Giuseppe Bertini (pittore): differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Bertini fresco of Galileo Galilei and Doge of Venice.jpg|thumb|right|Affresco di Giuseppe Bertini, rappresentante [[Galileo Galilei]] nell'atto di mostrare l'uso del cannochiale al [[doge di Venezia]] ([[Ville Ponti|Villa "Andrea Ponti"]], [[Varese]]).]]
Giuseppe Bertini era figlio di Giovanni, noto pittore ticinese di vetrate che realizzò quelle grandiose dei finestroni dell'abside del [[Duomo di Milano]]. Entrò all'età di 13 anni alla [[Accademia di Belle Arti di Brera]] a [[Milano]] collaborando contemporaneamente all'attività paterna che porterà avanti realizzando, tra le tante, la vetrata che raffigura ''San Vittore a cavallo'' nella basilica di [[Varese]] e a Milano le [[Vetrate del Duomo di Milano|vetrate della facciata del Duomo]]. Fu allievo di [[Luigi Sabatelli]] e di [[Giuseppe Bisi]] (marito della pittrice [[Ernesta Legnani Bisi]]). Nel [[1845]] vince il Gran Premio dell'Accademia di Brera con il dipinto ''L'incontro di Dante e frate Ilario''.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-bertini_(Enciclopedia-Dantesca)/ |titolo=Giuseppe Bertini |autore=Fortunato Bellonzi |sito=Treccani.it |data= |lingua=It |accesso=11 gennaio 2017 }}</ref>
 
Ha occasione di visitare in diverse occasioni [[Venezia]], [[Firenze]] e [[Roma]] rimanendo affascinato dall'arte antica, in special modo dell'epoca del [[Rinascimento]], la cui conoscenza lo porterà a diventare prima il consigliere artistico del suo amico, il nobile [[Gian Giacomo Poldi Pezzoli]], e poi ad essere il primo direttore dell'omonimo museo [[Museo Poldi Pezzoli]] fondato a [[Milano]] dallo stesso Gian Giacomo nel suo palazzo di famiglia e che fu inaugurato nel [[1881]].