Amicus Plato, sed magis amica veritas: differenze tra le versioni

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[[Ammonio Sacca|Ammonio]], nella ''Vita di Aristotele'', attribuiva una formula simile a [[Platone]] il quale, riferendosi al suo maestro [[Socrate]], avrebbe affermato: '''''amicus Socrates, sed magis amica veritas'''''. Espressione di significato analogo si ritrova infatti nel ''[[Fedone]]'': «Socrates quidam parum curandus, et veritas plurimum» (''Di Socrate ci si deve occupare un po' e della verità molto di più'').<ref>Platone, ''Fedone, 91 C.</ref>
 
Anche [[Aristotele]] si era espresso in maniera analoga affermando che : «pur essendoci care entrambe le cose[gli amici e la verità] è dovere morale preferire la verità».<ref>Aristotele, ''[[Etica nicomachea]]'', I, 4, 1096 a 16.</ref> La frase indica che Aristotele, nonostante apprezzasse l'amicizia non avrebbe rinunciato per amore della verità a criticare quelle dottrine che la mettessero in dubbio.
 
Anche se in realtà Aristotele non menzionò esplicitamente Platone, la tradizione ha poi attribuito a lui, o anche a lui, la formula in questione, inserendo nella medesima sia il nome di Socrate che quello di Platone: «''amicus Plato, amicus Socrates, sed prehonoranda veritas''» (amico Platone, amico Socrate, ma al di sopra di tutto bisogna onorare la verità).<ref>Lutero, ''De servo arbitrio''.</ref> La forma della frase come oggi viene comunemente citata sembra risalire invece al XVII secolo.<ref>[[Miguel Cervantes]], Don Chisciotte, II, 51.</ref>