Homo di Denisova

ominide siberiano
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Homo di Denisova o donna X è il nome dato ad un ominide i cui scarsi resti sono stati ritrovati nei Monti Altaj in Siberia. La scoperta è stata annunciata nel marzo 2010, quando al termine della completa analisi del DNA mitocondriale (mtDNA) è stato ipotizzato che potesse trattarsi di una nuova specie. Questo esemplare di ominide è vissuto in un periodo compreso tra 70.000 e 40.000 anni fa[1] in aree popolate principalmente da sapiens e in parte da neanderthal; ciononostante, la sua origine e la sua migrazione apparirebbero distinte da quelle delle altre due specie[2][3], e il mtDNA del Denisova risulterebbe differente dai mtDNA di H. neanderthalensis e H. sapiens[4]. L'uomo di Denisova è strettamente imparentato con l'uomo di Neanderthal: le due specie si sarebbero separate circa 300.000 anni or sono[5].

Ingresso della grotta luogo di ritrovamento dei resti dell'Homo di Denisova

Diffusione modifica

Scoperta modifica

Un team di scienziati dell'Istituto Max Planck di antropologia di Lipsia guidati da Svante Pääbo sequenziò il DNA mitocondriale (che si eredita solo per linea materna), estratto dal frammento osseo di un dito mignolo di un giovane individuo di età stimata tra i 5 e i 7 anni e di sesso incerto nonostante gli fosse stato attribuito il soprannome di donna X. Il reperto venne alla luce nel 2008 nelle grotte di Denisova sui Monti Altaj in Siberia. Nello stesso strato di terreno apparvero piccoli oggetti lavorati riconducibili all'Homo di Denisova.

L'analisi del mtDNA ha inoltre suggerito che questa nuova specie di ominidi sia il risultato di una migrazione precoce dall'Africa, distinta da quella successiva, associata a uomini di Neanderthal e umani moderni, ma anche distinta dal precedente esodo africano di Homo erectus[6]. Pääbo ha rilevato l'esistenza di questo ramo lontano che crea un quadro molto più complesso del genere umano durante il tardo Pleistocene[7].

Nel 2010, un secondo documento del gruppo di Svante Pääbo ha riferito di una prima scoperta del 2000, di un terzo molare superiore di un giovane adulto, risalente a circa lo stesso periodo (il dito era nel livello 11 della sequenza della grotta, il dente nel livello 11.1). Il dente differiva in diversi aspetti da quelli di Neanderthal pur avendo caratteristiche arcaiche, simili ai denti dell'Homo erectus. Il gruppo eseguì nuovamente l'analisi del DNA mitocondriale sul dente e rilevò che la sequenza era diversa, ma simile a quella dell'osso del dito, indicando un tempo di divergenza di circa 7500 anni, e suggerendo che appartenesse ad un individuo differente della stessa popolazione[8].

Nel 2011 un osso del dito di un piede è stato scoperto nello strato 11 della grotta, quindi contemporaneo all'osso del dito della mano. La caratterizzazione preliminare del DNA mitocondriale del midollo suggerisce che appartenesse ad un uomo di Neanderthal e non ad un Denisovano[9]. La grotta Altaj contiene anche reperti ossei e strumenti di pietra fatti da esseri umani moderni e Pääbo ha commentato: "L'unico posto in cui siamo sicuri che tutte e tre le forme umane hanno vissuto anche se in diversi periodi temporali, è qui nella grotta Denisova"[9].

Nel 2022 per le sue scoperte Svante Pääbo riceve il premio Nobel per la medicina.

Espansione modifica

Nel 2018 nella Grotta di Baishiya è un sito archeologico sul bordo nord-orientale dell'altopiano tibetano nella contea di Xiahe, nella provincia di Gansu in Cina, è stata ritrovato un reperto, noto come la mandibola di Xiahe, che tramite analisi paleoproteomica, è risultato essere il primo fossile di homo di Denisova, trovato al di fuori dell'omonima grotta siberiana. [10]

Un terzo reperto, è stato ritrovato nella Grotta del Cobra (Tam Ngu Hao 2), nel nord del Laos, corrispondente ad un dente molare attribuito ad una donna vissuta tra i 164.000 e 131.000 anni fa.[11][12]

Ibridazione con Homo sapiens modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ibridazioni tra esseri umani arcaici e moderni.

