Villa di Monaciano: differenze tra le versioni

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Elemento caratterizzante il giardino è l'acqua presente in alcune fontane, nei giochi d'acqua che caratterizzano alcune strutture e soprattutto nel ninfeo. Questo conosciuto anche come ''Laghetto della Venere'', ha due grotte sottostanti in pietra spugnosa e al centro uno scoglio con una scultura di ''bagnante'' con due zampilli d'acqua ai piedi.
 
Corredano inoltre il parco, una grande [[voliera]] in muratura e in ghisa, una [[limonaia]] con una ricca collezione di [[agrumi]] di grandi dimensioni e un raro esemplare di [[serra calda]] dotata di impianto di riscaldamento ancora funzionante. La sua costruzione documentata a partire [[dal [[1881]], occupa all'interno del giardino una posizione predominante, che ha forse contribuito a salvaguardarla da successivi cambiamenti e trasformazioni. Indicativa dell'interesse botanico del Pucci Sansedoni, che all'epoca era socio benemerito della [[Regia Società Toscana di Orticultura]] si distingue per essere l'unica grande struttura del genere presente nella zona. Al suo interno vengono ancora oggi coltivate e riprodotte da un esperto giardiniere piante esotiche, tra cui una collezione di [[begonie]], di [[felci]], di [[orchidee]] e di [[anturium]].
 
Attualmente sia la villa che il parco sono oggetto di restauro e "riprogettazione" di spazi ora considerati separati e meno importanti, che in futuro diverranno parti integranti del giardino e motivi di grande interesse. In particolare l'attenzione è rivolta a quell'area situata nella parte bassa del parco chiamata galoppatoio. Questo spazio è stato scelto per il progetto di un ''teatro di verzura'' che verrà realizzato in futuro. Esso vuol essere un segno che si distingue per la sua contemporaneità pur mantenendo una funzione tipica dei giardini storici e adattandosi alla morfologia e alla vocazione del luogo.