Statuti viscontei di Milano

norme locali

Gli Statuti viscontei di Milano sono raccolte di norme, realizzate dal comune di Milano nel corso del XIV secolo.

Versione a stampa del 1480

Aspetti generali modifica

Nel corso del XIV secolo furono realizzate tre diverse raccolte di Statuti.[1]

La prima versione fu approvata dal consiglio generale del comune il 15 marzo 1330, in occasione della nomina di Azzone Visconti come signore di Milano.[2]

La seconda versione fu approvata definitivamente dal consiglio generale il 22 marzo 1351; come indicato nell'approvazione, le norme erano già state convalidate una prima volta nel 1348, ma ne era stata sospesa l'applicazione per volere di Luchino Visconti.

La terza e ultima versione fu approvata nel gennaio 1396; l'opera di revisione venne iniziata nel 1389, come risulta da una richiesta inviata da Gian Galeazzo Visconti.[3]

Fonti modifica

Versione del 1330 modifica

Non si hanno manoscritti completi del testo, ma solo singoli articoli, soprattutto citati in Statuti di altre città.[1]

Versione del 1351 modifica

Versione del 1396 modifica

Esistono diversi manoscritti contenenti il testo di singoli libri. Si riportano informazioni su alcuni manoscritti conservati negli archivi di Milano.[4]

Archivio Manoscritto Approvazione e libri
Introduzione I II III IV V VI VII VIII
Archivio Ospedale Maggiore Codice 4 [5]
Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana Codice B2
Biblioteca Ambrosiana B 19 inf.[6] (?)[7]
Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana Codice A1 [8]
Archivio di Stato di Milano Statuti 2, Codice Phillips[9]
Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana Triv. 2299[10]
Archivio di Stato di Milano Statuti 2, Statuta civilia, criminalia et extraordinaria[9]
Archivio di Stato di Milano Statuti 2, Statuta criminalia[9] [11]
Archivio di Stato di Milano Statuti 2, Statuta mercatorum[9]
Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana Codice D1
Biblioteca Ambrosiana D 76 suss.[12]
Biblioteca Ambrosiana Trotti 296[13]

Edizioni a stampa modifica

Una prima versione a stampa, contenente i libri da II a VIII, venne realizzata nel 1480.[14]

Il libro II (Statuta criminalia) fu ripubblicato nel 1594 e nel 1619 sulla base della versione a stampa del 1480, riprendendone gli errori.[15][16]

I libri da V a VII furono pubblicati in seguito separatamente: il libro V nel 1621,[17] il libro VI nel 1567[18] e il libro VII nel 1593.[19]

Nell'Ottocento Antonio Ceruti pubblicò un'edizione del libro I, mancante nell'edizione del 1480.[20]

Nel 1623 vennero pubblicati gli Statuti dei mercanti di lana, corrispondenti al libro VIII, ma il testo era stato modificato in più punti rispetto alla versione del 1396.[21]

Contenuti modifica

Per la versione del 1330 non sono noti i particolari relativi alla suddivisione, ma erano citati genericamente gli Statuti di Milano, gli Statuti dei mercanti di Milano e gli Statuti dei mercanti di lana.[2]

Nelle versioni del 1351 e del 1396 il testo era diviso in otto libri. In occasione della revisione del 1396, alcuni articoli vennero spostati da un libro all'altro.[22]

I. Statuta iurisdictionum modifica

II. Statuta criminalia modifica

III. Statuta civilia modifica

IV. Statuta extraordinariorum modifica

V. Statuta victualium modifica

VI. Statuta datiorum modifica

VII. Statuta mercatorum modifica

VIII. Statuta mercatorum lane modifica

Validità delle norme modifica

Alcuni libri furono sostituiti tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento:

Note modifica

  1. ^ a b Alessandro Lattes, Degli antichi statuti di Milano che si credono perduti: nota, in Rendiconti / Reale Istituto lombardo di scienze e lettere, 1896, pp. 1057-1083.
  2. ^ a b Registri ducali 2, cc. 128v-130r, su Archivio di Stato di Milano.
  3. ^ Lettera pubblicata in M. Formentini, Il ducato di Milano. Studi storici documentati, Milano, 1899, p. 149.
  4. ^ Cfr. F. Leverotti, Leggi del principe, leggi della città nel ducato visconteo-sforzesco, in Signori, regimi signorili e statuti nel tardo medioevo, Bologna, 2003.
  5. ^ Sono presenti proemio e approvazione della versione del 1351, seguiti da una breve introduzione dell'anno 1396.
  6. ^ Catalogazione, su Biblioteca Ambrosiana.
  7. ^ Il testo è preceduto dal proemio del 1351 e potrebbe trattarsi di una versione precedente.
  8. ^ Riporta solo la lettera di approvazione.
  9. ^ a b c d Cfr. Statuti, su Archivio di Stato di Milano. URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  10. ^ C. Santoro (a cura di), I codici medioevali della Biblioteca trivulziana, 1965, p. 326.
  11. ^ Privo di alcune pagine.
  12. ^ Catalogazione, su Biblioteca Ambrosiana.
  13. ^ Catalogazione, su Biblioteca Ambrosiana.
  14. ^ Statuta civitatis Mediolani, Mediolani, 1480, SBN IT\ICCU\VEAE\143023.
  15. ^ Statuta criminalia Mediolani e tenebris in lucem edita, Bergomi, 1594.
  16. ^ Statuta criminalia Mediolani e tenebris in lucem edita, Mediolani, 1619.
  17. ^ Statuta victualium civitatis et ducatus Mediolani, Mediolani, 1621.
  18. ^ Statuta datiorum, Mediolani, 1567.
  19. ^ Statuta mercatorum Mediolani, Mediolani, 1593.
  20. ^ Antonio Ceruti (a cura di), Statuta iurisdictionum Mediolani, Torino, 1876, SBN IT\ICCU\MIL\0716757.
  21. ^ Statuta et ordines mercatorum lanae Mediolani, Mediolani, 1623.
  22. ^ Nicola Ferorelli, Gli Statuti milanesi del XIV secolo, in Archivio Storico Lombardo, 1911, pp. 77-100.
  23. ^ Statuta Mediolani reformata a Ludovico Maria Sfortia, Mediolani, 1498.
  24. ^ Statuta Mediolani, Mediolani, 1502.

Bibliografia modifica

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