Utente:Brunetti Chiara/Sandbox

Francesco Brunetti detto "Checco"

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Biografia

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Francesco Brunetti (Bologna, 10 giugno 1941 – Crespellano, 4 dicembre 1995), scultore, è figlio di Otello Brunetti [1]e Maria Saetti (sorella del pittore Bruno Saetti). I suoi genitori hanno già tre figli, Giovanni, detto Gianni, Pietro e Paolo.

La famiglia risiede a Roma, dove Otello, figlio di ferroviere e ferroviere lui stesso, lavora e dove la sua passione di modellista ferroviario, ereditata dal nonno Luigi e dal padre Giovanni, è molto apprezzata sia da privati sia nel suo stesso ambiente di lavoro (suoi modelli vengono esposti anche all’estero per rappresentare le Ferrovie Italiane).

Dopo la guerra la famiglia torna a Bologna, a Porta Saffi, dove hanno sempre vissuto le famiglie Brunetti e Saetti e dove Otello e Maria resteranno fino alla morte, giunta per entrambi, a distanza di pochi mesi, nel corso del 1988.

Francesco, detto Checco, è di salute cagionevole e, per le troppe assenze, non viene ammesso all’esame di V elementare. Si rivela una grande opportunità: il nuovo maestro riconosce in lui una tale vena artistica da consigliare di iscriverlo all’Istituto d’Arte. Qui, pur eccellendo in tutte le forme artistiche, si indirizza verso la scultura.

Diplomato Maestro d’Arte, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. E’ di questi anni il suo impegno creativo nel settore grafico-pubblicitario, per alcune industrie e case editrici.

Agli inizi degli anni 60 giungono i primi successi in campo artistico: a soli 19 anni vince il 1° premio per la scultura al “Premio Nazionale Lerici”, seguito da numerosi altri riconoscimenti negli anni successivi.

La “consacrazione” ufficiale nel mondo dell’Arte avviene all’inizio dell’insegnamento, come assistente del professor Enzo Pasqualini al Liceo Artistico di Bologna e con la sua prima “personale” nel 1970 presso al Galleria d'Arte "La Nuova Loggia" di Bologna.

Oltre alla compagnia artistica dello zio Bruno Saetti, ormai affermato pittore bolognese, Francesco cresce nell’amicizia e alla scuola di Giovanni Korompay, pittore.

Nell’aprile del 1972 conosce, durante un viaggio a Parigi, Elisabetta Frejaville, che sposa nel settembre del 1974. Avranno 3 figlie,Chiara nel 1976, Sara nel 1978 e Maria Giovanna, detta Genny adottata nel 1983. La famiglia diventerà il suo motore e la sua opera più preziosa. Sacrificherà molto la carriera artistica per stare con la sua famiglia.

Sempre nel 1972 vince il concorso per la Cattedra di Figura e Ornato Modellato presso il liceo Artistico di Bologna, che fu di Cleto Tomba e che mantiene fino al settembre del 1991.

Diversi critici d'arte hanno scritto di lui in occasione di mostre o premi: Luigi Lambertini, Luciano Bertacchini, Giorgio Ruggeri, Oscar Signorini, Valerio Dehò, Mirta Carroli, Corrado Marsan, Lorenza Trucchi, Silyus e altri.

Ta gli anni '70 e '80 diverse saranno le mostre personali che l'artista esporrà a Roma, Modena, Rovigo, Bologna, Venezia, Riccione (FC), Crespellano (BO),...

Gli anni '80- 90 sono più dedicati a opere di arte sacra: Crocifissi, calici (anche uno sbalzato appositamente per il papa Giovanni Paolo II in visita a Bologna e che l'artista riuscirà a regalargli personalmente), un evangeliario, un bastone pastorale (regalato a nome della diocesi al mons. Giacomo Biffi per la nomina a cardinale), ...

Dal 1974 al 1988 vive a Bologna, in via Saragozza, continuando a lavorare presso lo studio, che condivide con suo padre, in viale Silvani.

Dal luglio 1988 la famiglia Brunetti va a vivere a Crespellano (BO), dove nel 1993 l’artista trasferisce anche lo studio.

Nel gennaio 1991 è colpito da infarto. La progressiva compromissione delle sue condizioni fisiche, lo costringe a lasciare l’insegnamento e a rallentare l’attività artistica.

Muore il 4 dicembre 1995 nella sua casa di Crespellano.

