Publio Postumio Tuberto: differenze tra le versioni

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A quel punto Postumio inviò [[Spurio Larcio]] con la cavalleria per ristabilire l'equilibrio. Infine con il sopraggiungere della fanteria i Sabini furono costretti a fuggire in rotta; solo il sopraggiungere della notte li salvò dall'annientamento. I due consoli ottennero per questo l'onore del [[trionfo]].<ref name="Plutarco_21">Plutarco, 21.</ref>
 
Venne eletto console una seconda volta nel [[503 a.C.]] assieme a [[Agrippa Menenio Lanato]],<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', V, 44.</ref> conquando il qualeprima si trovò a fronteggiarefronteggia gli attacchi dei Sabini, su cui i romani ebbero la meglio durante gli scontri campali nei pressi di [[Eretum]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', V, 44-47.</ref>, e poi la defezione delle città di [[Suessa Pometia|Pometia]] e [[Cori]], passate nelle filefila degli [[Aurunci]]. Dopo aver sconfitto un ingente esercito aurunco, i due consoli mossero battaglia a Pometia; la battaglia, combattuta ferocemente da ambo le parti, fu vinta dai Romani, che decretarono il [[trionfo]] per i due consoli<ref>[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], [http://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_II lib. II, par. 16]</ref>. Secondo la versione di Dionigi, solo Menenio ottenne il trionfo, mentre a Postumio fu concesso solo l'[[ovazione]], per il comportamento imprudente che tenne durante i primi scontri contro i Sabini.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', V, 47.</ref>
 
 
{{citazione|...l'intero conflitto si concentrò su Pomezia. Non ci fu un attimo di requie né prima né durante la battaglia. Il numero dei caduti superò di gran lunga quello dei prigionieri. E questi ultimi vennero passati per le armi senza troppe sottigliezze. Nessuna pietà nemmeno per i trecento ostaggi che erano stati consegnati.|[[Tito Livio]], [[Ab Urbe condita libri]], lib. II, par. 16}}