Ugo Piccinini

militare italiano

Ugo Piccinini (Barisciano, 1º agosto 1920[2]Quadrivio di Selenj Jar, 30 dicembre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Ugo Piccinini
NascitaBarisciano, 1 agosto 1920
MorteQuadrivio di Selenj Jar, 30 dicembre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Luogo di sepolturaTempio di Cargnacco
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoAlpini
UnitàBattaglione "Vicenza", 9º Reggimento, 3ª Divisione alpina "Julia"
Reparto59ª Compagnia
Anni di servizio1940-1942
GradoSottotenente in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Biografia modifica

Nacque a Barisciano, provincia dell'Aquila, nel 1920,[3] dopo aver conseguito il diploma superiore, nel novembre 1940 entro nella Regia Accademia Militare di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo nel marzo[1942, assegnato ad un reggimento di fanteria.[3] Qualche tempo dopo viene trasferito all'8º Reggimento alpini, e nel luglio 1942 al battaglione alpini "Vicenza" del 9º Reggimento alpini, con cui parte per il fronte russo come comandante di un plotone fucilieri in seno alla 3ª Divisione alpina "Julia".[3]

Ferito due volte durante la seconda battaglia difensiva del Don, viene portato nell'ospedale da campo per essere evacuato dal campo di battaglia, ma venuto a conoscenza che il suo plotone sarebbe stato di nuovo impegnato in azione, nonostante le ferite riportate, accorse in aiuto dei suoi soldati.[1] Buttandosi nella mischia alla testa dei suoi fucilieri dava modo al suo reggimento di arretrare fermando, con fitto lancio di bombe a mano un'unità corazzata nemica che rischiava di travolgere il fronte italiano.[1] Ferito di nuovo, chiamava a sé i pochi superstiti del suo plotone lanciandosi ancora una volta in battaglia, sparendo nella mischia colpito da una raffica di mitragliatrice. Muore il 30 dicembre del 1942 all'età di ventidue anni.[1] Gli fu assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Da alcuni anni la sua salma riposa nel sacrario di Cargnacco.

Riconoscimenti modifica

Il Gruppo alpini di Barisciano, appartenente all'Associazione Nazionale Alpini, è statò chiamato "Piccinini Ugo" in onore dell'eroe scomparso,[4] così come la locale scuola.[3]

Onorificenze modifica

«Comandante di plotone fucilieri da lui forgiato in lunga preparazione secondo il suo indomito spirito e la sua eroica volontà, io conduceva con mirabile ardire in lungo accanito combattimento, contro un nemico soverchiante, fin sulle prime linee avversarie, occupandole e volgendo in fuga il nemico. Ferito due volte rifiutava decisamente di essere sgomberato e si faceva allontanare solo ad azione conclusa vittoriosamente. Ricoverato in un ospedale da campo, venuto a conoscenza dopo pochissimi giorni che il proprio reparto sarebbe stato nuovamente impegnato, fuggiva ed accorreva in linea ad assumere il comando del suo plotone. Impegnato in aspra sanguinosa lotta contro mezzi corazzati nemici, trasportanti fanteria d’assalto, resisteva con eroica decisione. Accortosi che le posizioni difensive di un reparto contiguo stavano per essere travolte, raccolti intorno a sé i pochi superstiti ed esortandoli al supremo ardimento, balzava al contrassalto e piombava nello schieramento avversario seminandovi la strage con aggiustato violento tiro di bombe a mano. Colpito da una raffica di mitragliatrice non desisteva dall’impari lotta finché travolto scompariva nella mischia. Esempio sublime di elevate virtù militari e di attaccamento al dovere spinto fino al sacrificio. Fronte russo- Quadrivio di Selenyj Jar, 30 dicembre 1942.[5]»

Note modifica

  1. ^ a b c d e Bianchi, Cattaneo 2011, p. 360.
  2. ^ 9° Alpini, l’aula didattica in ricordo del Tenente Ugo Piccinini, su ilcapoluogo.it. URL consultato il 2 giugno 2021.
  3. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 361.
  4. ^ Associazione Nazionale Alpini Abruzzi Archiviato il 23 gennaio 2013 in Internet Archive.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica