Ciccio Formaggio: differenze tra le versioni

brano della canzone napoletana del 1940
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(Nessuna differenza)

Versione delle 19:40, 22 lug 2010

Ciccio Formaggio è un brano della canzone napoletana del 1940.

Ciccio Formaggio
Artista
Autore/iGigi Pisano
Giuseppe Cioffi
GenereCanzone napoletana
Data1940

Tra i molti capolavori del fecondo binomio artistico Pisano - Cioffi, Ciccio Formaggio venne realizzata per Nino Taranto che la portò al debutto nel 1940 al teatro Vincenzo Bellini di Napoli.

Il testo racconta, narrate dal protagonista Ciccio Formaggio, le angherie subite dalla fidanzata Luisa, la quale inventa mille sistemi per bersagliarlo con scherzi crudeli che lo mettono in ridicolo di fronte agli altri.

(NAP)

«Si me vulisse bene o veramente
nun me facisse 'ncüitá d'a gente
nun me tirasse 'e pile 'a dint'e rrecchie
nun me mettesse 'e dite adinte 'll'uocchie»

(IT)

«Se mi volessi bene veramente
non mi faresti sbeffeggiare dalla gente
non mi strapperesti i peli dalle orecchie
non mi metteresti le dita dentro agli occhi»

Come molte canzonette di successo fu presto modificata per scopi di satira politica. Il primo a parodiarne il testo con questi intenti fu Totò che ne interpretò una versione riveduta e corretta, in coppia con Anna Magnani, presentandola al Teatro Valle di Roma, il 26 giugno 1944, quando la città era già saldamente in mano agli Alleati. Nella pièce, Totò impersonava Mussolini vestito da Pinocchio e rimproverava l'Italia, interpretata dalla Magnani vestita da Salomè, per essere stata troppo passiva e non aver avanzato critiche nel momento in cui era necessario farle.[1]

«Se mi volevi bene, in quei momenti
non mi dovevi fare i monumenti.
Dovevi fare almeno sola la mossa
d'organizzà uno straccio di sommossa
quand'io pontificavo dal balcone
dovevi farmi almeno un pernacchione»

Note

  1. ^ Ennio Bispuri, Vita di Totò, Gremese, Roma, 2000, pag.173