Margarito di Brindisi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Konspirace Sibylla of Acerra.jpg|thumb|upright=1.4|Margarito con Sibilla e i presunti cospiratori contro Enrico VI]]
Margarito, che successe agli ammiragli [[Giorgio d'Antiochia (ammiraglio)|Giorgio di Antiochia]] e [[Maione di Bari]], guidò la flotta normanna sotto il regno di [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]] ([[1166]]-[[1189]]) e [[Tancredi di Sicilia|Tancredi]] (1189-1194). Probabilmente iniziò la sua carriera come pirata greco, se è vero che il suo nome ''Margarita'' (che nei documenti e nelle cronache è più diffusa della forma poi adottata ''Margarito'') è una modifica latina del termine [[greco bizantino]] {{Polytonic|ΜεγαϱείτηϚ}} (''Megareites'' = di [[Megara (città)|Megara]]).
 
Brindisi, con il [[Porto di Brindisi|suo porto]], eccezionale per dimensioni, sicurezza e collocazione geografica, fu la sua città di elezione: vi tenne buona parte della flotta e vi abitò. I contemporanei apprezzavano enormemente le qualità di Margarito, al punto da definirlo ''Rex maris'' o ''Novus Neptunus'', temutissimo dai nemici che lo consideravano niente più che un arcipirata.
 
Margarito compare inizialmente al fianco di Tancredi, allora [[conte di Lecce]], a capo della flotta in azioni di disturbo antibizantine per conto di Guglielmo II: attorno al 1185 occupò le [[isole ionie]] e successivamente assaltò l'isola di [[Patmos]]. Nella primavera 1186 guidò la flotta normanna a [[Cipro]] (dove il governatore [[Isacco Comneno di Cipro]] si era ribellato a Bisanzio), con azione spregiudicata catturò 70 [[trireme|triremi]] dell'[[imperatore bizantino]] [[Isacco II Angelo]] procurando la maggiore perdita navale dell'impero d'Oriente con la deportazione in Sicilia dei generali bizantini: in seguito a ciò fu nominato conte di [[Zante]], [[Cefalonia]] e [[Itaca]].
 
Nell'autunno [[1187]], re Guglielmo II lo inviò in [[Terrasanta]] dopo che [[Saladino]] aveva riconquistato [[Gerusalemme]]: Margarito, con 60 navi e 200 cavalieri, pattugliò la costa della [[Palestina]] impedendo costantemente a Saladino di occupare altri porti crociati; infine, nel luglio [[1188]] sbarcò a [[Tripoli (Libano)|Tripoli]], costringendo Saladino alla ritirata, e allontanò i saraceni anche da Marqab, Latakia e [[Tiro (città)|Tiro]].
 
Alla morte di Guglielmo (novembre [[1189]]) Margarito tornò in Sicilia e fu uno strenuo sostenitore della contrastata ascesa al trono di Tancredi. Tuttavia, l'anno successivo fu costretto a lasciare il [[porto di Messina]] sotto l'attacco di [[Riccardo Cuor di Leone]] che saccheggiò la città (4 ottobre 1190). Margarito difese le ragioni di Tancredi soprattutto nei confronti del [[re di Germania]] [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], che avendo sposato la zia di Tancredi, [[Costanza d'Altavilla]], avanzava pretese sul [[Regno di Sicilia]].
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Ma alla morte di Tancredi (20 febbraio 1194), per Enrico VI fu più facile attuare la conquista del regno: [[Marcovaldo di Annweiler]], al comando della flotta di navi pisane, genovesi e inglesi, costrinse alla resa prima Napoli e Messina e poi pose l'assedio a Palermo, che Margarito difese strenuamente fino al 20 novembre.
Nei patti della resa, Margarito ottenne che Palermo non venisse saccheggiata dai conquistatori e che fossero rispettate le vite di [[Sibilla di Acerra]], vedova di Tancredi, e dei suoi figli.
Tuttavia quattro giorni dopo l'incoronazione di Enrico VI (Natale 1194), Sibilla e i suoi figli con altri notabili della corte normanna (tra i quali Margarito), artatamente accusati di un complotto ai danni di Enrico, vennero imprigioni e inviati in Germania.
 
Nella primavera 1197 fu scoperta una seconda congiura a Palermo contro l’imperatore, e Margarito, nonostante la sua sicura estraneità a tale congiura, fu accecato ed evirato. Dopo il 1197 si perdono le sue tracce, ma certo Margarito non può essere sopravvissuto a lungo alle conseguenze della punizione inflittagli da Enrico VI.
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==Bibliografia==
*''Annales Ianuenses Otoboni Scribae'', in ''Annali Genovesi di Caffaro e de' suoi continuatori'', II (1189-1196), ed L. T. Belgrano e C. Imperiale di Sant'Angelo ([[Fonti per la storia d'Italia]], 1902), pp. 38-5338–53.
*''Rogeri de Hoveden Chronica'', ed. MGH SS 27 pp. 181-182181–182.
*[[John Julius Norwich]], ''Il Regno nel sole. I Normanni nel Sud 1130-1194'', Mursia, Milano, 1972.
*Carlo Alberto Garufi, ''Margarito di Brindisi, conte di Malta e ammiraglio del re di Sicilia'', in: ''Miscellanea di archeologia, storia e filologia dedicata al prof. Antonino Salinas'', Palermo, 1907, 273-282.
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*Alberto Del Sordo, ''Ritratti brindisini''; presentazione di Aldo Vallone. Bari, 1983
*Donald Matthew, ''I normanni in Italia'', Laterza, Bari 1997
*[[Andreas Kiesewetter]], ''Megareites di Brindisi, Maio di Monopoli e la signoria sulle isole ionie'', «Archivio Storico Pugliese», 59, 2006, pp. 46-9046–90
*{{DBI|margarito-di-brindisi|MARGARITO di Brindisi|autore=Andreas Kiesewetter}}
 
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== Collegamenti esterni ==
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