Lariano: differenze tra le versioni

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Il 26 ottobre [[1436]] dal Castello uscirono in segno di resa Nardo Di Stefano e Cola di Nardo Sindaci. Il Castello di Lariano fu distrutto, incendiato e raso al suolo e il territorio fu donato da Eugenio IV a [[Velletri]] in riconoscenza dell'aiuto che i soldati veliterni avevano dato all'esercito del Papa.<br>
Nel 1447 papa Niccolò V restituisce il possesso di Lariano al cardinale Prospero Colonna e ancora nel 1458 la località era nelle mani dei fratelli Prospero e [[Odoardo Colonna]], quest'ultimo la vendette alla sorella Vittoria che a sua volta la cedette nello stesso anno a [[Pio II]] che dispose il definitivo abbattimento della rocca che stava per essere ricostruita dal cardinale Prospero e nel [[1463]], lo stesso papa dichiarandone l'avvenuto abbattimento, ne riconosceva il possesso a Vittoria Colonna e suoi parenti.<ref>Archivio Colonna presso Biblioteca S. Scolastica in Subiaco, Schede Tomassetti, nn.296, 861, 4409</ref>.<br> Infine nel [[1493]] [[Papa Alessandro VI]] sancì il possesso delle rovine del castello alla città di Velletri.<ref name=Nibby />
 
Gli eredi dei Colonna tuttavia non mancarono successivamente di rivendicare ancora il possesso del suolo dove sorgeva la fortezza, obbligando la Santa Sede ad una conclusione della vicenda giungendo ad una spartizione del territorio tra Velletri e la famiglia avendo come confine la cima del Maschio.<br>
Si è supposto che, dopo la distruzione della fortezza, la popolazione dedita alle armi accettasse di trasferirsi a Velletri con il solo scopo di continuare il mestiere delle armi; mentre la popolazione contadina preferì restare nei luoghi dove era nata e dove per sempre era vissuta.