Quartetto per archi n. 23 (Mozart): differenze tra le versioni

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Il terzo movimento, ''Menuetto: Allegretto - Trio'', sarebbe invece, sempre secondo Mila, caratterizzato da una certa "freddezza espressiva"; si distingue per l'uso insistito dell'[[acciaccatura]]<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pag. 78.</ref>.
 
Il quarto e ultimo movimento è un ''Allegro'', in forma mista di sonata e rondò, il cui primo tema è in quartine discendenti di semicrome, mentre il secondo tema, in Re minore, è caratterizzato da una certa tragicità<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pagg. 78-9.</ref>. Dopo l'esposizione del secondo tema, il primo tema riappare e viene sottoposto a una complessa elaborazione contrappuntistica. Si ha poi una sezione di sviluppo, basata sul primo tema e caratterizzata da una serie di audaci modulazioni e dai continui spostamenti d'accento ritmico; caratteristiche che si ritrovano anche nella coda. Come osserva Mila, in questo finale "il moto vorticoso del girotondo suggerisce un colorito pittoresco, da danza ungherese, e i mulinelli di quartine che roteano su se stesse fanno pensare all'illusionismo ritmico che certi autori modernissimi, come Bartok[[Béla Bartók|Bartók]] o [[Bohuslav Martinů|Martinu]], sanno istituire grazie a semplici spostamenti degli accenti metrici"<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pagg. 79-80.</ref>.