Ercole Tomaso Roero

politico, militare, diplomatico italiano
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Ercole Tomaso Roero (Torino, 1661Torino, 24 gennaio 1747[2]) è stato un politico, militare e diplomatico italiano, fu ambasciatore speciale piemontese alla Corte di Vienna nel 1708, e ancora in Inghilterra dal 1719 al 1725. Ricoprì l'incarico di Viceré di Sardegna dal 1727 al 1731, quando fu rimosso dall'incarico in seguito ad una accusa di concussione da cui venne pienamente scagionato. Nel 1733 fu insignito del collare dell'Annunziata.

Ercole Tomaso Roero
Marchese di Cortanze
Stemma
Stemma
In carica1679 – 1747
PredecessoreCesare Roero
SuccessoreGirolamo Filippo Roero
Viceré di Sardegna
In carica20 settembre 1727 – 1731
PredecessoreFilippo Guglielmo Pallavicini[N 1]
SuccessoreGirolamo Falletti[N 2]
Conte di Calosso
In carica28 aprile 1739 – 1747
PredecessoreCesare Roero
SuccessorePietro Alessandro Roero
NascitaAsti, 1661
MorteTorino, 24 gennaio 1747
DinastiaRoero
PadreTommaso Francesco Roero
MadreMaria Cristina Roero
ConsorteLodovica Roero di Settime
FigliPietro Alessandro
Barbara Benedetta
Girolamo Filippo
Cesare Massimiliano
Ercole Tomaso Roero
NascitaTorino, 1661
MorteTorino, 1747
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armataRegia Armata Sarda
ArmaFanteria
GradoTenente generale
GuerreGuerra di successione spagnola
BattaglieAssedio di Torino
dati tratti da La Sardegna nel periodo Sabaudo. Politica e amministrazione durante il governo del Viceré Tomaso Ercole Roero di Cortanze (1728-1731)[1]
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Biografia modifica

Ercole Tomaso Roero[3] nacque a Torino nel 1661,[1][4] all’interno della nobile famiglia astigiana dei Roero. Arruolatosi nell’Regia Armata Sarda iniziò la carriera militare a mezzo servizio, alternandola all’amministrazione[N 3] del feudo di Cortanze.[1] L’8 novembre 1703[5] re Vittorio Amedeo II lo nominò vicecomandante del Reggimento di milizia di Cortanze,[4] allora al comando del Marchese di Pallavicino.[5] Prese parte alla guerra di successione spagnola,[5] e nel 1705 fu nominato comandante della provincia di Alba,[6] su decisione personale del Re, del quale godeva della piena fiducia, tanto che gli fu consentito di arruolare un proprio reggimento,[N 4] che assunse la denominazione di Reggimento fanteria "Roero".[6]

Combatte a Staffarla,[6] durante l’assedio di Torino[6] e fu plenipotenziario durante la presa della città di Alessandria (9 aprile 1707),[4] della quale fu nominato governatore.[6] Vicegovernatore dei Principi Reali,[7] nel 1708 fu Ministro plenipotenziario sabaudo presso la Corte di Vienna,[6] dove ebbe vari incontri con l’Imperatore Giuseppe I, con il principe Eugenio e con gli inviati inglesi e olandesi.[8]

Governatore Reale Generale di Battaglia nel 1711,[6] fu nominato governatore di Biella nel 1717.[6] Nell’aprile 1719 fu inviato, in qualità di ambasciatore speciale,[6] in Inghilterra, e l’8 novembre dello stesso anno fu nominato Luogotenente Maresciallo della 1ª Armata.[9] Rimase in Inghilterra per sei anni, svolgendo un’importante opera diplomatica, e nel febbraio 1727 fu nominato governatore di Alba,[6] e nel marzo successivo di Alessandria.[4]

Il 20 settembre 1727 fu nominato viceré di Sardegna,[6] assumendo l’incarico il 13 ottobre successivo.[6] Mantenne tale la carica fino al 1731, dapprima sotto il governo di Vittorio Amedeo II e, successivamente, di Carlo Emanuele III.[10] Accusato di concussione, fu sottoposto ad inchiesta da parte Reggente la Real Udienza, conte Filippo Domenico Beraudo di Pralormo, ma venne assolto con formula piena.[10] Promosso generale d'artiglieria[10] il 10 maggio 1731, nel 1734 venne nominato governatore della cittadella di Torino[10] e insignito del Collare dell'Annunziata[4]; mentre il 28 aprile 1739[10] fu nominato conte di Calosso[4]. Si spense a Torino nel 1747[4].

Una via di Torino porta il suo nome.

