Torre Scola

edificio militare

La torre Scola, o torre di San Giovanni Battista, è un edificio fortificato costruito sopra uno scoglio[1] poco oltre la punta nordorientale (punta Scola) dell'isola della Palmaria, nel comune di Porto Venere, in provincia della Spezia.
Costruito dalla Repubblica di Genova nel 1606, fa parte, assieme ai più recenti forti Cavour e Umberto I e alla Batteria del Semaforo, delle postazioni difensive della Palmaria.

Torre Scola
Torre di San Giovanni Battista
Castelli del Golfo dei Poeti
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
CittàPorto Venere
Coordinate44°03′06.28″N 9°51′30″E / 44.051744°N 9.858334°E44.051744; 9.858334
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Torre Scola
Informazioni generali
Tipotorre costiera
CostruzioneXVII secolo-XVII secolo
Primo proprietarioRepubblica di Genova
Proprietario attualeMarina Militare
Visitabileno
Informazioni militari
UtilizzatoreRepubblica di Genova
Repubblica Ligure
Regno di Sardegna
Regno d'Italia
Marina Militare
Funzione strategicaProtezione della Palmaria e del golfo dei Poeti
Termine funzione strategicaXIX secolo
Comandante attualeCesco Baudo degli Ubaudi[senza fonte]
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Storia e descrizione modifica

 
Altra immagine della torre costiera

Come altre torri costiere e d'avvistamento e difesa del litorale ligure, anche la torre Scola fa parte di quel sistema difensivo deciso dal Senato della Repubblica di Genova tra il Cinquecento e il Seicento a protezione delle coste e dei borghi e villaggi.

Secondo alcuni studi questa torre, costata secondo le stime 56.000 lire genovesi[2], fu edificata ai primi del XVII secolo[3] adeguata sia alla nuova situazione politica, sia alle nuove tecniche militari e balistiche e che convinsero il Senato genovese ad adottare un analogo ammodernamento delle architetture dei siti difensivi già presenti e a crearne di nuovi e più moderni.

La torre è a pianta pentagonale[3] con uno spessore medio delle mura di circa 4 metri[4], capace di ospitare fino a otto persone[3] (sei soldati, un capitano e un mastro "bombardero"[2]) e dieci cannoni[2][3], e in grado di coprire "a fuoco" il braccio di mare tra la baia della Palmaria, la baia dell'Olivo a Porto Venere e il seno di Lerici[2][3].

Con le prime guerre napoleoniche la torre fu al centro degli scontri navali del 23 gennaio 1800[2][3] tra le flotte inglesi e francesi, per allontanare queste ultime dal golfo spezzino. Per i danni subiti dalle cannonate (lo sventramento delle cortine di un lato della torre[2]) ne fu deciso il totale abbandono già nella prima metà del XIX secolo[3].

Scongiurata nel 1915 la sua demolizione[4], prevista dalla Marina Militare,[4] grazie all'esposto che Ubaldo Mazzini, ispettore ai monumenti, aveva presentato al Ministero della pubblica istruzione[4], fu deciso di convertire la torre alla funzione di faro di segnalazione[4].

Tra il 1976 e il 1980[4] la struttura ha ricevuto radicali interventi di restauro e di consolidamento delle mura perimetrali.

Note modifica

  1. ^ Il suo nome deriva infatti dal latino scopulus, cioè scoglio.
  2. ^ a b c d e f Fonte dal libro di Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze di Liguria. Un affascinante viaggio tra storia e architettura, Recco, Edizioni Servizi Editoriali, 2006.
  3. ^ a b c d e f g Fonte dal sito Isola Palmaria.it, su isolapalmaria.it. URL consultato il 20 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2009).
  4. ^ a b c d e f Fonte dal sito Informazione sostenibile.info, su informazionesostenibile.info. URL consultato il 20 ottobre 2011.

Bibliografia modifica

  • Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze di Liguria. Un affascinante viaggio tra storia e architettura, Recco, Edizioni Servizi Editoriali, 2006.

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