Wikipedia:Oracolo: differenze tra le versioni

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:[[Paradosso del gatto di Schrödinger]]. [[Utente:X-Dark|X-Dark]] ([[Discussioni utente:X-Dark|msg]]) 23:44, 11 feb 2020 (CET)
::Intanto grazie, ma quindi il gatto non è in una sovrapposizione solo perchè macroscopico, o perchè interagendo con l'ambiente circostante è lui stesso, consapevole o meno, a compiere la misurazione facendo quindi collassare l'onda di probabilità in uno stato "fisso"? Se basta un'interazione (non necessariamente da parte di umani o esseri senzienti) per far collassare la probabilità, non dovremmo essere circondati da materia già collassata nello stato misurato/misurabile (per questo l'esempio del segmento di spazio senza materia che potesse interagire o essere osservata, che forse funziona meglio immaginando un segmento di universo popolato da un singolo atomo)? Comunque sono consapevole che molte domande, essendo ricerche ancora in corso, siano destinate a rimanere senza risposta, però proprio non riesco ad inquadrare la sovrapposizione di stati, quando si crea (o se è la condizione normale in natura della materia), se esiste ovunque a livello microscopico in tutti gli oggetti corpi umani inclusi, perchè cessa per sempre di esistere dopo la misurazione, potrei andare avanti per ore ma sto già abusando troppo dello spazio e della pazienza altrui.--[[Utente:Sayatek|Sayatek]] ([[Discussioni utente:Sayatek|msg]]) 00:21, 12 feb 2020 (CET) Aggiungo che non avevo dato il giusto peso alla frase "...la sovrapposizione riguarda l'intero Universo. Un osservatore, quindi, vede realizzarsi solo una delle due alternative perché fa egli stesso parte di uno dei due possibili "stati" dell'intero Universo", che già in parte, riflettendoci, risponde a molte (purtroppo non tutte!) domande--[[Utente:Sayatek|Sayatek]] ([[Discussioni utente:Sayatek|msg]]) 00:26, 12 feb 2020 (CET)
 
== Visione "quantitativa" dello studio ==
Sto mettendo ordine in una interessante discussione avvenuta tra insegnanti e industriali, che riguarda la preparazione degli studenti che il "mondo del lavoro" richiederebbe alla istituzione Scuola.
Nonostante vi siano parecchi punti di contatto condivisi, il punto sul quale non ci si schioda, in breve, riguarda il tema della specializzazione spinta: gli insegnanti dicono che la rapida evoluzione tecnologica rende impossibile questo traguardo, che una specializzazione spinta rischia di circoscrivere eccessivamente l'ambito operativo futuro dello studente e che, invece, sono le basi ad essere il reale fondamento di una preparazione che potrà nello specifico venir completata in azienda. E che comunque è anche una questione di tempi: l'intero ciclo di studi di un soggetto è zeppo di insegnamenti che si fatica a considerare "sacrificabili" (si alludeva a certe materie umanistiche), è stata citata anche la nota barzelletta del bambino preistorico, che se non altro aveva ben poca ''storia'' da studiare...
 
Ora, la questione che mi interesserebbe approfondire riguarda proprio la questione legata alla "quantità" di nozioni necessarie: è mai stato svolto uno studio approfondito su questo? Ovvero, si è mai fatto il calcolo di queste quantità?
 
(Preciso che l'aspetto critico che riguarda la "qualità" dell'insegnamento non è in discussione, su questo il consenso è totale.)
 
Qualcuno ha qualche informazione o link da suggerire? Grazie, --[[Utente:Captivo|Captivo]] ([[Discussioni utente:Captivo|msg]]) 13:04, 13 feb 2020 (CET)