Aurum Tolosanum: differenze tra le versioni

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Nella tradizione romana, le vicende del tesoro dei Tectosagi si ammantarono di un'aura maledetta, legata alla sua origine sacrilega:
il [[proconsole|proconsole di Gallia]] [[Quinto Servilio Cepione (console 106 a.C.)|Quinto Servilio Cepione]], vincitore sulla ribellione dei Volci l'anno prima, fu accusato di averne sottratta una parte simulando una rapina da parte di briganti nei pressi di [[Marsiglia]], durante il trasporto verso Roma.
Ma la maledizione che accompagnava il tesoro<ref name="Gellio">[[Aulo Gellio]], ''[[Noctes Atticae]]'', [https://la.wikisource.org/wiki/Noctes_Atticae/Liber_III#9 III, 9, 7].</ref> avrebbe presto colpito questa seconda sottrazione sacrilega: l'"oro maledetto di Delfi" sarebbe stato la causa della rovinosa [[battaglia di Arausio|disfatta di Aurasio]] subita l'anno successivo, presso [[Orange (Francia)|Orange]], dall'[[esercito romano|esercito]] condotto da Cepione contro [[Cimbri]] e [[Teutoni]].
Caduto in disgrazia, accusato di malversazione dal [[tribuno della plebe|tribuno]] [[Gaio Norbano|Norbano]], Cepione verrà condannato a morte<ref name="Claude Domergue17"/> e la sua famiglia cadrà in disgrazia: si racconta che le sue figlie dovranno darsi alla [[prostituzione]] mentre di lui non si conosce con sicurezza la fine: forse la sentenza fu eseguita o invece, come raccontano altre fonti, abbia finito i suoi giorni nell'esilio obbligato di [[Smirne]].<ref name="Claude Domergue17"/>