Roman roads were of several kinds, ranging from small local roads to broad, long-distance highways built to connect cities, major towns and military bases. These major roads were often stone-paved and metaled, cambered for drainage, and were flanked by footpaths, bridleways and drainage ditches. They were laid along accurately surveyed courses, and some were cut through hills, or conducted over rivers and ravines on bridgework. Sections could be supported over marshy ground on rafted or piled foundations.[1][2]

Le strade romane erano di vari tipi, dalle piccole strade locali a quelle più ampie a lunga percorrenza costruite per collegare città, grandi centri abitati e basi militari. Le strade principali erano spesso pavimentate in pietra e metallo, curvate per il drenaggio e fiancheggiate da sentieri, ippovie e canali di scolo. Erano disposte lungo percorsi accuratamente sorvegliati, e alcune attraversavano colline, o fiumi e gole tramite ponti. Le sezioni potevano essere sostenute su terreno paludoso grazie a strutture che poggiavano su zattere o pali.[1][2]


Leggi e Tradizioni

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The Laws of the Twelve Tables, dated to about 450 BC, required that any public road (Latin via) be 8 Roman feet (perhaps about 2.37 m) wide where straight and twice that width where curved. These were probably the minimum widths for a via; in the later Republic, widths of around 12 Roman feet were common for public roads in rural regions, permitting the passing of two carts of standard (4 foot) width without interference to pedestrian traffic.[3] Actual practices varied from this standard. The Tables command Romans to build public roads and give wayfarers the right to pass over private land where the road is in disrepair. Building roads that would not need frequent repair therefore became an ideological objective, as well as building them as straight as practicable to construct the shortest possible roads, and thus save on material.

Le Leggi delle 12 Tavole, datate intorno al 450 a.C., richiedevano che qualunque strada pubblica (in latino via) fosse larga otto piedi (circa 2,37 m) nei tratti rettilinei e di misura doppia nelle curve. Queste erano probabilmente le larghezze minime per una via; nella tarda Repubblica, larghezze di circa 12 piedi erano comuni per le strade pubbliche nelle regioni rurali, permettendo il passaggio di due carri di larghezza standard senza interferenza al traffico pedestre.[4] Le pratiche effettive variavano da questo standard. Le Tavole ordinavano ai romani di costruire strade pubbliche e dare ai viandanti il diritto di transito su terreni privati laddove la strada fosse in rovina. Costruire strade che non avessero bisogno di frequenti riparazioni divenne quindi un obiettivo ideologico. Allo stesso modo, era importante renderle il più diritte e il più brevi possibile e di conseguenza risparmiare sul materiale.


Roman law defined the right to use a road as a servitus, or liability. The ius eundi ("right of going") established a claim to use an iter, or footpath, across private land; the ius agendi ("right of driving"), an actus, or carriage track. A via combined both types of servitutes, provided it was of the proper width, which was determined by an arbiter. The default width was the latitudo legitima of 8 feet.

La legge romana definiva il diritto di usare una strada come servitus o responsabilità. Il ius eundi ("diritto di transito") stabiliva la legittimità di utilizzo di un iter, o sentiero, attraverso terreni privati; lo ius agendi ("diritto di guida") stabiliva lo stesso per un actus o una pista per i carri. Una via combinava entrambi i tipi di servitutes, purché fosse della larghezza corretta, che era determinata da un arbiter. La larghezza di base era era la latitudo legitima di 8 piedi.


Roman law and tradition forbade the use of vehicles in urban areas, except in certain cases. Married women and government officials on business could ride. The Lex Iulia Municipalis restricted commercial carts to night-time access in the city within the walls and within a mile outside the walls.

La legge e tradizione romana vietavano l'uso di veicoli in aree urbane, eccetto in alcuni casi. Donne sposate e funzionari governativi in servizio potevano guidare. La Leges Iuliae limitava i carri commerciali all'accesso notturno nella città all'interno delle mura e nel raggio di un miglio fuori le mura.


