Papa Gregorio VII: differenze tra le versioni
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Tutta l'opera di Gregorio fu basata sui seguenti principii: la Chiesa è stata fondata da Dio ed è incaricata del compito di abbracciare tutta l'umanità in un'unica società nella quale la volontà divina è l'unica legge; essendo un'istituzione di origine divina, la Chiesa si pone al di sopra di tutte le strutture umane, in particolare dello stato secolare; il Papa, nel suo ruolo di capo della Chiesa, è il vicereggente di Dio sulla Terra, e quindi la disobbedienza nei suoi confronti implica la disobbedienza a Dio o, in altre parole, l'abbandono della cristianità. Gregorio voleva fare in modo che tutti i più importanti motivi di disputa fossero indirizzati a Roma; gli appelli dovevano essere rivolti direttamente a lui; la centralizzazione del governo ecclesiastico a Roma comportò anche una riduzione del potere dei vescovi. Egli tentò l'attuazione di tali principii, immediatamente applicandoli alle condizioni sociali e politiche in cui si trovava ai suoi tempi l'Europa cristiana.
Gregorio avanzò verso diversi regni una pretesa di sovranità da parte della Sede apostolica e cercò di assicurarsi il riconoscimento dei diritti di possesso auto-proclamati. Sulla base dell<nowiki>'</nowiki>''uso immemore'', le isole di [[Corsica]] e [[Sardegna]] vennero assunte come appartenenti alla Santa Sede. Anche [[Spagna]] e [[Ungheria]] vennero reclamate come sua proprietà e venne fatto un tentativo per indurre il [[re di Danimarca]] a mantenere il proprio regno come [[feudo]] del Papa. Gregorio, però, era ben conscio della debolezza del proprio [[potere temporale]] e sapeva che poteva ricorrere solo alla propria autorità morale e spirituale. Ad esempio, rinunciò a deporre il vescovo [[simonia]]co Guerniero di [[Arcidiocesi di Strasburgo|Strasburgo]], perché comunque il suo posto "sarebbe stato preso da un altro in grado di sborsare un prezzo ancora più alto" (lettera del 15 luglio 1074). Questa sua debolezza risultò evidente dal comportamento dei [[Normanni]]. Le grandi concessioni fatte loro dal predecessore [[papa Niccolò II|Niccolò II]] non li fecero desistere dalla loro avanzata nell'Italia centrale, né li indussero ad assicurare al papato l'aspettata protezione. Quando Gregorio venne fronteggiato duramente da Enrico IV, [[Roberto d'Altavilla]] (l'alleato normanno del pontefice) lo abbandonò al suo destino; intervenne solo quando lui stesso venne minacciato dalle armate tedesche. Ma, una volta presa Roma, abbandonò la città alle sue truppe e l'indignazione popolare suscitata da questo atto portò all'esilio di Gregorio.
Egli considerava l'esistenza dello Stato come deroga della [[Provvidenza]], descrivendo la coesistenza di Chiesa e Stato come risultato del volere divino. Enfatizzò la necessità di unire il ''sacerdotium'' e l<nowiki>'</nowiki>''imperium'', ma non considerò mai i due poteri sullo stesso piano. La superiorità della Chiesa era per lui un fatto che non ammetteva discussioni e del quale non dubitò mai.
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[[File:CouncilofClermont.jpg|thumb|[[Papa Urbano II]] predica la [[prima crociata]] durante il [[concilio di Clermont]]. Alla fine dell'XI secolo la potenza della Chiesa era cresciuta tanto che arrivò a dirigere la politica occidentale come quando dette impulso al fenomeno delle [[crociate]]]]
La cosiddetta [[riforma gregoriana]] e la lotta per le investiture accrebbero notevolmente il potere del papato. A seguito di ciò il papato non fu più assoggettato all'imperatore e la Santa Sede si trovò a capo di stati vassalli, debitori di un tributo annuale,
Anche l'espansione del potente [[ordine cluniacense]] si rafforzò e, nel contempo, nacquero nuovi ordini come i [[camaldolesi]], i [[certosini]] e i [[cistercensi]], tutti sostenitori della riforma e del papato.<ref name="temps"/>
Il potere politico ed economico di questi ordini, e in particolare quello cluniacense prima e cistercense poi, fu tale da influenzare direttamente le decisioni dei principi. Il potere del clero arrivò al suo apice quando giunse fino a dirigere la politica sociale dell'Occidente, ad esempio quando dattero l'impulso per le [[crociate]]. Tuttavia, rispettando la divisione cristiana tra Cesare e Dio, il Papa arrivò a condividere il potere con le autorità secolari, come si ebbe modo di dimostrare in occasione del [[Concordato di Worms]] del 1122. D'altra parte, la sostenuta crescita economica di cui
== Gregorio e la sua "crociata" ==
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Di fronte a questa situazione, Gregorio vide questo progresso dei turchi a discapito della [[cristianità orientale]] "il segno dell'azione del diavolo" deciso a distruggere la cristianità, devastandola dall'interno con l'eresia e la corruzione degli ecclesiastici.<ref>{{cita|Flori, 2002|p. 232}}.</ref> Questa demonizzazione dei "[[saraceni]]" da parte degli ecclesiastici cristiani fu il frutto di una costruzione retorica avversa all'[[Islam]] esistente fin dai suoi inizi e di cui [[Isidoro di Siviglia]] e l'[[Apocalisse di Pseudo-Metodio]] sono considerati i precursori.<ref>{{cita|Tolan, 2003|p. 54}}.</ref>.
