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Giovanni Battista Santino Scapaccino
La morte del carabiniere Scapaccino in un dipinto di Francesco Gonin (1808-1889)
NascitaIncisa Belbo, 15 febbraio 1802
MorteLes Échelles, 3 febbraio 1834
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armata Regia armata sarda
ArmaCavalleria
CorpoCarabinieri Reali
UnitàReggimento "Piemonte Reale" Cavalleria
Anni di servizio1822 - 1834
GradoCarabiniere
BattaglieInvasione della Savoia del 3 febbraio 1834
Decorazionivedi qui
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Giovanni Battista Scapaccino (Incisa Belbo, 15 febbraio 1802Les Échelles, 3 febbraio 1834) è stato un carabiniere italiano, caduto in azione durante il tentativo di invasione della Savoia, effettuato da fuoriusciti mazziniani nel febbraio 1834. Decorato con la medaglia d'oro al valor militare, la prima concessa dalla reintroduzione di tale onorificenza da parte del Re Carlo Alberto.

Biografia

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Nato a Incisa Belbo, in provincia di Asti, il 15 febbraio 1802,[1] figlio di Biagio e Margherita Allia. Nel 1822 si arruolò nella Regia armata sarda, entrando in servizio nel Reggimento Piemonte Reale Cavalleria[1] da cui, nel 1830, transitò in servizio nel Corpo dei Carabinieri Reali,[N 1] venendo destinato a prestare servizio in Savoia, in forza alla Stazione di Les Échelles.[1]

Alla nove di sera del 3 febbraio 1834, una colonna di circa cento fuoriusciti repubblicani mazziniani provenienti dalla Francia, tentò di invadere il Regno di Sardegna, occupando il villaggio di Les Échelles.[1] In quel momento Scapaccino stava rientrando a cavallo dal Comando della Compagnia di Chambéry, portando un dispaccio riservato che poneva in allerta i comandi dipendenti sul movimento di forze rivoltose alla frontiera.[1] Pur essendosi reso conto della presenza dei rivoltosi nel paese, venne fermato alle porte del paese, egli si rifiutò di aderire alla rivolta cercando di forzare il posto di blocco impugnando la pistola d'ordinanza. Scapaccino non esitò: pur comprendendo che il gesto avrebbe potuto costargli la vita, rispose fieramente che non conosceva altra bandiera se non quella del suo Re, spronava il cavallo gridando "Viva il Re!".[2] Fu colpito a morte da due colpi di fucile sparati da un certo Pietro Lanfrey[N 2][3]. La colonna dei fuorusciti mazziniani che uccisero Scapaccino era guidata da Gerolamo Ramorino, che diventò poi generale dell'esercito sardo.[N 3] Il comportamento di Scapaccino fu messo all'Ordine del Giorno dell'Esercito dal Ministro della guerra[4] e Re Carlo Alberto volle decorarlo con la Medaglia d'oro al valor militare dell'esercito sabaudo,[N 4] la prima concessa da quando egli aveva reintrodotto tale onorificenza.[4]

 
Targa commemorativa a Les Echelles (Francia)

Riconoscimenti

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Il suo paese natale, Incisa Belbo, divenne nel 1928 Incisa Scapaccino in suo onore.[N 5] Il comune inoltre gli ha dedicato una via e un monumento. Nel 2015 gli è stata intitolato il Comando Carabinieri di Asti, ed anche una caserma di Alessandria porta il suo nome. Venne raffigurato tra i bassorilievi del Monumento al Carabiniere di Torino modellati dall'artista Edoardo Rubino e rappresentanti gli episodi più significativi della Storia dell'Arma, appare anche l'eroismo di Les Échelles. Scapaccino è raffigurato con volto pieno di risolutezza, di vigore, mentre si sente sussurrare all'orecchio da un fuoriuscito parole di minaccia, da un altro lusinghe: il valoroso è imperturbabile, non esita, fiero nell'atteggiamento, lo sguardo rivolto lontano, il labbro dischiuso nel grido eroico che pagherà con la vita.[5]

Onorificenze

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«Per aver preferito farsi uccidere dai fuorusciti nelle mani dei quali era caduto piuttosto che gridare "viva la Repubblica", cui volevano costringerlo, gridando invece "viva il Re". Pont des Echelles (Savoia), 3 febbraio 1834

Annotazioni

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  1. ^ Fondato con Regie Patenti del 13 luglio 1814.
  2. ^ Di professione cardatore, Lanfrey si era rifugiato in Francia qualche mese prima perché ricercato per contrabbando.
  3. ^ Come tale fu condannato a morte in quanto accusato di essere responsabile della sconfitta di Novara, venendo fucilato a Torino.
  4. ^ Divenuto nel 1861 Regio Esercito italiano.
  5. ^ Con Regio Decreto del 18 ottobre 1928 il paese fu ribattezzato Incisa Scapaccino.
  1. ^ a b c d e Fiorilli 2012, p. 33.
  2. ^ Oltre il dovere, i carabinieri decorati di medaglia d'oro al valor militare, pag. 14-15.
  3. ^ Storia dei Carabinieri il podcast, Ep.9 I tentativi insurrezionali in Savoia 1830-1834. Giovan Battista Scapaccino MOVM, su spreaker.com. URL consultato il 29 novembre 2020.
  4. ^ a b Fiorilli 2012, p. 34.
  5. ^ Oltre il dovere, i carabinieri decorati di medaglia d'oro al valor militare, pag. 14-15.