Matrimonio e discendenza modifica

Si sposa con Lodovica Caterina Roero dei Signori di Settime (*? †1730)[10], figlia di Pier Paolo, signore di Settime, e di Violante Malabayla dei Conti di Canale. La coppia ebbe numerosa discendenza:

  • Pietro Alessandro (*16811747). Abbracciò la vita religiosa nell'ordine dei frati minori cappuccini, assunse il nome di Bernardino Ignazio e divenne arcivescovo di Sassari;
  • Anna Rosa Maria Cristina (*1686 †?). Sposa nel 1733 con Carlo Giambattista Cacherano Malabayla (*16991769), conte di Cantarana;
  • Barbara Benedetta (*16871753). Sposa a Torino, il 28 dicembre 1707, Alfonso Enrico Dal Pozzo, principe di Cisterna (*16871761);
  • Giambattista (*1691 †?);
  • Girolamo Filippo Renato (*16921741). Sposa a Torino, il 21 febbraio 1729, Paola Teresa Luserna Rorengo;
  • Paolina Anna (*1693 †?);
  • Antonino Secondo (*1695 †?);
  • Cesare Massimiliano Aventino (*1698 †?). Marchese di Cortanze[2], sposa ad Asti, nel 1742, Cristina Maria Elena Mazzetti;
  • Maria Carlotta (*1699 †?);
  • Camilla Rosa (*1702 †?);
  • Paolo Ignazio (*1704 †?);
  • Angela Enrichetta (*1708 †?);
  • Eleonora Giovanna (*1710 †?). Sposa il marchese Giuseppe Beccaria (*? †1746);
  • Teresa Benedetta (*1712 †?);
  • Anna Teresa Elena (*1716 †?);
  • Nicola Adriano (*? †?).

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ercole Roero Francesco Roero  
 
Camilla Asinari  
Giulio Cesare Roero  
Carlotta Roero Andrea Roero  
 
Veronica Maria Biandrate  
Tommaso Francesco Roero  
Giacomo Francesco di Saluzzo Enrico di Saluzzo  
 
Benedetta Spinola  
Maria Benedetta di Saluzzo  
Argentina Provana Gianfrancesco Provana  
 
Anna Maria Grimaldi  
Ercole Tomaso Roero  
Massimiliano Roero Gian Bartolomeo Roero  
 
Bianca Trotti Bentivoglio  
Renato Roero  
Valenza Roero Lodovico Roero  
 
Beatrice Birago  
Maria Cristina Roero  
Carlo Emanuele Porporato Gaspare Porporato  
 
Carlotta Manfredi di Luserna  
Eleonora Caterina Porporato  
Anna Porporato Giovanni Francesco Porporato  
 
Angela de Saint-Julien  
 

Onorificenze modifica

Note modifica

Esplicative modifica

  1. ^ Barone di St. Rémy.
  2. ^ Marchese di Castagnole e di Barolo.
  3. ^ Fu solo nel 1712 che delegò pienamente l'amministrazione del feudo al procuratore Pietro Alberto Asinari, per dedicarsi interamente alla carriera militare.
  4. ^ Si trattava di uno dei diciassette reggimenti di fanteria dell’armata sarda sotto il regno di Vittorio Amedeo II.

Bibliografiche modifica

  1. ^ a b c Federica Uras, p.40.
  2. ^ a b Paola Bianchi.
  3. ^ SIAS - Davide Bobba.
  4. ^ a b c d e f g h i Ilari, Shamà, Del Monte, p.438.
  5. ^ a b c Federica Uras, p.41.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l Federica Uras, p.42.
  7. ^ Vittorio Angius, p.720.
  8. ^ Federica Uras, p.44.
  9. ^ Federica Uras, p.45.
  10. ^ a b c d e f Federica Uras, p.43.

Bibliografia modifica

  • Vittorio Angius, Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, Torino, Fontana e Isnardi Editore, 1841.
  • Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
  • A. B. Raviola, Governare un regno, viceré apparati burocratici società sabauda del Settecento, Roma, Carrocci Editore, 2005.
  • Renzo Sabbatini e Paola Volpini, Sulla diplomazia in età moderna. Politica, economia, religione., Milano, Franco Angeli Editore, 2011, ISBN 8-85686-869-5.
  • Federica Uras, La Sardegna nel periodo Sabaudo. Politica e amministrazione durante il governo del Viceré Tomaso Ercole Roero di Cortanze (1728-1731), Cagliari, Università degli Studi di Cagliari, 2010.
  • Paola Bianchi, Ercole Tommaso Roero, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 88, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017.
  • Davide Bobba, Roero di Cortanze, su sias.archivi.beniculturali.it.

Voci correlate modifica

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