Nel la moglie Elisabetta cura insieme al Comune di Valsamoggia (BO) la mostra celebrativa “Il racconto della Materia” a 20 anni dalla morte dell’artista, con il patrocinio della Diocesi di Bologna, il contributo della Pro Loco di Crespellano e la collaborazione della galleria “Artifigurative”.

Breve descrizione delle opere

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Titoli dati alle opere

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Per quanto riguarda i titoli attribuiti alle opere, solo alle primissime sculture Francesco Brunetti attribuì titoli di fantasia; già dai primi anni ’70 l’Artista cominciò ad attribuire a tutte le sculture il titolo di “Reperto”, seguito da un numero superiore al 2000, seguito negli anni dalla E, iniziale del nome della moglie e successivamente dalla C, poi S, quindi G, cioè dalle iniziali dei nomi delle figlie che vennero ad arricchire la famiglia. Verso i primi anni ’80, con l’inserimento di castoni con pietre dure, marmi e lamine dorate fino alla sperimentazione ed acquisizione anche della tecnica del cesello a sbalzo e inserimento di smalti, i titoli delle opere cominciarono ad essere “Eldorado” e successivamente “Trionfi” quando compaiono anche immagini di foglie d’acanto o di quercia, in vari materiali e tecniche; anche in questo caso il numero e l’acronimo ECSG accompagnano il titolo delle opere.

Purtroppo per la maggior parte delle sculture non è rimasta traccia del titolo specificamente attribuito alla singola opera, anche quando sono state esposte in mostre personali o inviate ad esposizioni su invito. Nel presente elenco sarà indicato il titolo completo nei pochi casi in cui è stato possibile risalire con certezza al titolo assegnato dall’Artista.

Tecniche usate dall'artista

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Per quanto riguarda le tecniche usate, solo in pochi casi si tratta di un’unica tecnica (es. fusione a cera persa; cesello a sbalzo, etc.). Nella maggior parte dei casi si tratta di “tecniche miste” in cui la progettazione e realizzazione ha richiesto diversi tipi di intervento dell’Artista (lavorazione delle singole lamine, di ferro e/o di ottone; modelli in cera x la fusione; successivo intervento per inserimento di ulteriori elementi (lamelle, raggi, rivette, castoni con pietre dure e/o smalti, etc.)

La tecnica del cesello

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Questa tecnologia diventa una delle caratteristiche delle sue sculture degli anni ’80 ed il grande strato di pece è d’ora in poi sempre presente su un tavolo del suo studio. E’ affascinante vederlo martellare sulla lastra d’ottone che scaldata dalla fiamma si lascia modellare in negativo, vedere nascere l’opera dal retro mentre lui procede sicuro e padrone della tecnica.

La voglia di sperimentare lo porta anche a cesellare l’oro che fa laminare dall’amico Andrea Andreoli, orefice e figlio dell’orefice che gli fuse i suoi primi gioielli-scultura nel ’73. Nasce così anche il gusto di creare gioielli unici, che negli anni conserveranno lo stile e l’evoluzione delle sue opere scultoree.

Riconoscimenti

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1960 Vince il Primo Premio per la Scultura al “Premio Nazionale Lerici

1961 Vince il Secondo premio per la Scultura al “Premio Nazionale Lerici

1963 Vince il Concorso per l’esecuzione di una scultura da collocare in un Ente Pubblico di Bologna

1965 Vince il Concorso per l’esecuzione di una scultura per la Pala d’Altare della cappella dell’Ospedale di Padova

1968 vince il Secondo Premio di Scultura Premio Internazionale d’Arte “Acireale Turistico-Termale, Acireale (CT)

1968 vince il Secondo Premio di Scultura “IV Concorso Nazionale di ceramica e scultura Francesca da Rimini, Rimini (FC)

1968 vince il Secondo Premio per la Scultura al “Premio di Pittura e Scultura Mario Pettenon", San Martino di Lupari (PD)

1968 vince il Secondo Premio per la Scultura al “Premio Aldo RoncagliaSan Felice sul Panaro (MO)

1969 vince il Secondo Premio per la Scultura al “XIX Premio G.B. Salvi” di Sassoferrato (AN)

1970 vince il Primo Premio per la Scultura al “XX Premio G.B. Salvi” di Sassoferrato (AN)

1970 vince il Primo Premio per la Scultura al Premio Aldo Roncaglia San Felice sul Panaro (MO)

