United States Information Agency

Agenzia governativa degli Stati Uniti

La United States Information Agency (USIA) è stata unꞌagenzia governativa degli Stati Uniti d'America dedicata alla pratica di pubblica diplomazia, che fu operativa dal 1953 al 1999. Nel 1999, prima della riorganizzazione delle agenzie di intelligence effettuata dal Presidente George W. Bush, Bill Clinton assegnò le funzioni di scambi culturali e non più quelle di ꞌꞌintelligenceꞌꞌ, al nuovo Sottosegretariato di Stato per la diplomazia e gli affari pubblici presso il Dipartimento di Stato. Le funzioni di diffusione dellꞌUSIA furono spostate presso il Broadcasting Board of Governors, di nuova creazione. Lꞌagenzia era prima nota oltre oceano come United States Information Service (USIS), operante in tutto il mondo, indipendente dalle Ambasciate U.S.A. Fin dallꞌunione dellꞌUSIA con il Dipartimento di Stato, le sezioni di pubblica diplomazia e affari pubblici presso le missioni U.S.A. si sono occupate di questa attività. Lꞌex direttore USIA del Servizio Film e TV, Alvin Snyder, ha citato nelle sue memorie del 1995 che: "il governo degli U.S.A. ha gestito unꞌorganizzazione di pubbliche relazioni a pieno servizio, la più ampia nel mondo, di dimensioni circa uguali a quelle delle venti maggiori aziende commerciali U.S.A. di PR messe insieme. Il suo staff professionale a tempo pieno di oltre 10 000 persone, che era sparso in circa 150 paesi, migliorò lꞌimmagine dellꞌAmerica e svilì quella dellꞌUnione Sovietica per 2500 ore la settimana con una "torre di Babele" di oltre 70 lingue, spendendo per questo oltre 3 miliardi di dollari lꞌanno". LꞌUSIA fu "il braccio maggiore di questa macchina di propaganda".[1]

Missione modifica

 
Un poster di propaganda prodotto dallꞌUSIA, che esortava i residenti nordvietnamiti a spostarsi a sud, nel 1954.

Il Presidente Dwight D. Eisenhower fondò la United States Information Agency (USIA) nel 1953, durante le tensioni post-belliche con il mondo comunista note come Guerra Fredda.[2][3] La missione dellꞌUSIA era quella di "comprendere, informare e influenzare il pubblico straniero promuovendo lꞌinteresse nazionale e di ampliare il dialogo tra gli americani e le istituzioni statunitensi e le loro controparti estere".[4] lꞌUSIA fu creato "per ottimizzare i programmi oltremare dꞌinformazione del governo statunitense e renderli più efficaci".[4] LꞌUSIA fu la maggiore organizzazione di relazioni pubbliche a pieno servizio nel mondo, costando oltre $2 miliardi lꞌanno per mettere in luce le vedute degli U.S.A. e nel contempo ridurre quelle dellꞌUnione Sovietica, in circa 150 diversi Paesi.[2] I suoi scopi istituzionali erano di spiegare e sostenere le politiche U.S.A. in termini che fossero credibili e significativi presso le culture straniere; di fornire informazioni sulle politiche ufficiali degli Stati Uniti e sulla gente, sui valori e istituzioni che influenzavano tali politiche; ottenere i vantaggi dellꞌimpegno internazionale per i cittadini e le istituzioni americane, aiutandoli a formare relazioni a lungo termine con le loro controparti oltre-oceano e consigliare il Presidente e il governo U.S.A. e gli attori politici sui modi con i quali le attitudini straniere potessero avere unꞌinfluenza diretta sullꞌefficienza delle politiche degli Stati Uniti.[4] Durante la Guerra Fredda, alcuni funzionari americani ritenevano che un programma di propaganda fosse essenziale per gli Stati Uniti e le loro culture e politiche nel mondo e per contrastare la propaganda sovietica negativa contro gli USA. Con timori aumentati sullꞌinfluenza del comunismo, alcuni americani ritenevano che i film prodotti dallꞌindustria cinematografica di Hollywood, laddove fossero critici verso la società americana, danneggiassero la sua immagine negli altri Paesi.[5] LꞌUSIA "esisteva al fine di fornire una visione del mondo agli Stati Uniti, così come essa forniva al mondo una visione degli Stati Uniti".[6] I film prodotti dallꞌUSIA non potevano, per legge, essere proiettati pubblicamente negli Stati Uniti. Questa restrizione significava anche che gli americani non potevano vedere il materiale, neanche per motivi di studio, presso gli Archivi Nazionali.[7] Allꞌinterno degli Stati Uniti, era inteso che lꞌUSIA assicurasse gli americani che "gli Stati Uniti stavano lavorando per un mondo migliore".[8] Allꞌestero, lꞌUSIA tentava di preservare unꞌimmagine positiva degli Stati Uniti indipendentemente dal quadro negativo che ne faceva la propaganda comunista. Un esempio degno di nota fu il Progetto Pedro (project Pedro). Il progetto, fondato in segreto durante gli anni 1950, girava cinegiornali in Messico, che dipingevano sfavorevolmente il comunismo e positivamente gli Stati Uniti.[9] Articoli riflettenti i punti di vista promossi dallꞌUSIA furono frequentemente pubblicati con firme fittizie, tipo "Guy Sims Fitch".[10][11] Lꞌagenzia conduceva regolarmente ricerche sulla pubblica opinione estera a proposito degli Stati Uniti e delle sue politiche, per informarne il Presidente e gli altri uomini politici.[12] Essa conduceva controlli sulla pubblica opinione in tutto il mondo e redigeva una gran varietà di rapporti per i funzionari governativi, compreso un rapporto bigiornaliero sui mezzi di comunicazione di massa stranieri nel mondo.[12]

