Salmo trutta fario

sottospecie di pesce
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La trota fario è un pesce d'acqua dolce la cui classificazione scientifica è in fase di profonda revisione[2][3][4]. Considerata a lungo come una sottospecie della S. trutta o addirittura come una specie a sé stante, la trota fario non è considerata differente da altri morfismi della Salmo trutta[5][6][7]. Si ritrova tipicamente nella parte superiore dei fiumi, con acque limpide, ben ossigenate e con una temperatura che non superi mai i 25 gradi.

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Trota fario
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Salmoniformes
Famiglia Salmonidae
Genere Salmo
Specie Salmo trutta
Sottospecie S. trutta fario
Sinonimi
  • Fario trutta (Linnaeus, 1758)
  • Salmo fario major (Walecki, 1863)
  • Salmo fario (Linnaeus, 1758)
  • Trutta fario (Linnaeus, 1758)
Nomi comuni

trota europea

Distribuzione e habitat modifica

La trota fario naturale è considerata la trota di lago più comune d'Europa. È l'unica che era presente prima della disseminazione degli avannotti nei corsi d'acqua; una pratica che iniziò verso il 1930. Si trova in tutta le acque dolci d'Europa, ma è molto diffusa anche in Asia. Fu introdotta in America del Nord nel 1883 e nel Quebec nel 1890. È stata introdotta anche nelle Isole Kerguelen (Territori francesi meridionali)[6].

Tra i diversi habitus assunti dalle trote, la trota fario mediterranea è diffusa esclusivamente nella regione appenninica italiana[7]. Nella regione padana è presente anche come trota marmorata, anch'essa oggetto di studio a fin di classificazione. Nel centro-sud si trova la trota sarda.

Abita in acque veloci e torrentizie, fredde, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna o d'alta collina. Quando viene a trovarsi all'interno di laghi prende velocemente l'aspetto della trota di mare.

Nei torrenti vive solitamente sotto le cascate ed i piccoli salti con il muso rivolto verso la corrente in caccia di prede, soprattutto nei mesi invernali, mentre nei mesi estivi sta in fondo ai raschi dei corsi d'acqua per cibarsi di insetti che galleggiano sulla superficie.

Descrizione modifica

 
Una trota fario

Il corpo della trota fario è poco allungato, compresso ai fianchi e con poche squame, provvisto di testa robusta, acuminata verso la mascella, con occhi di un dorato intenso e dotata di forti denti. Le pinne sono robuste. La dorsale ha 3-4 raggi semplici e 9-11 ramificati, l'anale ha 3 raggi semplici e 7-9 ramificati; negli esemplari giovani la caudale è biforcuta[6].

La livrea è estremamente variabile per mimetizzarsi con l'ambiente circostante: il dorso va dal bruno al grigio argenteo, i fianchi sono grigio-giallastri, il ventre tende al bianco-giallo chiaro. Tipiche sono le chiazze rotonde nere sul dorso e soprattutto quelle rosso vivo (o brune) sui fianchi, disposte ordinatamente in senso orizzontale. Le pinne pettorali e ventrali sono giallastre, le altre tendenti al grigio.

La lunghezza media varia solitamente nei corsi d'acqua in cui vive. Nei piccoli rii montani non supera quasi mai i 30 cm di lunghezza e i 3 hg di peso, nei torrenti più grossi e nei fondovalle degli stessi e nei laghi, dove c'è più ricchezza di ittiofauna, alcuni esemplari possono raggiungere pesi ragguardevoli pari anche a 5–7 kg con lunghezza massima di m[6].

Tassonomia modifica

È interessante notare come, da un punto di vista genetico, le specie di salmonidi del genere siano molto simili tra loro, come ad esempio la trota fario mediterranea e la trota sarda, per cui si può supporre che la livrea sia un carattere fenotipico e non geneticamente determinato[8][9].

Pesca modifica

Viene catturata soprattutto da pescatori sportivi con la tecnica della pesca al tocco, della pesca a mosca e della pesca a spinning. Le carni sono assai apprezzate, fra le migliori tra quelle dei pesci d'acqua dolce italiani. È una preda apprezzata, inoltre, per la sua sospettosità e scaltrezza, che richiedono un'attenzione massima sia nell'azione di pesca che nell'avvicinamento al luogo dove la pesca verrà effettuata.

Oltre alla pesca con gli artificiali (cucchiaino rotante e ondulante, pesciolino finto, ecc.) la trota fario si pesca con le esche naturali. La trota è un predatore, di conseguenza si cattura con le camole del miele, della farina, della tipula, con il verme di terra, il verme di acqua dolce e in particolar modo con il pesce morto o vivo di acqua dolce e anche di mare, che non deve superare i 5 cm di lunghezza in modo che possa essere innescato sull'amo più facilmente.

Riconoscimenti modifica

La trota fario è inserita nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani dalla regione Molise. La trota fario è un piatto cucinato in Alto Adige, dove viene affumicata come il salmone con trattamenti molto particolari (Alto Adige e Austria).

Note modifica

  1. ^ (EN) Salmo trutta fario, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
  3. ^ WoRMS: Salmo trutta fario, su marinespecies.org.
  4. ^ FishBase: Salmo trutta, su fishbase.de.
  5. ^ (FR) Museum national d'Histoire naturelle, Salmo trutta Linnaeus, 1758 - Truite de mer, Truite commune, Truite d'Europe, su Inventaire National du Patrimoine Naturel. URL consultato il 2 marzo 2018.
  6. ^ a b c d (FR) Salmo trutta fario, su doris.ffessm.fr, DORIS. URL consultato il 2 marzo 2018.
  7. ^ a b Pier Paolo GIBERTONI, Maurizio PENSERINI, Studi ittiologici, caratterizzazione genetica, selezione di parco riproduttori e produzione di novellame autoctono per le acque di Lunigiana (MS) e media valle Serchio (LU) (PDF), in Fishery’s Science Journal, anno I, n. 0, novembre 2010. URL consultato il 2 marzo 2018.
  8. ^ (EN) Bernatchez L., The evolutionary history of brown trout (Salmo trutta L.) inferred from phyleogeografic, nested clade, and mismatich analyses of mitochondrial DNA variation, in Evolution, vol. 55, 2001, pp. 351-379.
  9. ^ Gibertoni P.P., Penserini M., Esposito S., Leonzio C., Radi M., Querci G., Ipotesi di distribuzione originaria delle popolazioni di salmonidi nativi per le acque italiane, in Atti del XII congresso AIIAD, S. Michele dell'Adige (Tn), Studi Trentini di Scienze Naturali – Acta Biologica, 6-7 giugno 2008.

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