Chiesa dei Santi Nazaro e Celso (Verona): differenze tra le versioni

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[[File:Scuola veronese, secondo strato degli affreschi del sacello di s. michele presso i ss. nazaro e celso a verona, xii secolo, annunciazione, s. michele e i ss. nazario e celso 05.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Secondo strato degli [[Affresco|affreschi]] sulla parete del [[sacello]] dei Santi Nazaro e Celso (oggi al [[Museo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle|Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle]])]]
 
L'attuale edificio risale al [[XV secolo]] ma è solo l'ultimo di una serie di fabbricati religiosi che si susseguirono nei secoli. L'origine della chiesa dei Santi Nazaro e Celso è infatti molto antica e può essere ricondotta alla realizzazione di un primo, semplice edificio ai piedi del monte Castiglione, nel cui [[tufo]] venne scavata l'[[abside]], e originariamente dedicato a [[San Michele Arcangelo]]. Probabilmente si trattava di un ''[[martyrium]]'' dedicato alla venerazione delle [[reliquie]] dei [[Santi Nazaro e Celso]] e risalente all'[[epoca paleocristiana]], tra il [[VI secolo|VI]] e il [[VII secolo]], agli albori del [[cristianesimo]].<ref name=Forno20/> Oltre che dall'abside, questo edificio era costituito da un buio androne cruciforme in muratura con [[transetto]] e copertura a [[volta a botte]]. Le pareti erano decorate da cicli di [[affresco|affreschi]] in strati sovrapposti, di varie epoche, che in parte [[Strappo (affresco)|vennero staccati]] nel 1881 e spostati nella ex chiesa di San Francesco al corso presso il [[museo degli affreschi Giovanni Battista Cavalcaselle]], mentre parti del pavimenti a [[mosaico]] rimangono sul posto.<ref>{{cita|Viviani, 2004|p. 226}}.</ref><ref name=Forno19/> Accanto a questo ''martyrium'' doveva trovarsi un rudimentale monastero benedettino.<ref name=Tessari5>{{cita|Tessari, 1958|p. 5}}.</ref>
 
Secondo quanto ricostruisce [[Carlo Cipolla]], questo sacello (da alcuni indicato anche come "grotta" o come "cappella") venne profondamente danneggiato dalle [[Cronologia delle razzie ungare|invasioni degli Ungari]] ed in particolare durante quella del 933, per poi essere restaurato per volere del [[vescovo di Verona]] Otberto, che promosse anche la realizzazione degli affreschi.<ref name=Forno19>{{cita|Dal Forno, 1982|p. 19}}.</ref> Cipolla deduce questo grazie ad una scritta del 996 trovata sul posto e oramai perduta che recitava: ''«ANN. AB INCARNC dNi NRI DCCCCXCVI. INDIC X»''. Tuttavia i due strati di [[intonaco]] che si riscontrano suggeriscono che ai primi antichi affreschi se ne aggiunsero di ulteriori che possono essere datati intorno al 1180.<ref name="Forno20">{{cita|Dal Forno, 1982|p. 20}}.</ref><ref name=Tessari5/>