Castel San Pietro (Verona): differenze tra le versioni

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La funzione difensiva del colle si consolidava nel [[Medioevo]]. Si fa risalire a [[Berengario]] la sistemazione del [[Castrum]] nell’anno [[890]]. La ricostruzione del [[1393]] voluta da [[Gian Galeazzo Visconti]] ha cancellato le antiche preesistenze. In epoca veneta il [[castello]], con nuovi fabbricati interni, era destinato anche alla residenza del comandante militare. Nel [[1627]] sono documentati lavori di restauro negli alloggi dei soldati, nelle abitazioni del ''Governatore di Castelli'' e del capo dei bombardieri. Nel [[1703]] la caserma di [[fanteria]] esistente venne ampliata, per ospitare un presidio raddoppiato, da 150 a 300 uomini.
 
Nel [[1801]] i francesi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] distrussero gran parte del [[castello]] e degli edifici interni, compresa la [[chiesa]] e il [[mastio]], le cui rovine si trovano ancora all’interno del recinto. Tuttavia, i resti della [[cinta muraria|cinta]] per quanto rovinati sono ancora considerevoli, e meriterebbero maggiore riguardo per la loro conservazione.
 
Tra il [[1852]] ed il [[1858]] ci fu la progettazione e la costruzione della caserma austriaca, presente ancora oggi. Questo venne ordinato dal [[feldmaresciallo]] [[Radetzky]], fu progettato dei genieri austriaci sotto la supervisione di [[Conrad Petrasch]]. Il primo progetto (del [[1852]]) prevedeva tra l'altro la costruzione di torri a pianta circolare negli angoli, dove avrebbero trovato posto le scale, ma il progetto venne abbandonato. Un secondo progetto è del [[1853]], ma non venne neanche preso in considerazione, venne scelto invece un terzo progetto, riveduto da [[Conrad Petrasch|Petrasch]], che prevedeva un edificio ispirato all'architettura tedesca.
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Il [[cinta muraria|recinto]] del castello ha tracciato irregolare, di forma allungata, derivato dalla morfologia del sito d’impianto, sulla sommità del [[colle San Pietro|colle]]: i lati a ovest e a sud sono rettilinei, il lato orientale è a linea spezzata. Originariamente il recinto era munito di dodici [[torre|torri]]; è riconoscibile dalla [[muratura]] a corsi alternati di ciottoli e di mattoni. All’interno, verso l’estremità nordorientale, si elevava l’alto [[mastio]], oggi in rovina. Due porte d’accesso dotate di [[ponte#ponte levatoio|ponte levatoio]] erano poste rispettivamente sul fianco orientale, e sul fronte meridionale. Inoltre, una via di soccorso condotta su un’alta muraglia, lo collegava dall’angolo nord-occidentale alla sottostante [[torre]], appartenente alla [[cinta muraria|cinta collinare]] [[della Scala|scaligera]].
 
Precedentemente alla costruzione della caserma absburgica, la parte meridionale del castello era occupata da vari fabbricati e per l’acquartieramento dei soldati, dalla chiesetta di San Pietro in Castello, distrutti nel [[1801]] dai [[napoleoneNapoleone Bonaparte|napoleonici]]; il castello era dotato di una grande [[cisterna]] sotterranea, edificata nel [[XVI secolo|Cinquecento]], probabilmente ancora conservata.
 
La [[caserma]] di [[fanteria]] si eleva all’interno dell’orginario [[cinta muraria|recinto fortificato]] del castello visconteo, ed è in parte sovrapposta al sito d’impianto dell’antica chiesa di San Pietro. La [[caserma]] è a corpo lineare tripartito: la parte centrale, di maggiore estensione planimetrica, si eleva su quattro piani, adattandosi al dislivello del terreno; le due testate a [[torre]], sporgenti sul fronte principale, si innalzano di un ulteriore piano. L’impianto distributivo interno è regolato dagli elementi modulari dei grandi vani coperti da [[volta (architettura)|volte a sesto ribassato]]. Il corridoio, lungo il lato posteriore, è coperto all’ultimo piano da una [[volta (architettura)|volta a tutto sesto]]; su ogni livello disimpegna i grandi ambienti voltati (delle camerate comuni).