Villa dei Vescovi: differenze tra le versioni

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'''Villa dei Vescovi''' è una [[villa veneta]] situata in località [[Luvigliano]], frazione di [[Torreglia]] ([[provincia di Padova|Padova]]).
La costruzione risale al [[Rinascimento]] e si ispira ad una [[domus]] romana. Si può considerarla il primo esempio del nuovo gusto per la riscoperta classicità romana nell'entroterra della [[Serenissima]]. La villa custodisce uno straordinario esempio di decorazione ad [[affresco]] ispirata all'arte romana antica nel [[Veneto]] precedente all' innovazione imposta da [[Paolo Veronese]]<ref name="Pedrocco">Filippo Pedrocco, ''Gli Affreschi nei Palazzi e nelle Ville Venete'', pp. 28-29.</ref>.
 
È stata dichiarata [[Elenco dei monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]]<ref>L.1089/1939 - L. 1497/1939</ref> ed è di proprietà del FAI ([[Fondo Ambiente Italiano]]) dal 2005<ref name="FAI">[http://www.fondoambiente.it/beni/villa-dei-vescovi.asp Villa dei Vescovi - I Beni del FAI] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070605233606/http://www.fondoambiente.it/beni/villa-dei-vescovi.asp |data=5 giugno 2007 }}</ref>. La villa e il parco sottostante sono aperti al pubblico in giorni e orari determinati. Vi è un servizio di visite guidate, di caffetteria e, su richiesta, è possibile organizzarvi eventi. Grazie alla ristrutturazione dell'ultimo piano è possibile anche risiedervi, su prenotazione.
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Alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1535, i lavori furono condotti da [[Andrea da Valle]], suo allievo; è quindi ipotizzabile che la villa sia stata ideata dal primo ma materialmente realizzata dal secondo architetto<ref>[http://catalogo-irvv.3di.it/index.php?wp=INDEX Scheda] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130106070203/http://catalogo-irvv.3di.it/index.php?wp=INDEX |data=6 gennaio 2013 }} dal Catalogo dell'[[IRVV]].</ref>.
 
È quasi certo <ref>G. Beltramini - H. Burns, ''Andrea Palladio e la villa veneta da Petrarca a Carlo Scarpa'', Venezia, 2005.</ref> un intervento di [[Giulio Romano]], cui Pisani scrive in due occasioni nell'estate del 1542: è opinione del Beltramini che a lui si deva l'ideazione del [[bugnato]] che caratterizza il piano terreno della villa. Giulio Romano decise anche di coprire il lato sud della loggia superiore, per rendere più grande e fresco l'ambiente interno al piano nobile.
 
Mentre la realizzazione degli stucchi, sempre su disegno di Andrea da Valle, fu intrapresa nel 1542, gli [[affreschi]] vennero affidati, sul finire del 1543, al pittore [[Fiandre|fiammingo]] [[Lambert Sustris]]<ref name="FAI Sustris">{{collegamento interrotto|1=[http://www.fondoambiente.it/arte/villa-dei-vescovi-il-sustris-ritrovato.asp Villa dei Vescovi, il Sustris ritrovato] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, che si occupò dell'ideazione complessiva dell'impianto decorativo e dell'esecuzione della maggior parte delle pitture; in base ad evidenze documentali vi furono contributi anche da parte di [[Gualtiero Dall'Arzere]] detto "Il Padovano"<ref name="FAI Sustris" />.
 
In questo ritiro, Francesco Pisani riunì un cenacolo intellettuale frequentato da importanti letterati, musicisti e umanisti del tempo, come Angelo Beolco detto il [[Ruzante]], amico di Alvise Cornaro. Gli ospiti si riunivano nel piano nobile, salendo le scale interne o esterne, mentre il piano terra era riservato alla servitù e ai locali di servizio.
 
L'ingresso originale era sul lato sud, dove il pendio è più dolce. Solo più tardi, tra il 1562-65, vennero realizzati, sempre su disegno di Andrea da Valle, la recinzione e i tre portali d'ingresso con la corte sul lato ovest, presso le scuderie <ref>G. Bresciani Alvarez, ''Le fabbriche di Alvise Cornaro'', in ''Alvise Conaro e il suo tempo'', catalogo della mostra a cura di Lionello Puppi, Padova, 1980; pp. 36-58.</ref>.
 
Nella seconda metà del Settecento fu modificata la distribuzione degli spazi interni del [[piano nobile]]: fu chiuso l'impluvium e la [[corte (architettura)|corte]] interna e create quattro stanze laterali con un salone centrale, secondo la classica [[planimetria]] delle più tarde [[ville venete]]<ref>E. Saccomanni, ''Padova 1540-1570'', in ''La pittura del Veneto. Il Cinquecento'', a cura di M. Lucco, Milano, 1998: t. II, pp. 555-616.</ref>.
 
La costruzione rimase proprietà dei vescovi patavini, venne occupata dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e fu usata per i ritiri spirituali dei giovani fino al 1962, quando fu messa in vendita. Vittorio e Giuliana Olcese la comperarono e restaurarono per usarla come residenza estiva<ref>[http://www.villadeivescovi.net/Villa_dei_Vescovi_rogito_integrale_Giuliana_Olcese_Girolamo_Bordignon.htm Villa dei Vescovi il rogito integrale tra Giuliana Olcese e Girolamo Bortignon vescovo di Padova<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, ripristinando le strutture edilizie originarie e liberando dagli intonaci più tardi gli affreschi. Gli affreschi cinquecenteschi infatti erano stati coperti da calce nel 1630, l'anno della grande [[peste]] manzoniana. Furono riscoperti solo nel 1966 da Alessandro Ballarin e restaurati da [[Clauco Benito Tiozzo]]<ref name="Mazzotti" />.
 