Studi genetici indicano che approssimativamente il 4% del DNA dell'Homo sapiens non africano è lo stesso trovato nell'Homo neanderthalensis suggerendo una origine comune[13]. I test che mettano in comparazione il genoma dell'Homo di Denisova con quello di 6 differenti Homo sapiens come un ǃKung dal Sudafrica, un nigeriano, un francese, un Papua della Nuova Guinea, un abitante dell'isola di Bougainville e uno della stirpe Han, dimostrano che dal 4 al 6% del genoma dei melanesiani (rappresentato dagli uomini dell'isola di Bougainville), derivano dalla popolazione di Denisova. Questi geni sono stati verosimilmente introdotti durante la prima migrazione umana degli antenati dei melanesiani nel sud-est asiatico[13]. Quindi, concludendo, è verosimile ipotizzare un'ibridazione tra Homo di Denisova e Homo sapiens, che ha interessato le popolazioni del sud-est asiatico antico e quelle, loro dirette discendenti, australiane. L'apporto genetico denisoviano alle altre popolazioni asiatiche è limitato e, come in quelle europee e amerindie, deriva in buona parte dall'ibridazione, avvenuta in precedenza, con i Neanderthal (che a loro volta si erano ibridati con i Denisova). Nel 2019, un team internazionale di ricercatori, dopo aver analizzato il genoma completo di 161 persone provenienti da 14 gruppi differenti in Indonesia e Papua Nuova Guinea, suggerisce l'ipotesi che un gruppo di denisoviani si sia ibridato tardivamente con le popolazioni locali di Homo sapiens circa 15.000 anni fa. Come affermato nello studio[14] gli abitanti della Papua Nuova Guinea recano infatti tracce nel dna di due popolazioni denisoviane differenti, denominate D1 e D2, e divergenti tra loro di circa 283.000 anni. Mentre la seconda tipologia è molto più diffusa, la prima è identificabile unicamente negli abitanti dell'isola. Non tutto il mondo accademico tuttavia si è detto convinto delle conclusioni della ricerca. Un altro scenario ipotizzato prevede un primo incontro tra umani moderni e denisoviani. Dopo un'ibridazione iniziale, il gruppo si sarebbe separato portando con sé due differenti "set" di geni denisoviani. Infine, le due popolazioni sarebbero venute nuovamente a contatto, incrociando nuovamente il DNA[14].

Aspetto fisico modifica

Data l'estrema limitatezza dei reperti, ben poco si sa sulle caratteristiche fisiche di questi individui.

Il sequenziamento del genoma estratto dalla falange ritrovata nel 2008 a Denisova (Siberia meridionale) ha permesso di definire che il soggetto esaminato, una femmina, avesse carnagione scura con occhi e capelli castani[15].

Dalle ultime analisi del mtDNA e del DNA nucleare risulta che l'Uomo di Denisova si sarebbe separato dal comune antenato di Neanderthal e uomo moderno circa 1.000.000 di anni fa e che in seguito si sarebbe incrociato con l'Homo sapiens progenitore dei moderni abitanti della Papua Nuova Guinea, con i quali condivide il 4-6% del genoma[16]; provando così (come già con l'uomo di Neanderthal) l'Ipotesi multiregionale di interscambio genetico tra antichi e moderni Homo sapiens[17].

Genetica modifica

Da tempo ormai, i tradizionali metodi di indagine storico-archeologico, sono stati affiancati da metodi derivati dalla genetica, come lo studio del DNA antico, i cui risultati, confermano o meno, le risultanze prodotte dalle indagini tradizionali.