Bibliografia

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  • Alessandra Fiorilli, Ovunque c'è un campanile: la presenza dei Carabinieri sul territorio, i loro Reparti Speciali, Milano, Lampi di Stampa, 2012, ISBN 88-488-1420-4.
Periodici
  • Cronache dalle Federazioni, in Il Nastro Azzurro, n. 1, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, gennaio-febbraio 2009, p. 40.

Voci correlate

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Altri progetti

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Sandro Sciotti
NascitaCesena, 28 maggio 1962
MorteSanta Maria delle Mole, 13 giugno 2002
Dati militari
Paese servito  Italia
Forza armataArma dei Carabinieri
GradoVicebrigadiere
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare alla memoria
Fonte Carabinieri.it
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Sandro Sciotti (Cesena, 28 maggio 1962Santa Maria delle Mole, 13 giugno 2002) è stato un militare italiano, Vicebrigadiere dell'Arma dei Carabinieri, insignito di medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia

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Sandro Sciotti era nato a Cesena (FC) il 28 maggio 1962 e, non ancora maggiorenne, nell'agosto del 1979 si arruolò nell'Arma e frequentò il prescritto Corso di istruzione presso la Scuola Allievi di Roma. Promosso Carabiniere il 22 gennaio 195 e destinato alla Legione Roma, operò inizialmente nel Nucleo Carabinieri Camera dei De-putati, poi nel Nucleo Scorte, sempre nella Capitale.

Nel dicembre 1987, dopo aver superato uno specifico corso, intraprese servizio nell’allora Comando Tutela Patrimonio Artistico. Fino al marzo 1999, quando fu trasferito alla Stazione di Castelgandolfo - Ville Pontificie. Il 20 ottobre 1990 si era intanto sposato con la Signora Claudia Sebastianelli e dal matrimonio erano nati Dario e Diana, 10 e 5 anni alla morte del padre. Promosso Appuntato nell'agosto 1989 e Vice Brigadiere nel settembre 1995, nel marzo 2000 raggiungeva la sua ultima sede di servizio, Santa Maria delle Mole.

Il 13 giugno del 2002 interviene per sventare una rapina in corso all'interno della filiale Banca Popolare del Lazio di Santa Maria della Mole. Il sovraintendente sopraggiunto sul posto si lanciava subito su un complice dei rapinatori, che svolgeva la funzione di "palo" all'esterno della filiale. Il Vice Brigadiere Scioti riusciva bloccare a terra il malvivente ma, mentre stava per ammanettarlo, uscivano dalla banca i due rapinatori che senza scrupolo aprivano il fuoco contro coraggioso militare, colpendolo al torace e anche ad una mano e a un piede. Nonostante ferito in maniera grave, il Sovrintendente riusciva ad esplodere un colpo con la sua pistola, prima di accasciarsi esanime al suolo. I rapinatori, infine si allontanavano a bordo di un autovettura e di un motociclo, abbandonando la refurtiva. Il militare venne prontamente trasportato in ospedale ad Albano laziale, dove arrivò purtroppo senza vita. Le indagini, avviate sulla base delle poche testimonianze e degli esami del DNA su gocce di sangue rinvenute sul pavimento della Banca (uno dei rapinatori era rimasto ferito durante lo sfondamento della vetrata), su un casco da motociclista abbandonato dai fuggitivi e su una maglietta rinvenuta vicino al motorino utilizzato per la fuga, consentirono di identificare quali autori dell'omicidio e della rapina due fratelli di Guidonia (RM), nel frattempo rifugiatisi in Spagna. Il 31 luglio 2002 i Carabinieri riuscivano a catturare il primo, successivamente venne individuato anche il secondo.[1]


Onorificenze

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«Avvedutosi di una rapina in corso presso Istituto di Credito, con esemplare ardimento e consapevole sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare uno dei malfattori, appostato all’esterno della banca, bloccandolo a terra. Fatto segno da colpi d’arma da fuoco esplosi dai due complici, benché colpito in più parti del corpo, con eccezionale coraggio e non comune determinazione, replicava con l’arma in dotazione, accasciandosi, poi, esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio. Santa Maria delle Mole (Roma), 13 giugno 2002.»

Al Vice Brigadiere è intitolata un'aula multimediale dell'attuale Comando Tutela Patrimonio Culturale. Al suo nome è intitolata la caserma sede della Stazione di Santa Maria delle Mole situata a Marino (Roma).

Collegamenti esterni

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  1. ^ Oltre il dovere, i carabinieri decorati di medaglia d'oro al valor militare, pag. 250-251.