In reazione a questi fatti, papa Gregorio arrivò al punto di considerare di condurre di persona a [[Gerusalemme]] un esercito in aiuto dei cristiani d'Oriente. In questa prospettiva egli scrisse, il l2 febbraio 1074, a più principi affinché si mettessero "al servizio di San Pietro" offrendogli l'assistenza militare che gli dovevano e che gli avevano promesso. Il 1º marzo successivo tornò su questo progetto con una lettera destinata a "tutti coloro che vogliono difendere la fede cristiana". Il 7 dicembre dello stesso anno, Gregorio
Questo progetto di "crociata" non fu mai realizzato quando Gregorio VII era un vita; infatti le idee della guerra santa non avevano ancora convinto unanimemente i cristiani d'Occidente, ma furono poi riprese più tardi da [[Papa Urbano II]] che, in occasione del [[concilio di Clermont]] del 1095, dette impulso a quella che sarà conosciuta come la [[prima crociata]].
== Relazioni con i regni cristiani ==
Gregorio strinse relazioni con ogni nazione della cristianità; la sua corrispondenza giunse in [[Polonia]], in [[Boemia]] e in [[Russia]]. Scrisse in termini amichevoli al re musulmano della [[Mauritania]] e cercò senza successo di portare la [[Chiesa apostolica armena|Chiesa armena]] in comunione con Roma. Gregorio fu particolarmente interessato alle [[Chiese ortodosse orientali]]. Lo [[scisma]] tra Roma e la [[Chiesa bizantina]] fu per lui un duro colpo, e lavorò lungamente per ripristinare le precedenti relazioni fraterne. Gregorio riuscì a entrare in contatto con l'imperatore [[Michele VII Ducas|Michele VII]]. Quando la notizia dell'attacco arabo ai cristiani d'oriente giunse a Roma, e l'imbarazzo politico dell'imperatore bizantino aumentò, Gregorio concepì il progetto di una grande spedizione militare ed esortò i fedeli a partecipare alla riconquista della [[Basilica del Santo Sepolcro|Chiesa del Santo Sepolcro]].
Nelle relazioni con gli altri stati europei, l'intervento di Gregorio risultò molto più moderato rispetto alla sua politica nei confronti dei prìncipi tedeschi. Lo scontro con il [[Sacro romano impero]] da un lato gli lasciò poche energie per affrontare simultaneamente scontri analoghi e dall'altro ebbe caratteristiche particolari, fra cui la pretesa imperiale di eleggere e deporre papi. Anche [[Filippo I di Francia]], con la sua pratica della [[simonia]] e la violenza delle sue azioni contro la Chiesa, provocò una minaccia di misure punitive: scomunica, deposizione e interdizione apparvero imminenti nel 1074. Gregorio, comunque, evitò di tradurre le minacce in azioni, anche se l'atteggiamento del re non mostrò alcun cambiamento.
In Inghilterra, [[Guglielmo I d'Inghilterra|Guglielmo il Conquistatore]] ottenne anch'egli dei benefici da questo stato di cose. Si sentì così al sicuro da interferire in modo autocratico con la gestione della Chiesa, vietando ai vescovi di recarsi a Roma, effettuando nomine di vescovi e abati e rimanendo imperturbabile quando il Papa gli tenne una lezione sulle proprie opinioni circa le relazioni tra Stato e Chiesa, o quando gli proibì il commercio o gli ordinò di riconoscersi come vassallo della Sede apostolica. Gregorio non aveva potere per costringere il re inglese a una modifica delle sue politiche ecclesiastiche, scelse quindi di ignorare ciò che non poteva approvare, e trovò addirittura
== Concistori per la creazione di nuovi cardinali ==
{{vedi anche|Concistori di papa Gregorio VII}}
Papa Gregorio VII durante il suo pontificato
== Note ==
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