Analisi del DNA mitocondriale modifica

Il DNA mitocondriale (mtDNA) proveniente dall'osso del dito è diverso da quello degli esseri umani moderni per 385 basi (nucleotidi), su un totale di circa 16.500 basi presenti in un filamento del DNA mitocondriale, mentre la differenza tra gli esseri umani moderni ed i Neanderthal è di circa 202 basi. Considerando che la differenza tra scimpanzé e gli esseri umani moderni è di circa 1.462 paia di basi del DNA mitocondriale[18], ciò suggerisce un tempo di divergenza di circa un milione di anni. L'mtDNA di un dente aveva una somiglianza elevata con quella dell'osso del dito, indicando che entrambi appartenevano alla stessa popolazione[19]. È stata recuperata una sequenza di mtDNA su un secondo dente che ha mostrato un numero inaspettatamente elevato di differenze genetiche rispetto a quella riscontrata nell'altro dente e nel dito, suggerendo un elevato grado di diversità mtDNA. Questi due individui, rinvenuti nella stessa grotta, hanno mostrato una diversità tra loro maggiore di quella rilevata campionando gli uomini di Neanderthal di tutta l'Eurasia. Un tasso di diversità paragonabile a quello che distingue gli esseri umani moderni provenienti da diversi continenti[20].

Analisi del DNA nucleare modifica

Nello stesso studio del 2010, gli autori hanno effettuato l'isolamento e il sequenziamento del DNA nucleare dell'osso del dito del Denisova. Questo esemplare ha mostrato un insolito grado di conservazione del DNA e un basso livello di contaminazione. Sono stati in grado di raggiungere quasi il completo sequenziamento genomico, consentendo un confronto dettagliato con i Neanderthal e gli umani moderni. Da questa analisi hanno concluso, nonostante l'apparente divergenza della loro sequenza mitocondriale, che gli uomini di Denisova e i Neanderthal hanno condiviso un ramo comune ancestrale che porta ai moderni esseri umani africani. Il tempo medio stimato di divergenza tra le sequenze dei denisoviani e dei Neanderthal è di circa 640 000 anni fa, mentre il tempo di divergenza tra le sequenze di ciascuno di essi e le sequenze degli africani moderni è di 804 000 anni fa. Ciò suggerisce che la divergenza dei risultati mitocondriali del Denisova derivi o dalla persistenza di un lignaggio epurato dagli altri rami attraverso deriva genetica oppure da un'introgressione di un lignaggio di un ominide più arcaico[8]. Nel 2013, la sequenza di mtDNA prelevata dal femore di un Homo heidelbergensis di 400.000 anni fa proveniente dalla Grota Sima in Spagna è risultata essere simile a quella di Denisova[21].

