Utente:Federica Viazzi (BEIC)/Scrittori d'Italia

Gli Scrittori d'Italia è una collana di testi fondata nel 1910 e conclusasi nel 1987 dall'editore barese Laterza[1]. La collana nasceva con l'obiettivo di definire e divulgare un canone della cultura della nuova Italia, prendendo le distanze da una cultura troppo ancorata ai classici dell'umanesimo e scegliendo di rappresentare anche la storia civile ma non per questo meno importante, della neonata Italia. Originariamente il piano dell'opera prevedeva la pubblicazione di 660 volumi, di questi ne sono stati pubblicati 287, per un totale di 179 opere.

Storia editoriale

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La collana Scrittori d'Italia nacque nel 1910 da un'idea del non ancora trentenne Giovanni Laterza che volle sviluppare l'attività della cartolibreria di famiglia facendosi "editore di opere che veramente servano al miglioramento della cultura in generale" [2] sul modello dell’editore Barbera, ingrandendo l’originaria attività della cartolibreria di famiglia e contemporaneamente scardinando quella che era stata la tradizione della storiografia letteraria sino a quel momento.

La coraggiosa scelta editoriale di Laterza fu infatti quella di inserire, insieme con i classici anche gli autori considerati di minore importanza quali, per esempio storici, politici, filosofi o economisti e attuando quello che il filologo e linguista piemontese Gianfranco Folena definì un «assalto in forza proprio della non-poesia e anche della non-letteratura e dell’antiletteratura alla roccaforte classica e alla religione delle lettere»[3], Laterza per concretizzare questo progetto letterario si avvalse di una personalità fondamentale del panorama culturale italiano: Benedetto Croce. Croce fissò i criteri editoriali che resero riconoscibile la collana: la mancanza di introduzione e commento, e in appendice note, indici e apparati filologici[4].

La collana fu annunciata il 10 marzo 1910 con una comunicazione telegrafica di Laterza a Benedetto Croce «Iniziandosi oggi la composizione della collana degli Scrittori d’Italia rivolgo il mio pensiero a Lei che la volle edita da me. Prometto di far degna l’opera mia della Sua grande idea»[5]. Il filosofo abruzzese inaugurerà la collana curando il primo volume dedicato ai Lirici marinisti e sarà seguito nella direzione editoriale da Achille Pellizzari, Fausto Nicolini, Santino Caramella, Luigi Russo e da Gianfranco Folena. Croce impostò la collana con l'obiettivo di creare un "archivio della cultura nazionale"[6] che potesse essere rappresentativo del panorama culturale italiano e delle basi storiche, filosofiche e sociali che avevano portato l'Italia all'Unità. Solo nei primi quattro anni vennero pubblicati circa cinquanta titoli; fecero seguito ai Lirici Marinisti autori del calibro di Matteo Bandello, Carlo Gozzi o Teofilo Folengo.

La lungimiranza, la dedizione e il rigore organizzativo di Laterza e Croce offrirono così al pubblico italiano a pochi mesi di distanza edizioni di opere quali Della scienza militare di Luigi Blanch e le poesie di Jacopo Vittorelli. Gli anni della prima guerra mondiale rallentarono la produzione editoriale che riprese a regime solo negli anni venti. L'avvento del partito fascista e il delitto Matteotti del 1924 segnarono l'inizio di quella che si può definire la "terza fase" (si può indicare come seconda fase dello sviluppo editoriale della collana quella che va dal 1915 al 1925, ovvero tra l'avvio della collana e la manifesta opposizione al regime fascista) che scandì la vita degli Scrittori d'Italia e della casa editrice. Come fra il 1903 e il 1914 Croce aveva dato opera a fissare e a divulgare, con l’aiuto di Giovanni Laterza, il canone della cultura della nuova Italia e i suoi testi, così fra il 1925 e il 1943 combatté per conservarlo e per integrarlo La posizione fermamente antifascista di Laterza si concretizzò in scelte editoriali lontane dalla "virilità" ostentata e dal trionfalismo del regime, tra gli anni trenta e quaranta infatti videro la luce, per esempio, i Dialoghi d'Amore di Leone Ebreo - successivamente sequestrati il 28 dicembre 1939 - le Poesie di Parini e la Istoria del Concilio Tridentino.

Le leggi razziali del 1938 e il patto d'acciaio del 1939 aumentarono il controllo del regime sulla stampa, la guerra mondiale e la morte di Giovanni Laterza avvenuta il 21 agosto 1943 segnarono la battuta d'arresto delle pubblicazioni per i successivi tre anni che ricominciarono solo nel 1947 con Andrea da Barberino e i suoi Reali di Francia.

  1. ^ Le opere della collana digitalizzate e liberamente consultabili sul sito della biblioteca digitale Beic, su beic.it. URL consultato il 05/04/2017.
  2. ^ Archivio di Stato di Bari (ASBa), Archivio Laterza, Registri copialettere, reg. 1, lettera del 7 maggio 1901. Documento citato in Benedetto Croce Giovanni Laterza, Carteggio, a cura di Antonella Pompilio, vol. 1, 1901-1910, Bari, Istituto italiano per gli studi storici, Archivio di Stato di Bari, Laterza, 2004, p. XII.
  3. ^ Gianfranco Folena, Benedetto Croce e gli “Scrittori d’Italia”, in Critica e storia letteraria. Studi offerti a Mario Fubini, Padova, Liviana Editrice, 1970, p. 127.
  4. ^ Croce e gli Scrittori d'Italia, su treccani.it.
  5. ^ Benedetto Croce Giovanni Laterza, Carteggio, vol. 1, 1901-1910, cit., p. 645.
  6. ^ Eugenio Garin, La casa editrice Laterza e mezzo secolo di cultura italiana, in La cultura italiana fra Ottocento e Novecento, Bari, Laterza, 1962, p. 161.

Bibliografia

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  • Maria Panetta, Gli «Scrittori d’Italia»: premesse filosofiche e significato culturale della collana Laterza, 2007
  • Valeria Pallotta, La collana “Scrittori d’Italia” nel carteggio tra Benedetto Croce e Giovanni Laterza

Collegamenti esterni

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