Libero Andreotti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m →‎Collegamenti esterni: Bot: fix citazione web (v. discussione)
massicci interventi sulla lingua
Riga 18:
[[Immagine:L andreotti saronno.jpg|thumb|Monumento ai Caduti di Saronno]]
[[Immagine:Christ in Bozen.jpg|thumb|Cristo Redentore nel Monumento alla Vittoria di Bolzano]]
Dall'età di otto anni sino ai diciassette anni lavorò in una officina di fabbro, poi a Lucca incontrò [[Alfredo Caselli]] e il poeta [[Giovanni Pascoli]], che lo iniziarono agli interessi artistici e culturali. Lo zio [[Ferruccio Orsi]] gli trovò lavoro a Palermo, presso una libreria dell'editore Sandron, e dove fu assunto come illustratore del settimanale socialista ''La battaglia''.
 
Deluso dagli ambienti isolani, fece ritorno in Toscana, a Firenze, ove proseguì l'attività d'illustratore, caricaturista, ceramista.
Partito per Milano, si iniziò a dedicarsidedicò alla scultura di piccole dimensioni. Fu aiutato e sostenuto dal mercante d'arte [[Vittore Grubicy de Dragon]], che capìcomprese il suo talento e lo portò alla [[Biennale di Venezia]] dove partecipò alla [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|VII Esposizione internazionale d'arte]] e, successivamente, a Parigi.
Il soggiorno parigino fu importante, giacché gli permisediede l'opportunità di sprovincializzarsiperdere un certo provincialismo e acquisire nuove competenze tecniche. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale rientrò in Italia dove strinse una profonda e proficua amicizia con il critico [[Ugo Ojetti]], dovetteche rientrarelo inintrodusse nei maggiori centri artistici dell'Italia settentrionale.
 
Nel 1922, ricevette la prima commissione di grandi dimensioni (ilper la realizzazione del monumento ai caduti di [[Roncade]]),; seguiranno i lavori ai monumenti di [[Saronno]], alla [[basilica di Santa Croce]] a Firenze, all'[[Monumento alla Vittoria (Bolzano)|Arco della Vittoria]] di Bolzano. Nel 1928 eseguì iìun gesso, poi non fuso in bronzo, dal titolo ''Ritorno dopo la vittoria'' che fu esposto sul sagrato del [[Tempio della Vittoria di Milano]] nell'occasione della sua inaugurazione.
Strinse una profonda e proficua amicizia con il critico [[Ugo Ojetti]], che lo inoltrò nei maggiori centri artistici del nord Italia.
 
GliAndreotti trascorse gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Firenze, dove fu animatore dell'ambiente culturale cittadino.
Nel 1922, ricevette la prima commissione di grandi dimensioni (il monumento ai caduti di [[Roncade]]), seguiranno i lavori ai monumenti di [[Saronno]], alla [[basilica di Santa Croce]] a Firenze, all'[[Monumento alla Vittoria (Bolzano)|Arco della Vittoria]] di Bolzano.
 
Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Firenze, dove fu animatore dell'ambiente culturale cittadino.
 
È sepolto nel cimitero delle Porte Sante di [[San Miniato al Monte]] in Firenze.
 
Negli anni ottanta del Novecento1980, Pescia acquisì un notevole quantitativo di gessi del suo concittadino, che gli erano serviti come base delle sue opere. Essioggi costituiscono la Gipsotecagipsoteca ''Libero Andreotti'', allestita nei locali dell'antico ''Palagio'' comunale.
 
==Bibliografia==