1970 vince il Secondo Premio per la Scultura al “Premio San Felice sul Panaro

1979 medaglia d’oro del Senato della Repubblica alla “Mostra Interregionale di Scultura”, Cesena

1970 vince il Primo Premio Scultura al “XX Premio G.B. Salvi” di Sassoferrato (AN)

1970 vince il Primo Premio per la Scultura al “Premio di Pittura e Scultura Mario Pettenon, San Martino di Lupari

1971 vince il Fiorino d’Oro per la Scultura al “XX Premio del Fiorino. Biennale Internazionale d’Arte”, Firenze

1972 vince il Primo Premio per la Scultura al “Premio Aldo Roncaglia San Felice sul Panaro (MO)

1974 partecipa su invito alla “Biennale Mentone (Francia)

1974 partecipa su invito al Premi Internacional Dibuix Joan Miro”, Barcellona (Spagna)

1974 partecipa, su segnalazione, alla Mostra “Trenta Artisti Italiani” organizzata da Bolaffi Arte, Milano

1974 nominato Accademico del’Accademia Tiberina, Roma

1974 nominato Accademico del’Accademia Clementina di Bologna

Partecipazioni su invito

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1975 partecipa su invito alla “X Quadriennale”, Roma

1976 partecipa su invito alla “Biennale Aurea 76”, Palazzo Strozzi, Firenze

1977 partecipa su invito a “Arti Figurative”, Piacenza

1977 partecipa su invito alla “XI Biennale Internazionale della Piccola Scultura”, Padova

1979 partecipa su invito alla rassegna Internazionale di Scultura Contemporanea “Immagini e Strutture nel ferro e nell’acciaio”, Repubblica San Marino

1979 partecipa su invito alla “Bilan de l’Art Contemporain”, Padiglione Italia, Parigi (Francia)

1979 partecipa su invito alla “3° Quadriennale d’Arte Contemporanea”, Acquasanta Terme (AP)

1983 Partecipa s invito alla Mostra “40 Artisti Italiani a Roma” organizzata dal Comune di Roma

Opere in luoghi pubblici

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  • Ai caduti di tutte le guerre, 1973, ferro e bronzo, giardino "Durante Doni" del Comune di Modigliana (FC)
  • Crocifisso, 1979, eseguito per tomba fam. Ponzellini, ferro e bronzo, cimitero di Cazzago Brabbia (VA)
  • La famiglia di Nazareth, 1984/5, pala in bronzo sbalzato, casa Punta Anna, Falzarego (BL)
  • L'agnello dell'Apocalisse, 1984/5, eseguito per tomba fam. Castelli, ottone sbalzato, ametiste, bronzo, cimitero monumentale della Certosa di Bologna.
  • Io sto alla porta e busso, 1985/86, bronzo sbalzato e smalti, bozzetto per la Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le Mura di Roma, che verrà successivamente esposto nella Chiesa di san Giuseppe Sposo di Bologna
  • Crocifisso glorioso, 1987/88, bronzo sbalzato e smalti, Chiesa di S. Maria delle Grazie, Bologna
  • La Croce in "memoria", 1988, ottone sbalzato e ametiste, eseguito per tomba dei genitori, Certosa di Bologna
  • San Benedetto, bronzo sbalzato, 1988/89, pala d'altare per la Chiesa di S. Antonio, Maccarese (Roma)
  • Crocifisso glorioso, 1992, riproduzione in bronzo fuso e dorato e smalti, Biblioteca della Basilica di san Domenico in Bologna
  • Porte Aperte, 1994 (1996), bronzo, centro sportivo del Comune di Crespellano (BO)

Bibliografia

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V. Dehò (a cura di), Francesco Brunetti. Il racconto della Materia, Vignola, edito da ETA, 2016, ISBN-10: 8895232267

E. Frejaville, Francesco Brunetti. Mio Marito, opera fuori commercio in tiratura limitata (800 copie), 1998

Collegamenti esterni

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https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/francesco-brunetti-il-racconto-della-materia/

https://www.arsvalue.com/it/aste/2227/asta-7-gioielli-e-preziosi/inline?page=3&PageSize=12

http://www.cmsamoggia.provincia.bo.it/valsamoggia4/crespellano/index.php?option=com_content&view=article&id=810:porte-aperte&catid=157:opere-darte&Itemid=391

http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/unita/MIUD005786/

https://www.centrogpdore.it/?page_id=27