Malafemmena: differenze tra le versioni

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La canzone, scritta in [[lingua napoletana|napoletano]], parla in termini drammatici di un amore contrastato per una ''[[malafemmina|malafemmena]]'', che in questo caso assume il significato di donna affascinante e che fa soffrire, quasi insensibile, malvagia, indifferente alle pene d'amore che infligge al proprio innamorato.
 
Chi fosse la vera musa ispiratrice della canzone Malafemmena si è saputo decenni dopo grazie alle dichiarazioni di Liliana de Curtis, figlia dell'autore. A lungo si era creduto che Malafemmena fosse stata scritta per l'attrice [[Silvana Pampanini]], che Totò avevo conosciuto sul set di ''[[47 morto che parla]]'' e che aveva rifiutato la sua offerta di matrimonio. Liliana de Curtis ha affermato che la canzone fu scritta in realtà per la madre, [[Diana Bandini Lucchesini Rogliani]], moglie di Totò, come risulta anche dalla dedica acclusa al testo della canzone depositato dall'autore presso la [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]]: ''A Diana''. La moglie Diana sarebbe stata, infatti, colpevole di essere venuta meno a una promessa che i coniugi si erano scambiati: anche se ufficialmente separati avevano concordato di convivere nella stessa casa e condividere anche il talamo come fidanzati sino al raggiungimento del diciottesimo compleanno della figlia Liliana; ciò di fatto concedeva all'uomo Totò una situazione di considerevole vantaggio mentre alla ex moglie Diana una posizione di sudditanza anche per dover subire le infedeltà da parte del marito; dopo l'ennesimo tradimento Diana lasciò invece Totò per sposare l'avvocato Michele Tufaroli.
 
La canzone è considerata il maggior successo musicale di Totò ed è stata riproposta in una grande quantità di interpretazioni.