Mastino I della Scala: differenze tra le versioni

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{{Della Scala}}
==Idee politiche e prime imprese==
Di ideali ghibellini, dimostrò di preferire la pace alla guerra: fece richiamare all'interno delle mura cittadine avversari già espulsi come la famiglia dei conti di [[Sambonifacio|San Bonifacio]] e stipulò amichevoli trattati di pace con la guelfa e vicinissima [[Mantova]], oltre che con gli [[estensi]]. Un cronista del tempo, per riassumere in poche parole il capitanato di Mastino, affermò: "Fu fatta pace". Finito il breve periodo in cui ricoprì la carica di podestà, lasciò l'incarico al veneziano Andrea Zeno. Così facendo ottenne dalla sempre più potente Venezia, la possibilità, per i mercanti veronesi, di commerciare e trafficare liberamente nelle acque dell'[[Adige]].
 
Mastino, nonostante avesse tra i suoi obiettivi fin dall'inizio un piano di conquista della signoria di Verona, sapeva come agire senza destare timori ai concittadini e fuori città<ref>M. Carrara. Gli Scaligeri. Varese, Dell'Oglio, 1966. p. 18</ref>. Tenne particolarmente conto dei consigli del fratello [[Alberto della Scala|Alberto]], anch'egli molto abile. Mastino capì che importantissimo era l'appoggio della [[mercante|classe mercantile]], della quale faceva parte, che produceva ricchezza e poteva fornire soldati, oltre ad avere la maggioranza nei consigli cittadini.