Governance e finanziamento

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La bellezza e lo splendore delle strade potrebbero portarci a credere che un qualsiasi cittadino romano potesse usarle gratis, ma non era questo il caso. I pedaggi abbondavano, soprattutto sui ponti, e spesso venivano raccolti alle porte della città. I costi di trasporto erano resi più pesanti dalle tasse di importazione e di esportazione. Al di là dei costi per l'utilizzo delle strade, le spese per i servizi durante il viaggio aumentavano.

The beauty and grandeur of the roads might tempt us to believe that any Roman citizen could use them for free, but this was not the case. Tolls abounded, especially at bridges. Often they were collected at the city gate. Freight costs were made heavier still by import and export taxes. These were only the charges for using the roads. Costs of services on the journey went up from there.

Costi e responsabilità civiche

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The devolution to the censorial jurisdictions soon became a practical necessity, resulting from the growth of the Roman dominions and the diverse labors which detained the censors in the capital city. Certain ad hoc official bodies successively acted as constructing and repairing authorities. In Italy, the censorial responsibility passed to the commanders of the Roman armies, and later to special commissioners – and in some cases perhaps to the local magistrates. In the provinces, the consul or praetor and his legates received authority to deal directly with the contractor.[5]

La devoluzione alle giurisdizioni censorie divenne presto una necessità pratica, derivante dalla crescita dei domini romani e dai diversi impegni che trattenevano i censori nella capitale. Alcuni organismi ufficiali ad hoc hanno successivamente agito come autorità di costruzione e riparazione. In Italia, la responsabilità censoria passò ai comandanti degli eserciti romani, e successivamente a commissari speciali - e in alcuni casi ai magistrati locali. Nelle province, il console o il pretore e i suoi legati ricevevano l'autorità di trattare direttamente con l'appaltatore.[5]


It would seem that in the reign of Claudius (AD 41–54) the quaestors had become responsible for the paving of the streets of Rome, or at least shared that responsibility with the quattuorviri viarum.[5] It has been suggested that the quaestors were obliged to buy their right to an official career by personal outlay on the streets. There was certainly no lack of precedents for this enforced liberality, and the change made by Claudius may have been a mere change in the nature of the expenditure imposed on the quaestors.

Sembrerebbe che durante il regno di Claudio (41-54 d.C.) i questori fossero diventati responsabili della pavimentazione delle strade di Roma, o che almeno condividessero tale responsabilità con i quattuorviri viarum.[5] È stato suggerito che i questori fossero obbligati a comprare il loro diritto a una carriera ufficiale attraverso spese personali per le strade. Non sono di certo mancati precedenti per questa forzata liberalità, e il cambiamento operato da Claudio potrebbe aver semplicemente riguardato la natura della spesa imposta ai questori.

Organi ufficiali

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The official bodies which first succeeded the censors in the care of the streets and roads were two in number. They were:[5]

  1. Quattuorviri viis in urbe purgandis, with jurisdiction inside the walls of Rome;
  2. Duoviri viis extra urbem purgandis, with jurisdiction outside the walls.

Both these bodies were probably of ancient origin, but the true year of their institution is unknown.[5] Little reliance can be placed on Pomponius, who states that the quattuorviri were instituted eodem tempore (at the same time) as the praetor peregrinus (i.e. about 242 BC) and the Decemviri litibus iudicandis[6] (time unknown).[5]

The first mention of either body occurs in the Lex Julia Municipalis of 45 BC. The quattuorviri were afterwards called Quattuorviri viarum curandarum. The extent of jurisdiction of the Duoviri is derived from their full title as Duoviri viis extra propiusve urbem Romam passus mille purgandis.[5][7] Their authority extended over all roads between their respective gates of issue in the city wall and the first milestone beyond.[5]

Gli organi ufficiali succeduti per primi ai censori nella cura delle vie e delle strade erano due:[5]

  1. Quattuorviri viis in urbe purgandis, con giurisdizione all'interno delle mura di Roma;
  2. Duoviri viis extra urbem purgandis, con giurisdizione al di fuori delle mura.