Mezzi di comunicazione e divisioni modifica

 
Biblioteca USIA a Johannesburg, Sudafrica, nel 1965, durante il periodo dellꞌapartheid.

Fin dallꞌinizio il Presidente Dwight Eisenhower aveva affermato che:

«…gli ascolti sarebbero più ricettivi per il messaggio americano: se materiale dichiaratamente propagandistico dagli Stati Uniti convincerebbe pochi, gli stessi punti di vista presentati come voci apparentemente indipendenti sarebbero molto più persuasivi."[8] LꞌUSIA usava diverse forme di mezzi di comunicazione, compresi " contatti personali, trasmissioni radio, biblioteche, pubblicazioni e distribuzioni di libri, cinegiornali, televisione, istruzioni in lingua inglese e altro". Attraverso queste diverse forme, il governo degli Stati Uniti distribuiva il proprio materiale più facilmente, ottenendo una maggior concentrazione di persone.[6]»

Quattro punti principali furono stabiliti quando lꞌUSIA iniziò i suoi programmi:[5]

  • Diffusione dꞌinformazioni via radio
  • Biblioteche e mostre
  • Servizi stampa
  • Servizi cinematografici

Il primo punto tratta la diffusione delle informazioni, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. La radio fu uno dei mezzi più utilizzati allꞌinizio della Guerra Fredda, non essendo allora la televisione ancora ampiamente diffusa. Lo Smith–Mundt Act autorizzava i programmi dꞌinformazione, compresa la Voce dellꞌamerica (VOA).[13] La Voce dellꞌAmerica era considerata una trasmissione equilibrata e non condizionata, trasmissione originata durante la Seconda Guerra mondiale. La VOA veniva utilizzata per "parlare delle cose dellꞌAmerica... agli ascoltatori che ne erano privi dietro la Cortina di ferro".[2] Nel 1967, la VOA trasmetteva in 38 lingue a oltre 26 milioni di ascoltatori.[6] Nel 1976 la VOA guadagnò la propria "certificazione", richiedendo che le sue notizie fossero imparziali. Il secondo punto dellꞌUSIA consisteva in biblioteche e mostre. Lo Smith–Mundt Act e il Fulbright–Hays Act of 1961, autorizzarono entrambi scambi culturali e formativi internazionali (compreso il Programma Fulbright). LꞌUSIA organizzava mostre nelle sue biblioteche oltremare per raggiungere persone in altri Paesi. I "Fulbrighters" erano utenti garantiti allꞌinterno del programma di scambi culturali ed educativi dellꞌUSIA. Il terzo punto dellꞌUSIA comprendeva i servizi stampa. Nei suoi primi due decenni, "lꞌUSIA pubblicò sessantasei riviste, giornali e altri periodici, per un totale di 30 milioni di copie annualmente, in ventotto lingue diverse."[6] Il quarto punto trattava del servizio cinematografico. Dopo che lꞌUSIA non era riuscita a collaborare con i produttori di Hollywood nel ritrarre gli Stati Uniti dꞌAmerica in una luce positiva, lꞌagenzia incominciò a produrre i propri documentari.[2]