Nel 2005, per espressa volontà del defunto Vittorio Olcese, la famiglia ha donato l'intero complesso e gli arredi al [[Fondo Ambiente Italiano]], che ha promosso il restauro degli ambienti. In particolare gli affreschi necessitavano di restauro, perché, nonostante un primo restauro Olcese degli anni sessanta, erano stati assai manomessi tra il Cinquecento e il Novecento, prima coprendo con panni posticci le figure dei nudi, non ritenuti più consoni a un prelato dopo il [[Concilio di Trento]], successivamente nel 1630 con coperture di calce, per ragioni igieniche, poi (a metà del [[XVIII secolo]]) per ristrutturazioni degli ambienti con una decorazione a finti stucchi.<ref name="FAI Sustris" />
 
La villa è aperta al pubblico dal 23 giugno 2011.<ref>[http://www.villadeivescovi.it/ Villa dei Vescovi, Luvigliano di Torreglia (Padova): la storia, gli autori e il progetto di restauro]</ref>
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==Decorazione==
Le stanza del piano terreno sono prive di decorazioni. Al centro è esposto un pozzo in pietra, ricordo dell'antico impluvium.
Le stanze del piano nobile hanno pavimenti alla veneziana ed erano un tempo interamente [[affresco|affrescate]] con paesaggi, scene e figure [[mitologia|mitologiche]]. Nelle [[loggia|logge]], invece, finti archi, adornati di [[pergola (giardinaggio)|pergole]] e tralci di vite, si aprivano su paesaggi immaginari. Tutto è opera di un fiammingo, [[Lambert Sustris]], rinomato pittore di paesaggi, nato ad [[Amsterdam]] tra il 1510 e il 1515, ma attivo fin da giovanissimo a [[Roma]], da dove giunge nel 1541 a [[Padova]] da [[Venezia]], dove aveva probabilmente frequentato la bottega di [[Tiziano]]<ref>[http://www.visitfai.it/dimore/villadeivescovi/dimora-2123-Affreschi Descrizione degli affreschi] sul sito visitfai.it.</ref>.
 
Il ciclo risente evidentemente delle teorie di [[Alvise Corner (scrittore)|Alvise Cornaro]], legate a miti e modelli del mondo classico, già applicate in altre opere da lui sponsorizzate, come l'[[Odeo Cornaro|Odeo padovano]]<ref name="Pedrocco" />.Nessuna delle opere conservatesi pare però riferibile a [[Gualtiero Padovano]]<ref name="Pedrocco" />.
 
===Salone delle Figure all'antica===
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===Stanza del Putto===
La stanza è disposta all'angolo sud-ovest ed è arredata come stanza da letto. Sulle pareti appaiono paesaggi con orizzonti marini e campagne punteggiate di antiche rovine, casolari e piccole figure in una semplice incorniciatura architettonica (pilastri poggianti su un basso zoccolo e sormontati da un [[fregio]] a [[triglifi]]), eguale a quella vera della finestra che si apre sui [[Colli Euganei]].
 
Il nome della stanza deriva dal [[putto]] in primo piano, intento a mangiare dell'uva, seduto sul finto zoccolo, a fianco ad un'[[urna funeraria|urna]] metallica. Sulla parete opposta è raffigurato il mito di Apollo e [[Dafne]], nel momento in cui la ninfa, raggiunta dal dio, si muta in [[alloro]].
 
La decorazione di questo ambiente, ispirata a quella illusionistica delle ''[[domus]]'' romane, ha subito gravi danni a seguito dei lavori della metà del Settecento: una parete è stata infatti arretrata in corrispondenza di una porta tamponata, per far spazio al vano della nuova scala<ref>[http://www.visitfai.it/dimore/villadeivescovi/dimora-1142-Stanza-del-putto Stanza del putto] dal sito visitfai.it.</ref>.
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===Logge===
La grandiosa loggia superiore è l'elemento caratterizzante dell'intera villa. La loggia nel progetto originale doveva correre senza interruzioni sui quattro lati, per permettere agli ospiti la "deambulatio" o passeggiata rigenerante. Restano ad oggi solo due porzioni di questa loggia, rispettivamente, sul lato ad est, da dove si ammira il paesaggio della pianura verso [[Montegrotto Terme]] e [[Padova]] e il lato ad ovest, che guarda verso i colli Euganei. Entrambe le logge sono state affrescate dal pittore [[Lambert Sustris]] e da aiuti, ad est con paesaggi e putti "a grottesca" che reggono fiere e grappoli d'uva e ad ovest con putti tra graticci e finte statue romane nei pilastri. Nelle logge sono disposte delle poltrone e dei divani a disposizione degli ospiti.
{{...|architettura}}
 
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== Bibliografia ==
* Per la pittura illusionistica della Villa dei Vescovi vedi Sören Fischer, Das Landschaftsbild als gerahmter Ausblick in den venezianischen Villen des 16. Jahrhunderts - Sustris, Padovano, Veronese, Palladio und die illusionistische Landschaftsmalerei, Petersberg 2014, pp.&nbsp;86–100. ISBN 978-3-86568-847-7
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==