Giardino botanico alpino di Pietra Corva: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
ampliato (con fonti)
Riga 2:
|Nome = Giardino botanico alpino di Pietra Corva
|Tipologia = [[Orto botanico]]
|Stato =
|Immagine =
|Larghezza =
Line 8 ⟶ 9:
|Data di chiusura =
|Fondatori = [[Antonio Ridella]]
|Località = [[Romagnese]]<br>[[Alta Val Tidone]]
|Indirizzo =
|Latitudine = 44.825752
Line 18 ⟶ 19:
}}
 
Il '''giardino botanico alpino di Pietra Corva''' è un [[orto botanico]] che si trova nel territorio dei [[Romagnese|comune (Italia)|comuni italiani]] di [[Romagnese]] e in[[Alta parteVal nelTidone]], comunenell'[[Appennino diligure]], nei pressi dell'[[AltaPietra ValCorva|omonimo monte]] da cui prende il nome, sullo [[spartiacque]] tra la [[val Tidone]] (exe la [[Pecoraraval Tidoncello]]), a circa 950 {{m s.l.m.}} di altitudine<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.pecorara.pc.it/turismo/luoghi.html |titolo=ComuneI diluoghi Pecorarada (PC) - Andare per funghivisitare a Pecorara<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=8 ottobre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111016025053/http://www.comune.pecorara.pc.it/turismo/luoghi.html |dataarchivio=16 ottobre 2011 |urlmorto=sì }}</ref> sulle pendici del monte [[Pietra Corva|Pietra di Corvo]] a 950 metri s.l.d.m. È stato fondato da [[Antonio Ridella]], veterinario e naturalista, e nel [[1967]] è stato aperto al pubblico. Scopo del giardino è di «conservare ed adattare piante d'alta quota provenienti da sistemi montuosi di tutto il mondo».<ref>[http://www.reteortibotanicilombardia.it/main/presentazioneOrto.php?orto=6&nome=PresentazioneRomagnese Fonte:Rete degli orti botanici della Lombardia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060512111936/http://www.reteortibotanicilombardia.it/main/presentazioneOrto.php?orto=6&nome=PresentazioneRomagnese |data=12 maggio 2006 }}</ref> Il Giardino ha anche scopi didattico–educativi, di ricerca, e turistico–economici.
 
Il giardino botanico alpino di Pietra Corva, gestito dalla [[provincia di Pavia]] tramite una convenzione con il comune di Romagnese e la [[comunità montana Oltrepò Pavese]]<ref name=provincia>{{cita web|url=https://www.provincia.pv.it/it/riserve-naturali/185-giardino-alpino-di-pietracorva.html|titolo=Giardino alpino di Pietracorva|accesso=26 giugno 2020}}</ref>, è membro, insieme ad altri orti botanici italiani, francesi e svizzeri, dell'[[Associazione internazionale giardini botanici alpini]], associazione che ha per scopo lo studio, la difesa e la conservazione della flora alpina di ogni continente.
Simbolo del giardino è la rara ''[[Meleagride minore]]'' detta anche fritillaria montana.
 
== Storia ==
Attualmente è gestito dalla [[provincia di Pavia]] e fa parte della [[Associazione internazionale giardini botanici alpini]]. Dal 2004 ospita il Centro studi dell'Appennino settentrionale.
L'orto botanico venne concepito e realizzato a partire dagli [[anni '60]] del [[XX secolo]] per iniziativa del veterinario e naturalista Antonio Ridella, con lo scopo di «conservare ed adattare piante d'alta quota provenienti da sistemi montuosi di tutto il mondo»<ref name=rete>{{cita web|url=http://www.reteortibotanicilombardia.it/main/presentazioneOrto.php?orto=6&nome=PresentazioneRomagnese|titolo= 6. Romagnese - Giardino botanico alpino di Pietra Corva|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060512111936/http://www.reteortibotanicilombardia.it/main/presentazioneOrto.php?orto=6&nome=PresentazioneRomagnese |dataarchivio=12 maggio 2006 }}</ref>. Durante questi anni, Ridella, affiancato dal giardiniere Cesare Soffritti, il quale si occupava anche della realizzazione da un punto di vista operativo degli allestimenti, compì diversi viaggi sulle principali catene montuose europee, raccogliendo vari esemplari di piante e fiori spontanei da inserire nel giardino<ref name=provincia/>. Il giardino venne, quindi, aperto al pubblico nel 1967.
 
Negli anni successivi all'apertura, il progetto di Ridella vide il coinvolgimento di diversi botanofili, i quali contribuirono al potenziamento della struttura.
L'area del Giardino alpino è stata proposta nel gennaio del 2017 come Sito di importanza comunitaria (SIC [[Pietra Corva|Sassi Neri - Pietra Corva]]) ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CE.
 
