Eroe per caso: differenze tra le versioni

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== Trama ==
"Bernie" LaPlante è un ladruncolo che sta vivendo un periodo molto difficile della sua vita. Separato dalla moglie che lo ha lasciato, ha un lavoro precario, che nel seguito della storia perderà definitivamente, e sta subendo un processo per furto.
 
È molto affezionato al figlio a cui ha ripetuto spesso la sua filosofia di vita: si vive come in una giungla, ognuno deve cercare di sopravvivere come può senza interessarsi agli altri, pensando solo a sé stessi.
 
Una sera ha promesso al figlio di portarlo al cinema e si avvia verso la casa della ex moglie per andarlo a prendere. Ha un'auto malridotta e in aggiunta sta piovendo a dirotto. La sua auto si ferma in mezzo alla strada dove a poca distanza precipita un aereo: "Bernie" sente provenire dalla carlinga invocazioni di aiuto.
 
Impulsivamente s'incarica, tra imprecazioni e urla, di salvare i passeggeri tra i quali c'è anche una nota reporter televisiva. Anche lei viene salvata da "Bernie" che, coerente con la sua filosofia, approfitta della situazione per rubarle le carte di credito dalla borsetta e un premio giornalistico ricevuto prima del disastro aereo. Durante il salvataggio "Bernie" perde una delle sue scarpe a cui teneva molto.
 
Arrivano i pompieri e gli operatori televisivi, mentre "Bernie" si allontana a piedi ricevendo poi un passaggio in una vecchia auto, carica di lattine da riciclare, alla cui guida è un giovane barbone, John Bubber, a cui "Bernie" racconta quello che gli è appena successo; gli lascia anche, come ringraziamento, l'altra scarpa che gli era rimasta.
 
La giornalista salvata vuole rintracciare l'eroico ed anonimo salvatore e lancia quindi una campagna televisiva in cui si offre un premio di un milione di dollari a chi si farà riconoscere portando la scarpa uguale a quella perduta che è stata ritrovata.
 
Mentre "Bernie" è finito in galera, John Bubber approfitta dell'occasione e diventa agli occhi deldell'intera paeseAmerica un ricco osannato eroe, "l'angelo del volo 104", che dimostra con il suo altruistico comportamento che tutti, anche i più reietti, possono diventare eroi.
 
Uscito di galera, "Bernie", che la giornalista sospetta essere il vero eroe, ritraccia Bubber, che, non sopportando più la finzione, si vuole suicidare lasciando un messaggio nel quale rivela tutta la verità. Sul cornicione del palazzo da cui Bubber si vuol gettare, il vero e il falso eroe giungono a un accordo: a "Bernie", a cui interessa solo il denaro, una parte del premio, a John Bubber la gloria e il ruolo, che sa sostenere così bene, di eroe.<ref>M.Morandini, ''Dizionario dei film'' ed.2007, Zanichelli</ref>
 
== Critica ==