Tarentola delalandii

La tarantola di Tenerife[3] (Tarentola delalandii (Duméril & Bibron, 1836)) è un piccolo sauro della famiglia Phyllodactylidae, endemico delle Isole Canarie.[2]

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Tarantola di Tenerife
Tarentola delalandii
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Classe Reptilia
Ordine Sauria
Sottordine Squamata
Infraordine Gekkota
Famiglia Phyllodactylidae
Genere Tarentola
Sottogenere Makariogecko
Specie T. delalandii
Nomenclatura binomiale
Tarentola delalandii
(Duméril & Bibron, 1836)
Sinonimi

Platydactylus delalandii
Duméril & Bibron, 1836
Gecko delalandii
Webb & Berthelot, 1839
Tarentola (Makariogecko) delalandii
Joger, 1984[2]

Nomi comuni

Tarantola di Tenerife

Areale

Distribuzione di T. delalandii in rosso

Descrizione modifica

Rettile dalla sagoma piuttosto tozza. I maschi misurano circa 7,3 cm e le femmine 6,4 coda esclusa. Le dita sono relativamente larghe. Gli occhi sono di colore giallognolo o marrone-dorato. Il dorso è ricoperto di numerosi tubercoli allineati fra loro, che si estendono fino ai fianchi; essi tendono ad avere i bordi più irregolari nella parte centrale della schiena. Il dorso presenta una serie di strisce leggere trasversali: alcune più scure, altre più chiare. Il colore del ventre varia dal giallastro al bianco sporco.

I maschi sono più grandi e possenti delle femmine, dalle quali si differenziano anche per la mancanza di piccoli artigli retrattili sul primo, secondo e quinto dito.

Biologia modifica

Comportamento modifica

Di abitudini notturne, può essere osservata di rado anche di giorno mentre si riscalda ai raggi del sole. Interagisce con i suoi simili tramite la comunicazione vocale, emettendo dei caratteristici richiami "kjok kok kok".[4] Alla vista del pericolo, scompare sotto le pietre.

Alimentazione modifica

È una specie insettivora e la sua dieta comprende coleotteri, imenotteri, ragni e larve.

Riproduzione modifica

Depone circa 1-2 uova alla volta, di solito nascondendole sotto le pietre o sotto terra. Il numero di uova sembra dipendere anche dalle dimensioni dell'esemplare. Per le specie in cattività, si è osservato che, tra una deposizione e l'altra, passano circa 19 giorni, con un totale di 7 deposizioni in un anno. Le uova misurano circa 13 mm in lunghezza e 10 in larghezza; pesano in media 798 mg. La temperatura esterna influisce sul sesso dell'embrione; esso sviluppa il sesso maschile se la temperatura è compresa tra 22,4 e 26,5 °C, il sesso femminile se compresa tra 27,3° e 28,1 °C.[4]

Distribuzione e habitat modifica

L'areale della specie è limitato alle isole di Tenerife e La Palma.

L'habitat è costituito prevalentemente da zone rocciose, boscaglie, muretti e aree urbane. È segnalata dal livello del mare fino a 2300 m di altitudine.[1]

Tassonomia modifica

Descritta inizialmente come Platydactylus delalandii, venne poi spostata al genere Tarentola.[4][2]

Conservazione modifica

Nonostante l'incremento del turismo abbia distrutto una parte del suo habitat, il numero della popolazione rimane elevato, adattandosi facilmente alla presenza dell'uomo, motivo per il quale la IUCN Red List la considera una specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

La tarantola di Tenerife è protetta dalla legislazione internazionale e parte del suo areale ricade in aree protette.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) Jose Antonio Mateo Miras, Valentin Pérez-Mellado, Iñigo Martínez-Solano, Tarentola delalandii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 10 settembre 2015.
  2. ^ a b c (EN) Tarentola delalandii (DUMÉRIL & BIBRON, 1836), su The Reptile Database, Zoological Museum Hamburg. URL consultato il 10 settembre 2015.
  3. ^ Tarentola delalandii, (Duméril & Bibron, 1836), su PESI Portal. URL consultato il 10 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
  4. ^ a b c (ES) Perenquén de Delalande – Tarentola delalandii (Duméril y Bibron, 1836) (PDF), su Enciclopedia virtual de los vertebrados españoles, Museo Nacional de Ciencias Naturales CSIC, 31 luglio 2009. URL consultato il 10 settembre 2015.

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