Ridella rimase alla guida della struttura fino alla sua morte, avvenuta nel 1984; suo successore fu Adriano Bernini<ref name=rete/>. Nonostante la morte di Ridella, lo sviluppo del parco continuò con il graduale ampliarsi delle collezioni, la realizzazione di nuove aiuolee e la predisposizione del catalogo dei semi che permise un più facile scambio dei sementi con altri orti botanici localizzati in tutti i continenti<ref name=provincia/>.
==Le collezioni==
 
Nel 2001 venne aperto al pubblico il complesso del centro-visita, comprendente un piccolo museo naturalistico concepito per facilitare il conoscimento dell'ambiente del giardino da parte dei visitatori. Nel 2002 il parco fu tra i membri fondatori della Rete degli Orti botanici della Lombardia<ref name=rete2>{{cita web|url=https://reteortibotanicilombardia.it/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|accesso=26 giugno 2020}}</ref>.
Caratteristica del giardino è la presenza di circa cinquanta specie tipiche di [[Ofioliti|ambienti ofiolitici]], dovuto al fatto che il monte Pietra di Corvo è un antico affioramento di roccia vulcanica di colore nero. Le specie presenti nel giardino sono circa 1200.
 
A partire dal 2004 il giardino botanico ospita il Centro Studi dell'Appennino Settentrionale, ente deputato alla ricerca, all'educazione e all'informazione riguardo l'ecosistema tipico della catena montuosa appenninica, nonché la salvaguardia e il ripristino di aree caratterizzate da una spiccata vocazione naturalistica<ref name=rete/>. Nel 2009, in occasione della trasformazione in associazione della Rete degli Orti botanici della Lombardia, il giardino decise di non aderire al nuovo circuito, uscendo così dal network<ref name=rete2/>.
 
Nel 2014 la provincia di Pavia avviò l'iter per la costituzione di un sito [[Sito di interesse comunitario|SIC]] situato nei pressi della Pietra Corva e che includesse al suo interno anche la parte di giardino botanico ricadente nel comune di Romagnese. La candidatura venne, poi, validata dalla [[Lombardia|regione Lombardia]] e dal [[Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare|ministero dell'ambiente]] e, infine, accettata da parte dell'[[Unione Europea]] nei primi mesi del 2019<ref>{{cita web|url=https://www.provincia.pv.it/it/caccia-pesca-e-riserve-naturali/1324-notizie-dalla-natura/8830-monte-lesima-e-pietra-corva-due-nuove-aree-protette-di-importanza-comunitaria.html|titolo=Monte Lesima e Pietra Corva: la biodiversità dell'Oltrepò Pavese è ora patrimonio europeo|accesso=26 giugno 2020}}</ref>.
 
== Descrizione ==
 
Il Giardino è diviso in settori ciascuno dei quali identificato da una lettera. Il settore A, situato in una zona posta prevalentemente in ombra, contiene piante caratterizzate da una fioritura particolarmente precoce, usualmente in periodi in cui il manto nevoso non è ancora completamente disciolto. Tra le specie presenti in questo settore ci sono [[Crocus|crochi]], [[Galanthus nivalis|bucaneve]], [[Leucojum vernum|camapnellini]], [[Scilla (botanica)|scille]], [[Anemone|anemoni]], [[Ranunculus|ranuncoli]] e [[Saxifragaceae|sassifraghe]]. Nelle vicinanze di questo settore si trova un tratto di bosco, in parte coperto da faggeta, in parte misto dove sono presenti [[faggio|faggi]], [[acero|aceri]], [[Carpinus betulus|carpini]] [[castagno|castagni]], [[sorbus|sorbi]], [[pyrus|peri]], [[ciliegio|ciliegi]], [[Corylus avellana|noccioli]], [[biancospino|biancospini]], [[larice|larici]] e [[pino|pini]]<ref name=provincia/>.
 
Il settore B è caratterizzato dalla presenza di uno stagno al cui interno sono presenti la [[Nymphaea alba|ninfea bianca]], il [[Menyanthes trifoliata|trifoglione d’acqua]], il [[ranuncolo delle canne]] e la [[sagittaria]], mentre ai suoi bordi si trovano alte erbe come [[Pteridophyta|felci]], [[iris (botanica)|iris]] e [[Typha latifolia|tife]], nonché alcune orhidee palustri come la [[Dactylorhiza incarnata|orchide incarnata]] e l'[[Epipactis palustris|elleborina palustre]]<ref name=provincia/>.
 
