Þjálfi: differenze tra le versioni

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Snorri ne parla nel ''[[Gylfaginning]]'', quando racconta di un viaggio di [[Thor]] e [[Loki (mitologia)|Loki]] verso lo [[Jötunheimr]], a levante. Durante il viaggio, fece visita alla famiglia di un contadino, il padre di Þjálfi, e prese le sue due [[capra|capre]], le abbatté, le scuoiò e le cucinò. Dopo il pasto, prima di coricarsi, lasciò disposizione che tutte le ossa fossero riposte sulle rispettive pelli che erano state adagiate al suolo presso il fuoco. La famiglia fece così ma Þjálfi afferrò l'osso della coscia di una capra, lo divise con il coltello e lo spezzò per prenderne il [[midollo osseo|midollo]]. All'alba del giorno seguente il dio prese il suo martello [[Mjöllnir]], lo levò in alto, e consacrò la pelle delle capre, le quali resuscitarono.
 
Quando il dio vide che una di esse zoppicava intuì che l'osso era rotto, e corrugò a tal punto la fronte per l'ira e stringeva con tale veemenza il suo martello, che il contadino tremò e cadde in ginocchio, e successivamente implorò clemenza. Ma quando vide la disperazione negli occhi di costoro si spense l'ira nel dio che accettò come giusta compensazione i due figli del contadino, che divennero da qualetale giorno suoi servi.
 
Pertanto accompagnando i due dei e con la sorella, Þjálfi intraprese il viaggio verso il regno dei [[Hrímþursar|giganti]], nel quale il ragazzo prende parte ad una sfida di corsa, essendo velocissimo.