Otone: differenze tra le versioni

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La sera del 14 gennaio, solo quattro giorni dopo l'adozione di Pisone, Otone era preparato a far uccidere Galba nei [[Palazzi imperiali del Palatino]] subito dopo la cena, ma decise di rinviare l'azione per paura di inimicarsi la coorte che era di guardia, la stessa che aveva assistito agli assassinii di [[Caligola]] e Nerone.<ref name="SvOt6">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VI}}.</ref> Il giorno seguente presentò i suoi omaggi all'imperatore, assistette ai sacrifici presso il [[Tempio di Apollo Palatino|tempio di Apollo]] e all'orazione dell'[[Aruspicina|aruspice]],<ref name="SvOt6" /> quindi si accomiatò da Galba con la scusa di dover vedere una nuova casa da comprare o di sentirsi male e, attraverso un lungo giro che toccò la ''[[Domus Tiberiana]]'' e il [[Velabro]],<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 27}}.</ref> si recò presso il [[Miliario aureo]] nel [[Foro Romano|Foro]] dove lo attendevano i suoi complici.<ref name="SvOt6" /><ref group=N>Il motivo per cui Otone compì un lungo percorso per raggiungere il Foro non è stato chiarito. Secondo {{cita|Fraser 2007|pp. 624-631}}, il brano mostra un certo disprezzo di Otone per Roma: egli avrebbe passeggiato per la città come fosse un acquirente in visita alle sue future proprietà, poiché nel giro di poche ore sarebbe diventato imperatore.</ref> Egli quindi fu scortato al campo dei pretoriani, dove fu acclamato imperatore dalla folla,<ref name="SvOt6" /> fu sollevato sulle spalle dei soldati e posto sulla statua d'oro di Galba.<ref name="TacHist1.36">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 36}}.</ref><ref group=N>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 37}}, descrive il rapporto tra Otone e i soldati come una sorta di simbiosi. Nel discorso ai soldati seguito alla proclamazione, Otone avrebbe affermato: "Adeo manifestum est neque perire nos neque salvos esse nisi una posse" ("È chiaro che non possiamo morire né essere al sicuro se non insieme"). Si veda anche {{cita|Keitel 1987|p. 74}}.</ref>
 
Intanto Galba, che aveva ricevuto la notizia del tentativo di colpo di statoStato in maniera confusa, aveva inviato guardie per tutta la città.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.1}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XIX}}; {{cita|Garzetti 1974|p. 202}}.</ref> Fu raggiunto però da una nuova voce che diceva che Otone era stato ucciso dai pretoriani,<ref name="Dio64.6.2">{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.2}}.</ref> quindi scese dal [[Palatino]] e andò nel Foro.<ref>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XIX}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 34-35}}.</ref> Pisone, che aveva anche lui ricevuto delle notizie sull'accaduto, si precipitò nel Foro per stare con il padre:<ref name="TacHist1.39">{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 39}}.</ref> la folla li circondò e i cavalieri congiurati li trucidarono sul bordo del [[Lacus Curtius]].<ref>{{cita|Aurelio Vittore, ''De Caesaribus''|VI, 3}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XX}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VI}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 40}}; {{cita|Adkins 2014|p. 22}}.</ref><ref group=N>{{cita|Roche 2008|p. 109}}, rileva che soprattutto Tacito mette in risalto le crudeltà della presa del potere, forse amplificandole; nota, inoltre, che solo due persone furono uccise senza l'approvazione diretta di Otone: [[Tito Vinio]] e Sempronio Denso.</ref> Il corpo di Galba fu fatto a pezzi dai soldati e dal popolo.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 6.3}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Galba'', XX}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 41}}.</ref><ref group=N>{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Vitellio'', X}} parla dell'esistenza di lettere scritte dai pretoriani a Otone con le quali chiedevano una ricompensa per il ruolo svolto nell'uccisione di Galba; per questo Vitellio, ottenuto il potere a seguito della morte di Otone, ne fece giustiziare centoventi.</ref> Come immediata conseguenza, furono nominati i nuovi [[Prefetto (storia romana)|prefetti]]: il [[Prefetto del pretorio|pretorio]] fu assegnato a [[Plozio Firmo]] e [[Licinio Proculo]],<ref>{{cita|Bunson 2009|p. 212}}.</ref> mentre [[Tito Flavio Sabino (console 47)|Flavio Sabino]] diventò [[Praefectus urbi|prefetto della città]].<ref>{{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 46}}; {{cita|Wellesley 2002|p. 27}}.</ref>
 
Quella stessa sera, Otone ricevette l'investitura dai [[senato romano|senatori]] con il nome di "[[Augusto (titolo)|Augusto]]", la [[Tribuno della plebe|potestà tribunizia]] e altre dignità appartenenti all'imperatore.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXIV, 8.1}}; {{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Otone'', VII}}; {{cita|Tacito, ''Historiae''|I, 47}}; {{cita|Bunson 2009|p. 101}}.</ref> Otone dovette il suo successo al risentimento covato dai pretoriani<ref group=N>Sulla fedeltà dei pretoriani a Otone, che risaliva alla marcia dalla Spagna nel 68, si veda {{cita|Roche 2008|pp. 121-122}}.</ref> e dal resto dell'esercito per il rifiuto di Galba di pagare le somme promesse a chi aveva supportato la sua ascesa al trono;<ref>{{cita|Le Bohec 2013|p. 186}}; {{cita|Montanelli 2011|p. 287}}; {{cita|Sampoli 2003|p. 244}}.</ref> inoltre la popolazione della città non gradiva Galba e rimpiangeva la memoria di Nerone.<ref>{{cita|Wellesley 2002|p. 30}}.</ref>[[File:Arte classicista, busto di ottone, XVI-XVII sec 02.JPG|thumb|upright=0.8|left|Busto marmoreo di Otone ([[Palazzo Medici Riccardi]], [[Firenze]])]]