Il settore C contiene al suo interno una selezione di essenze provenienti delle [[Alpi Marittime]], delle [[Dolomiti]], dal massiccio del [[Gran Sasso]] e delle [[Alpi Apuane]], tra le quali la [[Gentiana ligustica]] e il [[Jovibarba allionii|semprevivio di Allioni]] provenienti dalle Alpi Marittime, l'[[Aquilegia einseleana|aquilegia di Einsele]] e la [[Gentiana clusii]] provenienti dalle Dolomiti, la [[Leontopodium nivale|stella alpina dell'Appennino]] e la [[Gentiana dinarica]] provenienti dal Gran Sasso e l'[[Moltkia suffruticosa!erba perla rupestre]] e la [[Potentilla apennina]] provenienti dalle Alpi Apuane<ref name=provincia/>.
 
Il settore F trova al suo interno un piccolo corso d'acqua che nasce nei pressi di uno stagno artificiale e alimenta due [[torbiera|torbiere]] dove sono presenti diverse specie tipiche di questi ambienti tra cui [[Hydrocotyle vulgaris]], [[Parnassia palustris]], [[Tofieldia calyculata]] e la [[Viola palustris|viola palustre]]. In questo settore è presente anche la [[Sarracenia purpurea]], una [[pianta carnivora]] di origine americana che, pur non essendo autoctona delle torbiere situate in Italia, si trova a suo agio in queste condizioni ambientali. All'interno del settore è presente anche la ''[[Meleagride minore]]'', detta anche fritillaria montana, che cresce spontaneamente in due piccole aree e che è stata elevata a simbolo dell'intero giardino<ref name=provincia/>.
 
Il settore G, ospita, così come il settore B, uno stagno, all'interno del quale è presente la [[Nuphar lutea|ninfea gialla]]. Altre essenze che si trovano nel settore sono diverse sassifraghe e specie endemiche delle Alpi meridionali come la [[Corydalis lutea|colombina gialla]] e la [[Daphne petraea|Dafne minore]]. Vicino al settore G si trovano i settori H e I che ospitano, rispettivamente specie come il [[Cyclamen purpurascens|ciclamino delle alpi]] e la [[Betula nana|betulla nana]] per l'H e diverse [[Liliaceae]] per l'I<ref name=provincia/>.
 
Il settore L ospita piante provenienti dai [[Pirenei]] come il [[Narcissus triandrus|narciso ciclamino]], dalle [[Ande]] come l'[[araucaria araucana]] e dal Nord America. Infine, i settori O e P, localizzati nell'estremità più elevata del giardino, presentano affioramenti di roccia e ghiaioni nei quali sono riprodotte le condizioni dell'orizzonte alpino, con essenze come la [[soldanella alpina]], la [[Paederota bonarota|bonarota comune]] e l'[[Aster alpinus|atro alpino]]. In una porzione del settore O è presente, sfruttando la presenza di rocce [[ofioliti|ofiolitiche]], una selezione di piante tipiche degli affioramenti ofiolitici che caratterizzano diversi rilievi posti nelle vicinanze del parco, tra cui la [[Linaria supina|linajola dei serpentini]] e la [[Hypochaeris robertia|costolina appenninica]]<ref name=provincia/>.
 
==Note==
Line 34 ⟶ 54:
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=Nadia Cartasegna, ''|titolo=Il giardino alpino di Pietra Corva'', |città=Romagnese, |editore=Consorzio per la gestione del giardino alpino di Pietra Corva, |anno=1986}}
*''{{cita libro|titolo=Il Giardino di Pietra Corva: territorio, ambienti, itinerari'', a cura della |editore=Provincia di Pavia, Settore Politiche Agricole, Faunistiche e Naturalistiche, |città=Pavia, |anno=2004}}
 
==Voci correlate==
*[[Oltrepò Pavese]]
*[[Associazione internazionale giardini botanici alpini]]
*[[Gruppo di lavoro per gli orti botanici e i giardini storici]]
*[[Oltrepò Pavese]]
*[[Società botanica italiana]]
 
==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|url=http://www.ortobotanicoitalia.it/lombardia/pietracorva/ |titolo=Il Giardino alpino di Pietra Corva] nel sito ''Orto botanico Italia''}}
*[http://www.provincia.pv.it/index.php?option=com_content&view=article&id=221:giardino-alpino-di-pietra-corva&catid=185&Itemid=122&lang=it Il Giardino alpino di Pietra Corva nel sito ufficiale] della [[Provincia di Pavia]]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|botanica|Emilia|Lombardia}}
 
[[Categoria:Orti botanici della provincia di Pavia]]
Line 54 ⟶ 73:
[[Categoria:Aree naturali protette della provincia di Piacenza]]
[[Categoria:Romagnese]]
[[Categoria:Pecorara]]
[[Categoria:Alta Val Tidone]]