Legge dell'eponimia di Stigler: differenze tra le versioni

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La '''legge dell'[[eponimia]] di Stigler''' descrive alcuni aspetti del processo di scoperta scientifica e, in forma estremamente concisa e semplificata, afferma:
{{quote|A una scoperta scientifica non si dà mai il nome del suo autore}}
La legge è stata enunciata da [[Stephen Stigler]], professore di [[statistica]] all'[[Università di Chicago]], <ref>{{en}}Stephen Stigler, ''Statistics on the Table: The History of Statistical Concepts and Methods'' , 1999, ISBN 0674836014</ref> e {{citazione necessaria|da allora è divenuta sempre più popolare}}. La si ritrova nella [[legge di Murphy]] del [[2000]] come ''"Legge di [[Arthur Bloch|Bloch]]"''.
== Esempi ==
È facile darne innumerevoli esempi di applicazione. Ad esempio la ''[[legge di Snell]]'' della [[rifrazione]] era nota a [[Ibn Sahl]] nel [[X secolo]], il ''[[disco di Newton]]'' è descritto già da [[Claudio Tolomeo]] secoli prima, [[Robert Hooke]] ha scoperto, tra l'altro, la [[ruota di Savart]], gli [[anelli di Newton]], e la [[legge di Boyle]], ma non il ''giunto universale di Hooke'', che, prima di essere chiamato ''[[Giunto cardanico|giunto di Cardano]]'', risaliva all'antichità; la ''formula di [[Gerolamo Cardano|Cardano]]'' per la soluzione delle equazioni di terzo grado, d'altra parte, prima che a Cardano, era nota a [[Niccolò Tartaglia|Tartaglia]], ma non era neppure sua, e così via. Le scoperte tendono ad essere attribuite il più delle volte a pochi personaggi che svolgono un ruolo analogo a quello degli eroi eponimi dell'antichità: [[Isaac Newton]] e [[Cartesio]] sono tra questi.