Note modifica

  1. ^ Science, 31 August 2012, vol. 337 no. 6098 pp. 1028-1029 (in inglese)
  2. ^ David Brown, DNA from bone shows new human forerunner, and raises array of questions, in Washington Post, 25 marzo 2010.
  3. ^ Johannes Krause, Qiaomei Fu, Jeffrey M. Good, Bence Viola, Michael V. Shunkov, Anatoli P. Derevianko e Svante Pääbo, The complete mitochondrial DNA genome of an unknown hominin from southern Siberia, in Nature, vol. 464, n. 7290, 2010, pp. 894–897, DOI:10.1038/nature08976, PMID 20336068.
  4. ^ Alla Katsnelson, New hominin found via mtDNA, collana The Scientist, 24 marzo 2010. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2010).
  5. ^ L’eredità dei Neanderthal, su pikaia.eu, 9 gennaio 2014. URL consultato il 14 agosto 2018.
  6. ^ Katsnelson, Alla (24 March 2010), "New hominin found via mtDNA", The Scientist
  7. ^ Sample, Ian (24 March 2010), "New species of human ancestor found in Siberia", The Guardian
  8. ^ a b Reich, David; Green, Richard E.; Kircher, Martin; Krause, Johannes; Patterson, Nick; Durand, Eric Y.; Viola, Bence; Briggs, Adrian W. & Stenzel, Udo (2010), "Genetic history of an archaic hominin group from Denisova Cave in Siberia", Nature 468 (7327): 1053–1060, doi:10.1038/nature09710, PMID 21179161
  9. ^ a b Gibbons, Ann (August 2011). "Who Were the Denisovans?". Science 333: 1084–87. Retrieved January 2012.
  10. ^ (EN) Bacon, Anne-Marie, Bourgon, Nicolas, Dufour, Elise, Demeter, Fabrice, Zanolli, Clément, Westaway, Kira E., Joannes-Boyau, Renaud, Duringer, Philippe, Ponche, Jean-Luc, Morley, Mike W., Suzzoni, Eric, Frangeul, Sébastien, Boesch, Quentin, Antoine, Pierre-Olivier, Boualaphane, Souliphane, Sichanthongtip, Phonephanh, Sihanam, Daovee, Huong, Nguyen Thi Mai, Tuan, Nguyen Anh, Fiorillo, Denis, Tombret, Olivier, Patole-Edoumba, Elise, Zachwieja, Alexandra, Luangkhoth, Thonglith, Souksavatdy, Viengkeo, Dunn, Tyler E., Shackelford, Laura e Hublin, Jean-Jacques, Palaeoenvironments and hominin evolutionary dynamics in southeast Asia, in Scientific Reports, vol. 13, 2023, DOI:10.1038/s41598-023-43011-2.
  11. ^ La giovane Denisova del Laos, su pikaia.eu. URL consultato il 14 gennaio 2024.
  12. ^ Una straordinaria scoperta in una grotta del Laos fa luce sul mistero dell’evoluzione umana, su fanpage.it. URL consultato il 14 gennaio 2024.
  13. ^ a b David Reich, Richard E. Green, Martin Kircher, Johannes Krause, Nick Patterson, Eric Y. Durand, Bence Viola, Adrian W. Briggs e Udo Stenzel, Genetic history of an archaic hominin group from Denisova Cave in Siberia, in Nature, vol. 468, n. 7327, 2010, pp. 1053–1060, DOI:10.1038/nature09710, PMID 21179161.
  14. ^ a b (EN) Ann GibbonsMar. 29, 2019, 10:30 Am, Our mysterious cousins—the Denisovans—may have mated with modern humans as recently as 15,000 years ago, su Science | AAAS, 28 marzo 2019. URL consultato il 2 aprile 2019.
  15. ^ Sequenziato il genoma della nostra ‘cugina’ di Denisova, su pikaia.eu, 12 ottobre 2012. URL consultato il 14 agosto 2018.
  16. ^ "Genetic history of an archaic hominin group from Denisova Cave in Siberia." (PDF), su genetics.med.harvard.edu. URL consultato il 12 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2011).
  17. ^ "L'Uomo di Denisova, una svolta nell'evoluzione umana", su nationalgeographic.it. URL consultato il 12 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2011).
  18. ^ Krause, Johannes; Fu, Qiaomei; Good, Jeffrey M.; Viola, Bence; Shunkov, Michael V.; Derevianko, Anatoli P. & Pääbo, Svante (2010), "The complete mitochondrial DNA genome of an unknown hominin from southern Siberia", Nature 464 (7290): 894–897, doi:10.1038/nature08976, PMID 20336068
  19. ^ Reich, David; Green, Richard E.; Kircher, Martin; Krause, Johannes; Patterson, Nick; Durand, Eric Y.; Viola, Bence; Briggs, Adrian W. & Stenzel, Udo (2010), "Genetic history of an archaic hominin group from Denisova Cave in Siberia", Nature 468 (7327): 1053–1060, doi:10.1038/nature09710, PMID 2117916
  20. ^ Pennisi, Elizabeth (2013), "More Genomes from Denisova Cave Show Mixing of Early Human Groups", Science 340 (6134): 799, doi:10.1126/science.340.6134.799
  21. ^ Callaway, Ewan (5 December 2013). "Hominin DNA baffles experts". Nature (journal) 504: 16–17. doi:10.1038/504016a. Retrieved 4 December 2013.

Bibliografia modifica

  • Tom Higham, Il mondo prima di noi. Una nuova storia delle origini del genere umano Perugia, Odoya, 2021. ISBN 9788862886833

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