Utente:Bramfab/Pietro Escoffier

Carlo Pietro Escoffier
NascitaNizza, 29 giugno 1825
MorteRavenna, 19 marzo 1870
Cause della morteassassinio
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regia Armata Sarda
Regio Esercito
Guerre
Campagne
BattaglieBattaglia di Confienza
Battaglia di San Martino
Comandante diRegio Esercito
Studi militariAccademia militare di Torino
Altre caricheComandante di zona militare nell'Italia meridionale
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Pietro Escoffier

prefetto
Durata mandato1869 –
1870
MonarcaVittorio Emanuele II
Tipo nominaNomina regia

Dati generali
ProfessioneMilitare di carriera

Pietro Escoffier (Nizza, 29 giugno 1825Ravenna, 19 marzo 1870) è stato un militare e prefetto italiano, militare del Regio Esercito italiano, prese parte alle prime tre guerre d'indipendenza italiana, a quella di Crimea e alla repressione del Brigantaggio postunitario italiano, fu nominato prefetto di Ravenna in seguito a fermenti politici e omicidi avvenuti in quella provincia ad opera della setta degli accoltellatori, dove fu assassinato, pochi mesi dopo il suo arrivo, da un ispettore di pubblica sicurezza..

Biografia modifica

A 13 anni divenne allievo dell'Accademia Militare di Torino, venendo promosso al grado di sottotenente nel 1846.

L'anno seguente, terminata l'accademia iniziò la sua carriera militare come luogotenente nel corpo di stato maggiore, divenne capitano nel 1849, maggiore nel 1859, nel 1860 luogotenente-colonnello e colonnello nel 1861 e infine generale nel 1866. Nel corso di questa carriera militare prese parte a tutte le guerre d'indipendenza, alla guerra di Crimea, meritando la Croce di Savoia per il suo comportamento nella Battaglia di Confienza e la medaglia al valor militare dopo la battaglia di San Martino, ove riportò una grave ferita [1].

Negli anni 1860 e 1861 fu capo di stato maggiore del 1° corpo d'esercito, quindi direttore della scuola di applicazione di stato maggiore dal 1862 al 1865, comandante di una zona militare nelle provincie meridionali durante la lotta al Brigantaggio postunitario italiano [2].

Prefettura straordinaria e suo assassinio modifica

Nel 1869 fu inviato a Ravenna a reggerne la prefettura con poteri straordinari, essendo la situazione nella provincia ravennate divenuta critica causa gli assassini di personalità locali, perpetrati da una setta terroristica [3]l' "associazione degli accoltellatori"[4], con il preciso incarico di ricondurre l'ordine e la calma fra le agitate popolazioni.

Quando sembrava che la sua azione fosse stata coronata dal successo [5], sia pure inimicandosi i politici che l'appoggiavano (i moderati del governo [6] ) causa il deciso contrasto alla corruzione dei funzionari governativi[7] la mattina del 19 marzo dell'anno successivo fu ucciso da Pio Cattaneo, un ispettore di pubblica sicurezza, con due colpi di pistola da fuoco mentre si trovava nel suo ufficio. Dei due colpi quello mortale attraversò la parte sinistra del collo interessante la carotide, l'altro la parte sinistra del mento, provocandogli una morte quasi immediata.

Il suo assassino fu subito arrestato e rapidamente posto sotto processo che si concluse il 29 Aprile. Il pubblico ministero chiese un verdetto che dichiarasse Pio Cattaneo colpevole di omicidio con premeditazione sulla persona di Carlo Escoffier nell'esercizio delle sue funzioni stesse, mentre l'avvocato difensore, che aveva chiamato a testimoniare sulla personalità dell'accusato due politici, distintisi nella lotta risorgimentale: il senatore De Luca già prefetto di Reggio Emilia e al tempo prefetto di Forlì [8] ed il prefetto di Genova commendatore Carlo Mayr già senatore del regno, chiese di escludere la premeditazione. Dopo circa tre quarti d'ora di camera di consiglio la giuria dichiarò l'imputato colpevole di omicidio volontario escludendo la premeditazione ed ammettendo le circostanze attenuanti. La sentenza di condanna, emessa a mezzanotte dalla corte, fu di 20 anni di lavori forzati, all'interdizione dai pubblici uffici, all'indennità ed alle spese [9].

https://www.google.it/books/edition/L_%C3%80ncora/PYKShi7N-lIC?hl=it&gbpv=1&dq=pietro+escoffier&pg=PA104&printsec=frontcover

https://www.google.it/books/edition/La_Civilt%C3%A0_cattolica/nBNIAQAAMAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=pietro+escoffier&pg=PA364&printsec=frontcover

https://www.google.it/books/edition/Alfredo_Baccarini/P8s7AQAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=pietro+escoffier&pg=PA23&printsec=frontcover

https://www.google.it/books/edition/L_Emporio_pittoresco/5PIaAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=pietro+escoffier&pg=PA194&printsec=frontcover

https://www.google.it/books/edition/Dizionario_storico_biografico_topografic/5H8pAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=pietro+escoffier&pg=PA690&printsec=frontcover

https://www.indacostorage.com/mmarino/foto/setta.pdf


Escoffier fu rimpiazzato dal governo dando il comando militare della provincia con autorità di prefetto civile al maggior generale conte Nicolis di Robilant, questa nomina venne fatta senza ottenere preventivamente il consenso di Enrico Cialdini, al tempo generale supremo delle truppe dell'Italia centrale, che utilizzò questo "sgarbo" per proseguire una polemica in corso col governo sulla riorganizzazione dell'esercito, presentando le sue dimissioni.

Note modifica

  1. ^ Soldato italiano, p. 690
  2. ^ Soldato italiano, p. 690
  3. ^ Pietro Paleocapa, Alfredo Baccarini - note biografiche, Roma, Giornale dei lavori pubblici e delle strade ferrate, 1878, p. 23.
  4. ^ Luca Pavarotti, I soldati della Rivoluzione, in Corriere Romagna - Cronaca di Ravenna, 15 Gennaio 2011 (archiviato dall'originale).
  5. ^ Cronaca, in La Civiltà Cattolica, p. 364.
  6. ^ Gli accoltellatori
  7. ^ Luca Pavarotti, I soldati della Rivoluzione, in Corriere Romagna - Cronaca di Ravenna, 15 Gennaio 2011 (archiviato dall'originale).
  8. ^ DE LUCA Nicola, su https://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/Senatori?OpenPage. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  9. ^ Notizie - Ferrara, in L'Ancora - Periodico per le Romagne, Marche ed Umbria, Bologna, Tipografia Felsinea, 4 maggio 1870 (archiviato dall'originale).

Bibliografia modifica

  • Pio Bosi, Il Soldato Italiano Dizionario Storico , Biografico , Topografico , Militare d'Italia, Torino, Tipografia G. Candeletti, successore Cassone -, 1870, p. 690.