/>
2. Tutti i pagamenti delle imposte e delle tasse sono ormai effettuati in [[rupia|rupie]] indiane e fatturati della società stessa.<br/> 3. Il valore delle fatture (buoni o banconote) della società, ciascuna del valore di 5 [[rupia|rupie]], è di 2,5 [[Tallero di Maria Teresa|talleri di Maria Teresa]].<br/> 4. Queste fatture (buoni o banconote) della società destinate a circolare in tutte le città subordinate alla [[Società (diritto)|Società]] di Filonardi a [[Benadir]] e a ciascuno dei capi locali dell'amministrazione doganale verrà rilasciata anche come bene remunerativo.|Firmato a [[Mogadiscio]], il 2 maggio [[1894]] dall'[[Amministratore delegato]] Vincenzo Filonardi.}}
 
Data la moltitudine di commercianti [[india]]ni sulla costa [[Somalia|somala]], in questo momentoquell'epoca, illa denarovaluta più usatousata era la [[rupia indiana]]. Mentre nell'entroterra somalo il [[tallero di Maria Teresa]] era comune. Due rupie corrispondevonocorrispondevano a un [[tallero]] che a sua volta corrispondeva a tre [[Lira (moneta)|lire]] d'oro. Una [[rupia]] corrispondeva quindi 1,50 [[Lira (moneta)|lire]] d'oro, equivalente a un potere di spesa corrente di circa 5 €.
 
Filonardi all'inizio degli anni [[1890]] lavorava con i [[talleri]], ma col passare del tempo decise di optare per la [[rupia indiana]] visto che quest'ultima continuava ad acquistare sempre più valore. L'emissione delle fatture (buoni o banconote) da uno lato aumentava la quantità di denaro in [[rupia|rupie]], ma dall'altro non riempiva le casse di [[Tallero di Maria Teresa|talleri di Maria Teresa]] con un conseguente deficit monetario.
In primo luogo, una parità tra la [[rupia]] e il [[tallero]] era stata fissata. Ciò era servito a tutelare gli interessi delle popolazioni economicamentieconomicamente vulnerabili dell'entroterra somalo, che erano rappresentate quasi esclusivamente da pastori e agricoltori, rispetto alla classe di ricchi mercanti che vivevano sulla costa. Il volume di denaro prodotto attraverso questa conversione era quindi aumentato. Questa conversione è stata sostenuta dal patrimonio della società Filonardi.
 
===Fallimento della società===
Non è noto quante di queste fatture o buoni siano stati distribuiti, in quanto la quantità non appare nei bilanci della società. Molto probabilmente non più di 5.000 banconote (fatture o buoni sono state emesse, per un totale di 25.000 [[rupia|rupie]] (oggi circa 125.000 €).
Già nel primo anno di esercizio, la società di Filonardi ha dovutodovette far fronte a ogni tipo di difficoltà. Ci sono statifurono diversi episodi spiacevoli con la gentepopolazione del postolocale, e al nuovo console italiano a Zanzibar, [[Antonio Cecchi (esploratore)|Antonio Cecchi]], era stato chiesto dal governo italiano di presentare una relazione sulle attività della società di Filonardi. Questa relazione dipinse un quadro sfavorevole dell'amministrazione Filonardi, che era stato particolarmente criticato perché l'emissione dei nuovi buoni (fatture o banconote) non era stata inserita nei bilanci della società.
 
Dubbi circa l'oggettività di [[Antonio Cecchi (esploratore)|Cecchi]] sono giustificati, perché era pesantemente coinvolto come il promotore di una nuova società, la ''Società Benadir'', infatti il contratto di 3 anni con Filonardi non fu rinnovato dal [[governo italiano]] e, nel [[1896]], la ''Società Benadir'' prese poi il posto della società di Filonardi.
 
Filonardi, deluso e rattristato per la decisione del governo, che premiò i suoi innumerevoli sforzi e tentativi con l'ingratitudine, portò il caso in [[tribunale]]. Tuttavia non fu ascoltato e dopo pochi anni la sua società andò persa e fu liquidata.
 
I buoni (banconote o fatture) della società Filonardi sono molto rare. {{chiarire|È stato segnalato|A chi? Da chi?}} che, alla fine del [[1980]], un possibile discendente di Filonardi era ancora in possesso di solo 15 di questi buoni, però ancora in ottimo stato di conservazione. Queste sono anche le uniche fatture (buoni o banconote) che siano mai emerseapparse negli ultimi anni sul mercato.
 
==Note==