Italia centrale: differenze tra le versioni
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È difficile tracciare un netto confine di separazione dell'Italia centrale dal resto del Paese, sia da un punto di vista geografico sia storico-dialettale. A livello linguistico alcuni territori rientranti nella suddivisione amministrativa del Centro Italia parlano dialetti affini a quelli dell'Italia del Nord, poiché le vicende storiche che si susseguirono nel corso del tempo spostarono numerose volte i confini delle periferie dei vari imperi e nazioni passati come dimostra il caso dell'attuale [[Emilia-Romagna]] centro-orientale (da [[Rimini]] a [[Bologna]] e [[Ferrara]]) che fu per secoli terra pontificia come il [[Lazio]], l'[[Umbria]] e le [[Marche]]. I confini del papato lambirono infatti, durante la loro massima espansione settentrionale, il [[Veneto]] meridionale ([[Rovigo]]) e tali cambiamenti amministrativi crearono un rimescolamento etnico e linguistico i cui effetti sono ancora oggi visibili. In altri casi, le lingue e i dialetti parlati in una certa zona non dipendono da cambi di confini amministrativi, ma derivano da episodi storici lontanissimi del tempo.
A tal proposito si tenga presente, ad esempio, che le [[lingue gallo-italiche]], diffuse soprattutto in Italia settentrionale, si parlano anche in alcune zone dell'Italia centrale: nella [[Romagna toscana]],
Un altro caso, sempre in Toscana, riguarda il dialetto della [[provincia di Massa-Carrara]] e della [[Lunigiana]], assai affine all'emiliano pur essendo amministrativamente sotto [[Firenze]]. Si ricava da ciò che il concetto di Italia centrale è abbastanza effimero, poco corretto storicamente e linguisticamente. Cosa certa è comunque la sua espansione verso nord nel versante occidentale tirrenico ([[dialetto toscano]]), mentre su quello adriatico le vicende storiche legate alla Pianura Padana hanno favorito le parlate [[Lingue gallo-italiche|galloitaliche]], determinando uno sbilanciamento ovest-est del Nord Italia etno-linguistico a favore di quest'ultima zona.
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