Sforzi educativi e informativi non diffusi via radio modifica

Al momento in cui lꞌagenzia fu riorganizzata nel 1999, gli sforzi educativi e informativi comprendevano unꞌampia gamma di attività, a parte la diffusione via radio, che erano focalizzate in quattro aree. Lꞌagenzia produceva numeroso materiale elettronico e stampato.

  • Servizio Informazioni.
  • Oratori e Programmi di Specialisti
  • Centri dꞌInformazioni
  • Centri stampa esteri

Il suo servizio dꞌinformazioni, The Washington File, doveva provvedere, nelle parole dellꞌAgenzia:

(EN)

«both time-sensitive and in-depth information in five languages", incorporating full transcripts of speeches, Congressional testimony, articles by Administration officials, and materials providing analysis of key issues. The Agency also ran a number of websites to transmit information.»

(IT)

«informazioni in cinque lingue sia urgenti che approfondite, comprendenti trascrizioni complete dei discorsi, testimonianze del Congresso, articoli di funzionari dellꞌAmministrazione e materiali che forniscano lꞌanalisi dei punti più importanti. LꞌAgenzia gestisce anche un certo numero di siti web per trasmettere informazioni.»

In secondo luogo, lꞌagenzia gestisce un Programma di oratori e specialisti, che invia americani allꞌestero per diverse conferenze e ruoli di assistenza tecnica.[12] Questi oratori sono detti "American Participants" o "amparts". In terzo luogo lꞌAgenzia gestisce allꞌestero più di cento "Information Resource Centers"; tra questi vi sono biblioteche ad accesso pubblico nei Paesi in via di sviluppo.[12] Infine vi sono i centri esteri di stampa dellꞌUSIA a Washington, New York e Los Angeles per "assistere giornalisti residenti o stranieri in visita"; nelle altre maggiori città statunitensi quali Chicago, Houston, Atlanta, Miami e Seattle, lꞌUSIA lavorava cooperando con altri centri stampa internazionali.[12] Iniziando con la Fiera Mondiale di Bruxelles del 1958, lꞌUSIA diresse progettazione, costruzione e operatività del padiglione U.S.A., che rappresentava gli Stati Uniti alla maggiore Esposizione universale.[14]

Abolizione e ristrutturazione modifica

La Legge sulla Riforma degli Affari Esteri e della Ristrutturazione del 1998, Divisione G dellꞌOmnibus Consolidated and Emergency Supplemental Appropriations Act, 1999, abolì effettivamente lꞌU.S. Information Agency il 1º ottobre 1999. Le sue funzioni di informazione scambi culturali erano raccolte nel Dipartimento di Stato sotto il Sottosegretariato di Stato per la Pubblica Diplomazia e gli Affari Pubblici. Al momento del suo smantellamento, il budget dellꞌagenzia era di $1109 miliardi. Dopo la riduzione del personale nel 1997, lꞌagenzia contava 6352 dipendenti, dei quali circa la metà erano impiegati civili negli Stati Uniti (2521). Circa 1800 di questi lavorava nella diffusione internazionale, mentre approssimativamente 1100 lavoravano sui programmi educativi e informativi dellꞌagenzia come il programma Fulbright.[12] I funzionari del Servizio Estero erano circa 1000. Le funzioni di diffusione via radio, compresa la Voice of America, Radio e TV Marti, Radio Free Europe (nellꞌEuropa dellꞌEst), Radio Free Asia e Radio Liberty (in Russia e in altre zone dellꞌex Unione Sovietica), furono consolidate come entità indipendenti sotto il Broadcasting Board of Governors (BBG), che continua a operare indipendentemente dal Dipartimento di Stato. Alla fine degli anni 1990 e allꞌinizio degli anni 2000, alcuni commentatori qualificarono le trasmittenti statunitensi quali Radio Free Asia, Radio Free Europe e Voce dellꞌAmerica come propaganda.[15][16][17]

