Baionetta (corvetta): differenze tra le versioni
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Il problema della lotta contro i sommergibili era sentito in tutte le principali marine del mondo fino dai tempi della [[prima guerra mondiale]] e ciò a causa degli insuccessi patiti, soprattutto dall'Inghilterra, nel contrasto alla nuova arma [[subacquea]] che i tedeschi avevano messo in campo nel conflitto. Nei primi anni trenta la Regia Marina italiana aveva tentato una soluzione con il progetto, rivelatosi poco felice, dell'[[Albatros (cacciasommergibili)|Albatros]]: un [[cacciasommergibili]] sperimentale dai molti difetti ma che fornì tutta una serie di esperienze che si dimostrarono, in seguito, di grande utilità.
Verso la metà del [[1941]] prese avvio un serio programma di progettazione e di costruzione di bastimenti il cui compito specifico fosse quello di fornire un'adeguata [[scorta (guerra)|scorta]] antisommergibile ai [[Convoglio navale|convogli]] di rifornimenti per il [[Nord Africa]]; ciò allo scopo di sollevare i [[cacciatorpediniere]] di squadra dal logorante e dispendioso (in termini di consumo di nafta) servizio di scorta, compito cui queste navi si erano rivelate quanto mai inadatte. Nacquero così le corvette della [[Classe Gabbiano]]: un gruppo di sessanta unità, di cui solo ventinove entrate in servizio prima dell'[[armistizio]]. Combinando una buona tenuta al mare e una considerevole autonomia, almeno alla velocità poco elevata necessaria per la caccia ai sommergibili, le
== Costruzione ==
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== Storia ==
=== Periodo bellico ===
La mattina del 5 ottobre 1942 lo scafo del
[[File:R.N. corvetta baionetta.JPG|thumb|left |La corvetta
Il 9 settembre [[1943]] abbandonò le acque adriatiche e diresse a sud con destinazione [[Malta]] in ottemperanza all'applicazione dell'armistizio con gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] anglo-americani entrato ufficialmente in vigore il giorno precedente, ma la sua navigazione fu deviata verso il [[porto di Pescara]], dove imbarcò il [[Maresciallo Badoglio]], Capo del Governo, alcuni ministri e capi di [[Stato Maggiore]]. Successivamente, a [[Ortona]], salirono a bordo il Re [[Vittorio Emanuele III]], la famiglia reale e il loro seguito. Costoro avevano lasciato precipitosamente [[Roma]] alle prime luci del 9 settembre: informazioni definite attendibili davano per certo che reparti tedeschi piuttosto consistenti stessero convergendo sulla [[Capitale (città)|Capitale]] per occuparla, cosa che realmente si verificò il giorno 10.
Nel piccolo porto di Ortona le operazioni di imbarco avvennero in un clima caotico, sotto una cappa di nervosismo e di paura: moltissimi premevano per essere imbarcati temendo di finire abbandonati alla mercé dei Tedeschi, divenuti più aggressivi dopo la proclamazione ufficiale dell'armistizio. Quando il numero dei viaggiatori eguagliò quello dei salvagente in dotazione alla corvetta, l'ammiraglio [[Raffaele De Courten]], ministro e [[Capo di Stato Maggiore]] della Marina, sospese d'autorità gli imbarchi tra le veementi proteste degli esclusi (sembra che qualcuno di essi cercasse di far valere le proprie ragioni mettendo mano alle armi). Nonostante tutto all'una di notte del 10 settembre il
Nei mesi successivi e fino al termine del conflitto il
=== Periodo post bellico ===
Il primo periodo [[post bellico]] vide la nostra nave impegnata in operazioni di ricerca e localizzazione di scafi affondati, oltre ai routinari servizi di trasporto di materiali e personale. Nel 1948 fu in [[Medio Oriente]] nell'ambito di una crociera che toccò i porti di [[Beirut]], [[Giaffa]], [[Haifa]], nonché l'Isola di [[Cipro]]. L'anno successivo essa fu adibita per un certo tempo a nave scuola per ecogoniometristi, alle dipendenze della III Divisione Navale.
[[File:BaionettaF578.jpg|thumb|Il
Tra il 1952 e il 1956 tutte le ventidue corvette superstiti della classe
Così rimodernato, il
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=G. Gigli
* {{cita libro|autore=E. Bagnasco
* {{cita libro|
* {{cita libro|autore=|titolo=Jane's Fighting Ships Of World War II|editore=Bracken Book
* {{cita libro|autore=F. Mattesini
* {{cita libro|autore=F. Bargoni F. Gay
== Voci correlate ==
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