Quartetto per archi n. 23 (Mozart): differenze tra le versioni

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Il '''Quartetto n. 23 in fa maggiore K. 590''' è il terzo e ultimo dei tre quartetti d'archi ([[Quartetto K 575|K 575]], [[Quartetto K 589|K 589]], K 590) che [[Wolfgang Amadeus Mozart]] scrisse fra il giugno 1789 e il giugno 1790 su commissione da parte dell'allora re di [[Prussia]], [[Federico Guglielmo II di Prussia|Federico Guglielmo II]]<ref>Note di copertina di Maria Grazia Sità all'edizione discografica, ''Mozart - i dieci grandi quartetti per archi'', Alban Berg Quartett, CD n. 4, allegato al n. 66 di "Classic Voice", novembre 2004.</ref>. E'È anche l'ultimo dei ventitré quartetti per archi di Mozart.
 
L'ordinazione pervenne a Mozart durante il viaggio che egli fece a [[Berlino]] nell'aprile 1789; il re Federico Guglielmo II, che era un buon suonatore di violoncello, commissionò a Mozart sei quartetti per archi, ma il musicista ne portò a compimento soltanto tre, che a causa della loro origine sono comunemente soprannominati "'''Quartetti prussiani'''"; le tre partiture sono caratterizzate dal ruolo importante che in esse è attribuito alla parte del violoncello<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pagg. 69-70.</ref>. E'È stato ipotizzato che, ad un certo punto, Mozart si sia stancato di dover ottemperare alla condizione, postagli dal sovrano, di privilegiare la parte del violoncello, e che tale insofferenza sia stata un motivo per il quale l'ordinazione rimase parzialmente inevasa; ciò risulterebbe particolarmente evidente negli ultimi due tempi del quartetto K 590, nei quali il violoncello perde quasi per intero il suo ruolo predominante<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pag. 80.</ref>.
 
Il primo movimento, ''Allegro moderato'', è in [[forma-sonata]]. Il primo tema inizia con le tre note discendenti dell'accordo perfetto di Fa maggiore, seguite da una scala discendente di quaranta note<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pag. 76.</ref>. Il secondo tema, in Do maggiore, è esposto dal violoncello<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pagg. 76-7.</ref>. Lo sviluppo, che inizia riprendendo le ultime note dell'esposizione, è caratterizzato dal fitto dialogo tra il primo violino e il violoncello, e termina con il trattamento contrappuntistico del primo tema<ref>Massimo Mila, ''I quartetti di Mozart'', Einaudi, Torino 2009, pag. 77.</ref>.