Physis

concetto filosofico

La physis (in greco φύσις) è la realtà prima e fondamentale, principio e causa di tutte le cose, secondo i filosofi presocratici. Il termine è in genere tradotto con 'natura'.

I fisiologi presocratici modifica

Tra l'età di Omero (XIII-IX secolo a.C.)[1] e l'età di Socrate (seconda metà del V secolo a.C.) all'interno della cultura greca si sviluppa un originale movimento di pensiero, che pone come oggetto di studio e di indagine la natura, in greco appunto physis. Aristotele chiama questi pensatori "fisici" o "fisiologi", cioè studiosi della natura o "naturalisti". Con essi si è soliti dare inizio alla filosofia vera e propria.

Il termine italiano “natura” designa l'insieme delle cose e degli esseri esistenti nell'universo, e deriva dalla radice latina gna (in greco gen), che significa "generazione", da cui il verbo latino nasci, "nascere". Analogamente, la parola greca physis appartiene alla radice phyo (φύω), "genero", "cresco": il termine physis indica dunque la totalità delle cose che esistono, che nascono, che vivono, che muoiono. Physis, in questo significato, è il mondo della vita sulla nostra Terra, che si offre al nostro sguardo, oggetto della nostra esperienza quotidiana, e di cui noi siamo parte.

La physis va intesa come il divenire del mondo. Tuttavia, per gli antichi greci, la “physis” non diviene da alcunché, poiché ex nihilo nihil fit (dal nulla non deriva nulla). Pertanto, in quanto “totalità di tutte le cose”, essa comprende sia il principio da cui il mondo scaturisce che le singole cose derivate da esso (sfumatura non presente nel concetto di “natura” in senso cristiano).

I sofisti e l'antitesi nomos-physis modifica

Con la Sofistica (seconda metà del V secolo), il termine physis assume anche una valenza politica: physis diventa la “realtà”, necessaria e primigenia, che precede e si oppone al nomos, la legge positiva della polis. Popolazioni e comunità diverse conoscono differenti nomoi (cioè differenti usanze religiose, etiche, politiche e via dicendo): ciò smaschera la relatività del nomos. Al contrario, la physis accomuna tutti gli uomini ed è primigenia, poiché precede le convenzioni della morale collettiva.

Se i precetti della morale sono frutto di un accordo tra gli uomini, attraverso cui viene fondata la società civile, la physis è al contrario necessaria, e conosce anch'essa una sua etica che il nomos calpesta e svilisce. Di qui il proposito di molti sofisti di tornare alla legge di natura, di volta in volta intesa in modo differente.

Note modifica

  1. ^ L'unica occorrenza del termine physis in Omero si trova in un passo dell'Odissea (cfr. Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon)

    «ὣς ἄρα φωνήσας πόρε φάρμακον ἀργεϊφόντης ἐκ γαίης ἐρύσας, καί μοι φύσιν αὐτοῦ ἔδειξε. (Così detto, mi dava l'erba [medicinale] l'Argheifonte [Hermes], / da terra strappandola e la natura me ne mostrò)»

Bibliografia modifica

  • Martin Heidegger, Sull'essenza e sul concetto della Physis, Aristotele, "Fisica", B 1, in: Segnavia, Milano, Adelphi, 1987, pp. 193-255.
  • Felix Heinimann, Nomos und Physis. Herkunft und Bedeutung einer Antithese im griechischen Denken des 5. Jahrhunderts, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellaschaft, 1980.
  • Edgar Morin, Il Metodo. 1. La Natura della Natura [1977], Milano, Cortina, 2001.
  • Gérard Naddaf, L'origine et l'évolution du concept grec de phusis, Lewiston, Edwin Mellen Press, 1993.

Voci correlate modifica