Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés: differenze tra le versioni

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Il re [[Ferdinando il Cattolico|Ferdinando]] morì poco dopo e il suo successore [[Carlo V]] lo indirizzò ai prelati che esercitavano, di fatto, la funzione di reggenti delle colonie, ma costoro non diedero soverchia importanza ai suoi memoriali. Oviedo, ormai interessato, quasi esclusivamente al futuro delle colonie, entrò anche in polemica con [[Bartolomé de Las Casas]] che proprio in quegli anni tuonava contro la politica di sopraffazione verso gli indigeni. La concezione umanitaria del “''defensor de indios''” era secondo il nostro storico inadeguata alla situazione reale dei territori d'oltremare per i quali egli propugnava, invece, un'organizzazione di tipo militare, basata sull'esempio dell'[[Ordine di Santiago]].
 
Le relazioni di Oviedo sui territori americani e soprattutto le sue denunce sulla scandalosa condotta del governatore [[Pedro Arias Dávila]], uomo avidissimoavido ede infido che aveva fatto giustiziare perfino suo genero [[Vasco Núñez de Balboa]], gli valsero comunque il riconoscimento della Corte, unanime nel lodare la sua esperienza. Nel [[1520]], dotato ancora una volta di cariche ufficiali, si imbarcò, nuovamente per le Indie, accompagnato dalla moglie e dai suoi due figli. Sbarcò a [[Santo Domingo]], ma otto giorni dopo era già in partenza per il [[Darién]], il territorio della sua giurisdizione.
 
==Tra la Spagna e le Americhe==