Utente:Ettore1234/Sandbox
fortuna | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2020 |
Genere | drammatico, fantastico |
Regia | Nicolangelo Gelormini |
Soggetto | Nicolangelo Gelormini |
Sceneggiatura | Nicolangelo Gelormini, Massimiliano Virgilio |
Produttore | Davide Azzolini |
Produttore esecutivo | Jacopo Saraceni |
Casa di produzione | Glorious Film, Rai Cinema I Wonder Pictures |
Fotografia | Nicolangelo Gelormini |
Musiche | Nicolangelo Gelormini |
Interpreti e personaggi | |
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film di Nicolangelo Gelormini (assistente di Paolo Sorrentino), in concorso alla 15esima Festa del Cinema di Roma, racconta la storia di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni vittima di abusi e scaraventata dall’ottavo piano di un palazzo della periferia di Napoli nel 2014.
Trama
modificaFortuna, film diretto da Nicolangelo Gelormini, racconta la storia di Nancy, una bimba che vive insieme alla sua famiglia in un palazzo, sito in un punto sperduto e dimenticato. La ragazzina non parla con nessuno, nemmeno con i genitori, come se si fosse rinchiusa il un mesto silenzioso.
Il film arrivato a metà si interrompe e la storia riparte di nuovo. Stavolta le carte sono scombinate, da drammatiche si appesantiscono e si sgualciscono. Ai muri perfetti si sostituisce una casa sgarrupata, l’ascensore non va più e i vecchi pazzi sono vecchi pazzi. Cosa è cambiato? È la parte del male: lo squallore invade il cielo e non è più tenuto a bada dalla fantasia.
Spiegazione
modificasecondo "comingsoon.it" Il film d’esordio di Nicolangelo Gelormini parte con una scena di (quasi) comica e surreale drammaticità, e nella sua fase iniziale sembra voler raccontare - come tanti negli ultimi tempi - di un’infanzia abbandonata, lasciata andare alla deriva delle sue fantasie (in questo caso, di pianeti lontani e alieni che arriveranno a prendere la loro principessa finita per sbaglio in quell’angolo di Terra), indifferente se non invisibile agli occhi degli adulti. Un’infanzia che ridipinge di bellezza, sognando a occhi aperti, le brutture del mondo.
Poi però il film gira attorno al suo cardine, che è cardine di morte, e le cose cambiano, pur rimanendo uguali. Il mondo torna a essere brutto, Nancy torna a essere Fortuna, e la storia non è più quella di un’infanzia solo abbandonata ma anche violata, e nel peggiore dei modi possibili.
Esattamente come la sua giovane protagonista tenta di rimodellare il mondo con gli strumenti del sogno e della fantasia, Nicolangelo Gelormini parte da un’agghiacciante storia di cronaca e la racconta al cinema (col cinema) nella maniera in cui in Italia non si fa mai o quasi, e cioè abbandonando ogni pretesa di realismo per abbracciare senza indugi e più di qualche spericolatezza l’astrazione metafisica, il surrealismo grottesco, suggestioni che vanno da Paolo Sorrentino (di cui il regista è stato a lungo assistente) a David Lynch, passando per i tableaux vivants di Roy Andersson e il suo iperrealismo fotografico, ma senza mai perdere la sua personale originalità.
Da surreale e stralunato, Fortuna diventa progressivamente, e sottilmente, sempre più inquietante, sempre più perturbante nel suo più puro significato psicanalitico, e con la stessa progressione fa emergere l’animo oscuro e perverso dei personaggi che racconta, capaci di trasformarsi da grotteschi a orrorifici, da astratti a concreti, mostrandone - letteralmente - il volto mostruoso fino a quel momento nascosto o camuffato. Giganti senza volto che si tramutano in mostri quotidiani, mentre i simbolismi apparentemente misteriosi formano via via un disegno chiaro e perverso e terrificante.
Anche quando il suo film volta pagina, e quando si avvia a mostrare tutte le sue carte, Gelormini non abbandona mai uno stile di regia e di racconto che, per quanto preciso e puntuale, rimane puntato verso l’astrazione, la rielaborazione onirica, facendo galleggiare personaggi e spettatori in un mondo dalla densità liquida più che aerea, e dando vita a una realtà immersiva la cui esplorazione non cessa di rivelare sorprese e nuovi punti di vista sullo stesso fatto, o lo stesso oggetto.
Dall’esperienza più che vagamente allucinata e ipnotica di Fortuna, Gelormini estrae lo spettatore nell’unico modo possibile: con uno stacco netto, e un brusco ritorno alla realtà vera, e col testo che spiega - mette in prosa, se vogliamo - quello che avevamo già vissuto e capito nel corso del viaggio compiuto durante il film.
Un viaggio nel corso del quale ci siamo confrontati con qualcosa di terribile, e capace di entrare sottopelle grazie agli strumenti del cinema, e non solo a quelli della cronaca.
Distribuzione
modificaIl film è stato distribuito in poche sale da I Wonder Pictures per poi essere posticipato a data da prestabilirsi causa chiusura dei cinema per pandemia cov