Entrambi questi organi probabilmente erano di origine antica, ma il vero anno della loro istituzione è sconosciuto.[5]. Poca fiducia può essere posta in Pomponio, che afferma che i quattuorviri erano stati istituiti eodem tempore (allo stesso tempo) come praetor peregrinus (intorno al 242 a.C.) e Decemviri litibus iudicandis[8] (data sconosciuta).[5] La prima menzione di entrambi questi organi si verifica nella Lex Julia Municipalis del 45 a.C. I quattuorviri furono successivamente chiamati Quattuorviri viarum curandarum. L’estensione della giurisdizione dei Duoviri deriva dal loro titolo completo Duoviri viis extra propiusve urbem Romam passus mille purgandis.[5][9] La loro autorità si estendeva su tutte le strade tra la rispettiva porta di uscita dalle mura della città e la prima pietra miliare oltre le stesse.[5]


In case of an emergency in the condition of a particular road, men of influence and liberality were appointed, or voluntarily acted, as curatores or temporary commissioners to superintend the work of repair.[5] The dignity attached to such a curatorship is attested by a passage of Cicero. Among those who performed this duty in connection with particular roads was Julius Caesar, who became curator (67 BC) of the Via Appia, and spent his own money liberally upon it. Certain persons appear also to have acted alone and taken responsibility for certain roads.

In caso di emergenza nelle condizioni di una strada particolare, uomini influenti e munificenti erano nominati, o agivano volontariamente, come curatores o commissari temporanei per sovrintendere al lavoro di riparazione.[5] La dignità collegata a questa curatela è attestata da un passo di Cicerone. Tra coloro che hanno svolto questo dovere in connessione a strade particolari è stato Giulio Cesare, il quale divenne curator (67 a.C.) della via Appia, e sulla quale spese liberamente il proprio denaro. Alcune persone sembrano anche aver agito su proprioa iniziativa e essersi prese la responsabilità per alcune strade.


In the country districts, as has been stated, the magistri pagorum had authority to maintain the viae vicinales.[5] In Rome itself each householder was legally responsible for the repairs to that portion of the street which passed his own house.[5] It was the duty of the aediles to enforce this responsibility. The portion of any street which passed a temple or public building was repaired by the aediles at the public expense. When a street passed between a public building or temple and a private house, the public treasury and the private owner shared the expense equally.

Nelle province rurali, come è stato detto, i magistri pagorum avevano l’autorità di mantenere le viae vicinales.[5] Nella stesssa Roma ogni capofamiglia era legalmente responsabile per la riparazione della porzione di strada che passava vicino alla sua casa.[5] Era dovere degli aediles far valere queste responsabilità. La porzione di qualunque strada che passasse davanti a un edificio pubblico o un tempio era riparata dagli aediles con denaro pubblico. Quando una strada passava tra un edificio pubblico o un tempio e una casa privata, il tesoro pubblico e il proprietario privato dividevano le spese in modo equo.

I Cambiamenti sotto Augusto

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The governing structure was changed by Augustus, who in the course of his reconstitution of the urban administration, both abolished and created new offices in connection with the maintenance of public works, streets and aqueducts in and around Rome. The task of maintaining the roads had previously been administered by two groups of minor magistrates, the quattuorviri (a board of four magistrates to oversee the roads inside the city) and the duoviri (a board of two to oversee the roads outside the city proper) who were both part of the collegia known as the vigintisexviri (literally meaning "Twenty-Six Men").[5]

La struttura degli incarichi fu modificata da Augusto, il quale nel corso della sua ricostituzione dell'amministrazione urbana, abolì e creò nuovi uffici in relazione alla manutenzione delle opere pubbliche, delle strade e degli acquedotti a Roma e dintorni. L’incarico di mantenere le strade era stato precedentemente amministrato da due gruppi di magistrati minori, i quattuorviri (un consiglio di quattro magistrati a sorveglianza delle strade all'interno della città) e i duoviri (un consiglio di due persone a sorveglianza delle strade fuori dalla città vera e propria) che facevano entrambi parte dei collegia conosciuti come vigintisexviri (che letteralmente significa "Ventisei Uomini").[5]


