Rivolta di Pirano: differenze tra le versioni

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La notizia della rivolta, accese gli spiriti [[Irredentismo|irredentisti]] [[Irredentismo italiano|italiani]] al punto da provocare un'interpellanza verso il presidente della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] da parte del deputato [[Matteo Renato Imbriani]] con cui chiedeva: "''se, in cospetto della condotta del governo austriaco contro la nazionalità italiana e delle generose proteste di quei nostri fratelli dell'Istria, il Governo, di cui egli è capo, intende alfine compiere quel dovere italiano, che dovrebbe essere la missione dell'Italia risorta.''"<ref>{{Cita|Civ.Catt|p. 491-492}}</ref>
 
L'eco della rivolta arrivò anche al V Congresso della [[Società Dante Alighieri]], riunitasi al teatro Piccinini a Bari {{chiarire|in un discorso applauditissimo|Fatto da chi?}}, con chiare allusioni {{chiarire|ai fratelli disgiunti del sindaco di
Bari e deputato pugliese e di Bonghi|Cosa significa?}}, presidente della Società, che, riferendosi ai fatti di Pirano, sentenzióasserì che l'Austria èfosse violatrice delle sue leggi, che assicuranoassicuravano un eguale trattamento a tutte le nazionalità.<ref>{{Cita|Civ.Catt|p. 491-492}}</ref>
 
La rivolta si concluse con un nulla di fatto, e il 5 novembre, accompagnata da uno spiegamento militare, la tabella bilingue fu rimessa sul poggiolo del Palazzo del Giudizio di Pirano<ref>{{Cita|C.Pellegrini|p.171}}</ref> dietro ordine del commissario imperiale Hohegger, provocando le dimissioni per protesta del [[Podestà, conti e sindaci di Pola|podestà]] Fragiacomo ed una infruttuosa protesta al governo di Vienna dei deputati istriani<ref>{{Cita|S.Barzillai|p.6}}</ref>. Alla città fu imposto di versare qualche centinaio di fiorini all'amministrazione militare per il mantenimento delle truppe inviate per fronteggiare questa emergenza <ref>{{Cita|Apollonio (1966)|p. 27}} </ref>