Note modifica

  1. ^ (EN) Alvin Snyder, Warriors of Disinformation: American Propaganda, Soviet Lies, and the Winning of the Cold War: An Insider's Account, New York, Arcade Pub, 1995, p. xi, ISBN 1-55970-321-0, OCLC 32430655.
  2. ^ a b c d (EN) Snyder, Alvin, Warriors of Disinformation: American Propaganda, Soviet Lies, and the Winning of the Cold War 1995. Arcade Publishing, Inc. New York.
  3. ^ (EN) Reorganization Plan No. 8 of 1953, Template:Usstat
  4. ^ a b c (EN) USIA: an overview, su dosfan.lib.uic.edu, USIA, agosto 1998. URL consultato il 24 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2008).
  5. ^ a b (EN) Ernest Lefever, Ethics and Stati unitiforeign Policy, Cleveland, OH, The World Publishing Company, 1957.
  6. ^ a b c d Robert E. Elder, The Information Machine: The United States Information Agency and American Foreign Policy, Syracuse, NY, Syracuse University Press, 1968.
  7. ^ (EN) " The Wall (1962) - Film Notes.", National Film Preservation Foundation.
  8. ^ a b (EN) Kenneth Osgood, Total Cold War: Eisenhower's Secret Propaganda Battle at Home and Abroad, 2006, University Press of Kansas, Lawrence, KS.
  9. ^ (EN) Seth Fein, "New Empire into Old: Making Mexican Newsreels the Cold War Way.". Diplomatic History, Vol. 28, No. 5, novembre 2004, pp. 703-748.
  10. ^ (EN) Matt Novak, Meet Guy Sims Fitch, a Fake Writer Invented by the US Government, in Gizmodo, 27 settembre 2016. URL consultato il 27 settembre 2016.
  11. ^ (EN) Dizard Wilson P., Jr, Inventing public diplomacy: the story of the U.S. Information Agency, Londra, Lynne Rienner Editores, 2004, p. 159, ISBN 9781588262882. URL consultato il 27 settembre 2016.
    «Questi commenti venivano preparati da un gruppo di redattori USIA (...) Una lunga serie di commenti sullo sviluppo economico fu attribuita per molti anni al gruppo fittizio Guy Sims Fitch, i cui punti di vista venivano spesso citati come autorevoli dalle pubblicazioni dꞌoltre oceano.»
  12. ^ a b c d e f g USIA Factsheet, su dosfan.lib.uic.edu, USIA. URL consultato il 18 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2011).
  13. ^ (EN) Norman Friedman, The Fifty-Year War: Conflict and Strategy in the Cold War, Annapolis, MD, Naval Institute Press, 2000).
  14. ^ The Stati unitiinformation Agency: A Commemoration (PDF), USIA, 1999, p. 38. URL consultato il 18 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2011).
  15. ^ (EN) Nancy Snow, The Smith-Mundt Act of 1948, in Peace Review, vol. 10, n. 4, 1998, pp. 619–624, DOI:10.1080/10402659808426214, ISSN 1040-2659 (WC · ACNP).
  16. ^ (EN) Mark Hopkins, A Babel of Broadcasts, in Columbia Journalism Review, vol. 38, n. 2, 1999, p. 44, ISSN 0010-194X (WC · ACNP).
    «'The U.S. is propagandizing the world with a jumble of wasteful, redundant radio and TV programs – Voice of America, Radio Free This-and-That.»
  17. ^ (EN) Rosaleen Smyth, Mapping US Public Diplomacy in the 21st Century, in Australian Journal of International Affairs, vol. 55, n. 3, 2001, pp. 421–444, DOI:10.1080/10357710120095252, ISSN 1035-7718 (WC · ACNP).

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