TOLOnews

rete televisiva afghana

TOLOnews (in pashtu طلوعنیوز‎) è un giornale on-line dell'Afghanistan.[1]

TOLOnews
Logo
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StatoBandiera dell'Afghanistan Afghanistan
Linguadari e pashtu
Formatoonline
Fondazioneagosto 2010
SedeKabul
Sito webtolonews.com/
 

La testata giornalistica divenne famosa per le giornaliste[2] che hanno dovuto lasciare il posto a causa del ritorno dei talebani nel 2021.[3]

TOLOnews è stato lanciato nell'agosto 2010 come canale di TOLO TV, dedicato esclusivamente alle notizie locali, nazionali e internazionali. Dall'agosto 2021, il suo proprietario è l'uomo d'affari australiano-afghano Saad Mohseni, mentre Lotfullah Najafizada è stato direttore delle notizie dal 2010 al 2021.[4] Per il suo lavoro sul canale, Najafizada è stato nominato Eroe della libertà di stampa da Reporter Senza Frontiere nel 2016.[5]

Dopo la caduta di Kabul il 15 agosto 2021 e la rifondazione dell'Emirato islamico dell'Afghanistan, TOLOnews ha ricevuto l'attenzione internazionale dopo che un portavoce talebano è stato intervistato sul canale da una giornalista.[6] Mohseni ha dichiarato che intende continuare a trasmettere TOLOnews e che lo farebbe dal Medio Oriente o dall'Europa se i talebani dovessero interrompere le operazioni del canale in Afghanistan.

I Talebani hanno permesso a TOLOnews di continuare a trasmettere, anche se non senza incidenti. Nell'agosto 2021, un cameraman di TOLOnews è stato picchiato da cinque soldati talebani mentre riportava la caduta di Kabul.

Il 16 marzo 2022, lo studio di TOLOnews a Kabul è stato preso d'assalto da quindici uomini armati talebani che hanno arrestato tre dipendenti, tra cui il giornalista Bahram Aman, il capo delle notizie Khapalwak Safi e il consulente legale del canale Nafi Khaliq. Si ritiene che ciò sia stato in risposta a un articolo trasmesso da TOLOnews sulla decisione dei talebani di vietare la messa in onda di programmi televisivi stranieri; i talebani hanno affermato che tali commenti offendono i "sentimenti religiosi" del paese.[7] Tutti e tre gli uomini sono stati successivamente rilasciati.

TOLO TV

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TOLO TV (in persiano طلوع‎) è l'emittente televisiva afghana, dal 2004.

È una stazione televisiva commerciale gestita dal Gruppo MOBY in Afghanistan. Lanciata nel 2004, è diventata una delle prime stazioni commerciali del paese e ha gettato le basi per un mezzo di comunicazione accessibile offrendo un'ampia libreria di spettacoli. È uno dei canali televisivi più popolari in Afghanistan e trasmette programmi sia in dari che in pashto.

TOLO è stato oggetto del film documentario nel 2012 intitolato The Network, di Eva Orner. Il film ha avuto un'uscita internazionale limitata nel 2013.[8]

Dalla presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan il 15 agosto 2021, Tolo TV ha ridotto drasticamente i programmi di intrattenimento e aumentato i programmi religiosi, soprattutto da quando i talebani hanno vietato la musica nei mass media.[9]

  1. ^ Storia di Tolo News, il canale afghano che sta raccontando Kabul sotto i talebani, su ilpost.it.
  2. ^ Le giornaliste afghane sfidano i Talebani: il caso ToloNews, su milleunadonna.it.
  3. ^ La fine di Tolo News, l’emblema della libertà dei media in Afghanistan, su formiche.net.
  4. ^ (EN) Dan Bilefsky, Can Afghanistan’s Leading Broadcaster Survive the Taliban?, in The New York Times, 30 agosto 2021. URL consultato il 7 luglio 2024 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2021).
  5. ^ (EN) Lotfullah Najafizada, in Atlantic Council. URL consultato il 7 luglio 2024.
  6. ^ (EN) Storyful, Female Newscaster Interviews Taliban Spokesman, in The New York Times, 17 agosto 2021. URL consultato il 7 luglio 2024 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2021).
  7. ^ (EN) Taliban release three Afghan journalists after media crackdown, in Al Jazeera, 18 marzo 2022. URL consultato il 7 luglio 2024.
  8. ^ (EN) THE NETWORK (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2015).
  9. ^ (EN) Frud Bezhan, Fewer Women, No Entertainment: Kabul's Media Scene Transforms After Taliban Takeover, in RadioFreeEurope/RadioLiberty, 18 agosto 2021. URL consultato il 7 luglio 2024.

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