Dote (società): differenze tra le versioni

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Anche nei più antichi testi a disposizione, come ad esempio il [[Codice di Hammurabi]] dell'antica [[Babilonia]], la dote è descritta come una consuetudine già esistente. Le figlie normalmente non ereditavano nulla dal padre, in compenso con il matrimonio ricevevano una dote dai genitori, che offriva loro una sicurezza proporzionale a quanto la famiglia poteva permettersi<ref name=jct09>{{cita web |autore= James C. Thompson |url= http://www.womenintheancientworld.com/hammurabilawcode.htm |titolo= Women in Babylonia Under the Hammurabi Law Code |data= luglio 2010 |lingua= en |accesso= 21 novembre 2016}}</ref>. A Babilonia erano in uso sia la dote che il prezzo della sposa, tuttavia quest'ultimo era quasi sempre compreso nella dote<ref name=jct09 />. In caso di divorzio senza ragione l'uomo doveva restituire la dote alla moglie così come il prezzo della sposa andava restituito al marito. La restituzione della dote poteva essere evitata se il divorzio rientrava in uno dei casi previsti dalla legge<ref>[[s:The Code of Hammurabi (Harper translation)|The Code of Hammurabi]] traduzione di Robert Harper (1923)</ref>.
 
La dote era amministrata dal marito come parte del patrimonio di famiglia; egli però non ne poteva disporre liberamente e legalmente la dote doveva essere mantenuta separata in quanto ci si aspettava fosse dedicata alla moglie e ai figli. La moglie aveva diritto alla sua dote alla morte del marito. In caso di morte della moglie senza figli, la sua dote ritornava alla famiglia di origine (al padre se ancora vivo, altrimenti ai fratelli) mentre in presenza di figli, andava divisa equamente tra loro ma non tra eventuali altri figli del marito da parte di altre donne.<ref name=jct09 />.
 
===Antica Grecia===