Uri Katzenstein

scultore, musicista e produttore cinematografico israeliano

Uri Katzenstein (in ebraico אורי קצנשטיין?) (Tel Aviv, 17 febbraio 1951Tel Aviv, 24 agosto 2018[1]) è stato uno scultore, musicista e produttore cinematografico israeliano, rinomato inoltre come costruttore di strumenti musicali e di macchinari produttori di suoni[2].

Uri Katzenstein

Biografia

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Nato a Tel Aviv, Israele nel 1951 Katzenstein da giovane si è dedicato alla musica, unendosi a vari gruppi musicali rock. Nel 1969, si è arruolato nelle Forze di difesa israeliane e ha combattuto nella Guerra del Kippur.[3][4][5] Alla fine degli anni 1970, Katzenstein ha studiato presso l'Istituto d'Arte di San Francisco e, dopo avere ottenuto la sua laurea magistrale in Belle Arti (MFA) si è trasferito a New York, dove ha vissuto e lavorato fino alla fine degli anni 1980. Le sue prime opere, iniziando verso la fine degli anni settanta, hanno compreso svariate mostre di avanguardia, con opere di musica, video, suoni e altri progetti di mass media. Negli anni 1990, l'artista ha iniziato a creare sculture di statuette e staction figure (figurini), oltre ad oggetti e macchine da suono composte in un'unica rappresentazione visiva/auditiva.[3]

Ritornato in Israele, Katzenstein insieme all'artista Noam HaLevi ha creato lo spettacolo "Midas". Nel 1993 ha preso parte all'opera rock "Samara" di Hallel Mitelpunkt e del gruppo Nikmat HaTraktor.[6] Nel 1999, ha pubblicato un album, insieme a Ohad Fishof, intitolato "Skin O Daayba", che è poi servito da base per uno spettacolo musicale susseguente. Nel 2001, Katzenstein ha prodotto lo spettacolo "Home" con Renana Raz e Ohad Fishof. Nei primi anni del 2000 ha iniziato a creare videoarte composta da eventi surreali enfatizzando soggetti di identità personale. Tra le sue opere più importanti sono da sottolineare "Patʹshegen" (in ebraico פתשגן?) e "Family of Brothers" (משפחת האחים). I suoi primi lavori di "performance" (rappresentazione) sono stati presentati presso locali rinomati, come il The Kitchen,[7] il No-Se-No, la galleria d'arte e nightclub 8BC, e Danceteria. Le sue opere di scultura, videoarte e "installation art" sono state esibite in musei come il Museo russo (San Pietroburgo), il Chelsea Art Museum (New York), il Kunsthalle Düsseldorf, l'Israel Museum, il Duke University Museum of Art (Carolina del Nord). Katzenstein ha partecipato alla Biennale di San Paolo (Brasile, 1991), la Biennale di Venezia (2001), la Biennale di Buenos Aires (primo premio, 2002), e la 9ª Biennale di Istanbul (2005). I suoi lavori di rappresentazione sono stati allestiti in teatri e gallerie di Londra, Berlino, San Francisco, Cardiff (Galles), Santiago di Compostela (Spagna), New York, e Tel Aviv.[3][8]

Attualmente Uri Katzenstein insegna al Dipartimento di Belle Arti, presso la Facoltà di Umanistica dell'Università di Haifa.[9][10]

Katzenstein ha ricevuto i seguenti riconoscimenti:[3]

  • ha-Biʼanaleh ha-benleʼumit ha-21 shel San-Paʼulo 1991, Yiśraʼel (1991). di Nurit Daṿid, Yehoshuʻa Borḳovsḳi, Yiśraʼel Rabinovits, Uri Ḳatzenstein OCLC 58404699
  • פתשגן / Patʹshegen (1993). di Uri Katzenstein ISBN 978-965-278-130-7
  • Uri Katzenstein: missive: The Israel Museum, Jerusalem, (1993). di Uri Katzenstein OCLC 600838262
  • Families (2000). di Uri Katzenstein; Duke University. Evans Family Cultural Residency Program. OCLC 49932271
  • Uri Katzenstein: home: Venice Biennale 2001, the Israeli Pavilion (2001). di Uri Katzenstein; Yigal Zalmona; Ishai Adar; Binya Reches OCLC 753440505
  • Hope machines (2007). di Uri Katzenstein; Merkaz le-omanut ʻakhshaṿit (Tel Aviv, Israele) OCLC 477287150
  • Backyard (2015) di Uri Katzenstein; Tel-Aviv Museum ISBN 978-965-539-109-1
  1. ^ האמן והמוזיקאי אורי קצנשטיין מת בגיל 67 (HE)
  2. ^ (EN) Uri Katzenstein: backyard The Dan Sandel and Sandel Family Foundation Sculpture Award, 2014, su Museo d'arte di Tel Aviv. URL consultato il 6 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2015).
  3. ^ a b c d (HE) אורי קצנשטיין, su מרכז המידע לאמנות ישראלי. URL consultato il 6 luglio 2015.
  4. ^ Miri Gal-Ezer, From "silent generation" to cyber-psy-site, story and history: The 14th Tank Brigade battles on public collective memory and official recognition, su cyberpsychology.eu. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2015).
  5. ^ (HE) Shany Littman, האמן אורי קצנשטיין טיפל בפוסט טראומה שלו באמצעות כיסא בצורת צלב קרס, su Haaretz, 22 maggio 2015. URL consultato il 22 luglio 2015.
  6. ^ Per ulteriori informazioni, si veda "Nikmat HaTraktor", sito ufficiale del gruppo.
  7. ^ Si veda il rispettivo sito ufficiale.
  8. ^ Uri Katzenstein, su no-org.net. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  9. ^ Prof. Uri Katzenstein lecturer page, su University of Haifa. URL consultato il 27 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2018).
  10. ^ Ellie Armon Azoulay, Art in Haifa: thinking outside the box Artists who come from 'other places' reflect the University of Haifa's flexibility., su Haaretz, 6 giugno 2011. URL consultato il 7 luglio 2015.
  11. ^ (HE) Shany Litman, אנג'לה קליין, אורי קצנשטיין וטל מצליח בין זוכי פרס מוזיאון תל אביב, su haaretz.co.il, Haaretz, 17 novembre 2014. URL consultato il 6 luglio 2015.
  12. ^ (EN) Carl Hoffman, From ‘Backyard’ to front lawn, su jpost.com, Jerusalem Post, 6 marzo 2015. URL consultato il 6 luglio 2015.
  13. ^ (EN) Galia Yahav, Veteran Israeli artist's exhibit is generous, sexy, and violent all at once, su haaretz.com, Haaretz, 7 maggio 2015. URL consultato il 6 luglio 2015.

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