Quinto Fabio Ambusto (tribuno consolare): differenze tra le versioni

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|PostNazionalità = {{sp}}del [[V secolo a.C.]]
}}
 
== Assedio di Chiusi ==
Quinto Fabio nel [[391 a.C.]] fu inviato dal Senato romano, insieme ai due fratelli [Cesone Fabio Ambusto]], [[Numerio Fabio Ambusto]], a [[Chiusi]] per trattare con i [[Senoni|Galli Senoni]], guidati da [[Brenno]], nell'assedio della città etrusca.
 
Come gli altri fratelli non si distinse per le capacità diplomatiche, anzi contravvenendo alle regole delle ambascerie, con il suo intervento attivo nel conflitto, determinò tutta la serie di eventi che avrebbero portato, l'anno successivo, alla discesa dei Galli a Roma.
 
{{q|Anzi, Quinto Fabio, spintosi al galoppo al di là delle prime linee, uccise trafiggendolo nel fianco con l'asta il comandante dei Galli che si stava lanciando impetuosamente contro le schiere etrusche. Mentre Fabio raccoglieva le spoglie del nemico abbattuto, i Galli lo riconobbero e la notizia che si trattava dell'ambasciatore romano fece il giro delle truppe.|Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 36.}}
 
I Galli inviarono un'ambasciata a Roma, per ottenere la consegna di Quinto Fabio perché fosse gudicato per il suo crimine, ma il Senato per non dispiacere alla famiglia dei Fabii, lasciò la decisione al popolo che, non solo non condannò l'operato dei tre Fabii, ma li nominò alla massima magistratura romana, ottennendo così che i Senoni volgessero le loro armi contro Roma<ref>Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 36.</ref>.
 
== Tribunato consolare ==