Giamblico: differenze tra le versioni

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Giamblico compose diversi commenti alle opere platoniche ed aristoteliche e una raccolta di epistole che ebbero grande circolazione in tutto l'Impero, oltre che alcuni trattati (''Sulle Virtù'', ''Sull'Anima'') e un imponente scritto, ''Sul Pitagorismo'', in dieci libri. Quest'ultimo, così come la lettera conosciuta con il titolo ''Sui misteri degli Egizi'', faceva parte della polemica condotta contro l'autorità di [[Plotino]], la cui esegesi del platonismo aveva saputo imporsi come dominante fino ad allora.
 
È stato ipotizzato che le [[Enneadi]] edite da [[Porfirio]] e il trattato sul [[Pitagora|pitagorismo]] abbiano rappresentato i due nuclei della battaglia intellettuale, al termine della quale, tuttavia, fu Giamblico a prevalere.
 
I suoi scritti più conosciuti sono ''La vita di [[Pitagora]]'' (primo libro del trattato in dieci volumi ''Sul Pitagorismo''), dove si sofferma a esaltare il rispetto verso gli animali e il [[vegetarianismo]]<ref>Giamblico, ''Vita di Pitagora'', in ''Summa pitagorica'', Bompiani, 2006, pp. 161-163. ISBN 88-452-5592-1.</ref>, e ''I misteri degli egizi'', pubblicato in risposta ad una critica di [[Porfirio]] riguardo all'enfatizzazione dell'importanza dei riti misterici nella pratica filosofica. In realtà, il titolo di quest'opera, impostosi con la scelta di [[Ficino]] (che l'aveva tradotta come ''De Mysteriis Aegyptiorum, Chaldaeorum, Assyriorum'') è fuorviante. L'opera (il cui titolo esatto sarebbe ''Del maestro Abammone, risposta alla lettera di Porfirio ad Anebo, e spiegazione delle questioni che essa pone'') è probabilmente la più importante di quelle pervenuteci: in essa Giamblico, fingendosi un sacerdote egizio, Abammone, non solo fonda la dottrina della [[teurgia]], decretandone la superiorità sulla sola indagine razionale per ottenere una reale comprensione del mondo divino, ma provvede all'intero ''corpus'' della liturgia pagana e alla mantica tradizionale un fondamento teoretico.
 
In realtà, lo stesso titolo dell'opera, impostosi con la scelta di [[Ficino]] (che l'aveva tradotta come ''De Mysteriis Aegyptiorum, Chaldaeorum, Assyriorum'') è fuorviante. L'opera (il cui titolo esatto sarebbe ''Del maestro Abammone, risposta alla lettera di Porfirio ad Anebo, e spiegazione delle questioni che essa pone'') è probabilmente la più importante di quelle pervenuteci: in essa Giamblico, fingendosi un sacerdote egizio, Abammone, non solo fonda la dottrina della [[teurgia]], decretandone la superiorità sulla sola indagine razionale per ottenere una reale comprensione del mondo divino, ma provvede all'intero ''corpus'' della liturgia pagana e alla mantica tradizionale un fondamento teoretico.
 
== Le realtà intelligibili ==
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