Principato (diritto): differenze tra le versioni

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==Esempi==
Per i [[Normanni]], il Principato aveva il preciso intendimento di sottolineare l'assoluta sovranità del suo Principe, prendendo quasi a modello l'antico concetto di ''princeps'' tipico dell<nowiki>'</nowiki>''Imperator'' romano, senza cioè farlo in qualsiasi modo ricadere sotto l'autorità (ancorché solo nominale) del [[Papato]].
*Durante la dominazione [[normanna]], la regione meridionale della [[Campania]], da [[Amalfi]] a [[Policastro]], era un principato amministrato da un [[giustiziere (funzionario)|giustiziere]].
Fu esattamente questo intento che mosse, ad esempio, [[Boemondo di Antiochia|Boemondo di Taranto]] ad istituire per sé e i suoi discendenti un dominio [Crociati|crociato]] ad [[Antiochia]], senza farlo minimamente dipendere dal benvolere del Papa o dell'[[Imperatore bizantino]].
 
*Durante la dominazione [[normanna]], la regione meridionale della [[Campania]], da [[Amalfi]] a [[Policastro]], era un principato amministrato da un [[giustiziere (funzionario)|giustiziere]].
 
==Ambito islamico==
Del tutto inesatto assimilare invece l'[[Emiro|Emirato]] al Principato. Il termine [[Lingua araba|arabo]] ''amīr'' ({{arabo|ﺍﻫﻴﺮ}}), infatti, sottolinea il semplice (anche se fondamentale) diritto di impartire ordini che i suoi sudditi hanno il dovere dii eseguire senza indugio. Il principio della primazia è del tutto assente. L'espressione quindi ''[[Amir al-Mu'minin|Amīr al-Muʾminīn]]'', spesso malamente tradotta "Principe dei Credenti", deve assai più propriamente essere tradotta come "Comandante dei Credenti", con la sottolineatura che il [[Califfo]] ha diritto di vedersi ubbidire, anche se gli manca (come in effetti regolarmente gli mancò) qualsiasi aura di supremazia giuridica e spirituale.
 
*[[Principati danubiani]]