Augustus, finding the collegia ineffective, especially the boards dealing with road maintenance, reduced the number of magistrates from 26 to 20. Completely abolishing the duoviri and later being granted the position as superintendent (according to Dio Cassius) of the road system connecting Rome to the rest of Italy and provinces beyond. In this capacity he had effectively given himself and any following Emperors a paramount authority which had originally belonged to the city censors. The quattuorviri board was kept as it was until at least the reign of Hadrian between 117–138 AD.[5] Furthermore, he appointed praetorians to the offices of "road-maker" and assigning each one with two lictors. Also making the office of curator of each of the great public roads a perpetual magistracy rather than a temporary commission.

Augusto, trovando inefficaci i collegia, in particolare gli organi che si occuppavano della manutenzione stradale, ridusse il numero dei magistrati da 26 a 20. Abolendo completamente i duoviri e ottenendo successivamente la carica di soprintendente (secondo Cassio Dione) della rete stradale che collegava Roma a il resto d'Italia e alle altre province. In questa veste aveva effettivamente dato a se stesso e agli Imperatori successivi un'autorità suprema che in origine era appartenuta ai censori della città. Il consiglio dei quattuorviri fu mantenuto com'era almeno fino al regno di Adriano tra il 117-138 d.C.[5] Inoltre Augusto nominò i pretoriani agli uffici di "costruttori di strade" assegnando a ciascuno due littori, rendendo anche l'ufficio di curatore di ciascuna delle grandi strade pubbliche una magistratura perpetua, piuttosto che una commissione temporanea.


The persons appointed under the new system were of senatorial or equestrian rank, depending on the relative importance of the roads assigned to them. It was the duty of each curator to issue contracts for the maintenance of his road and to see that the contractor who undertook said work performed it faithfully, as to both quantity and quality. Augustus also authorized the construction of sewers and removed obstructions to traffic, as the aediles did in Rome.[5]

Le persone nominate sotto il nuovo ordinamento erano di rango senatoriale o equestre, a seconda dell'importanza relativa alle strade loro assegnate. Ogni curatore aveva il dovere di emettere contratti per la manutenzione della propria strada e di far sì che l’appaltatore che aveva intrapreso quel lavoro lo eseguisse fedelmente, sia in termini di quantità che di qualità. Augusto autorizzò anche la costruzione di fognature e rimosse gli ostacoli al traffico, come fecero gli aediles a Roma.[5]

Tipologie di Strade

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Vecchia strada romana che porta da Gerusalemme a Beit Gubrin, adiacente all'autostrada regionale 375 in Israele

Roman roads varied from simple corduroy roads to paved roads using deep roadbeds of tamped rubble as an underlying layer to ensure that they kept dry, as the water would flow out from between the stones and fragments of rubble, instead of becoming mud in clay soils. According to Ulpian, there were three types of roads:[5]

  1. Viae publicae, consulares, praetoriae or militares
  2. Viae privatae, rusticae, glareae or agrariae
  3. Viae vicinales

Le strade romane variavano da semplici strade di tronchi a strade pavimentate usando profondi letti stradali di pietrisco come strato sottostante. Ciò garantiva che sarebbero rimaste asciutte, poi che l'acqua sarebbe fluita attraverso le pietre e frammenti di macerie, invece di diventare fango in terreni argillosi. Secondo Ulpiano, c'erano tre tipologie di strada:[5]

  1. Viae publicae, consulares, praetoriae or militares
  2. Viae privatae, rusticae, glareae or agrariae
  3. Viae vicinales


Viae publicae, consulares, praetoriae and militares

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La via centrale di Aeclanum.

A road was renamed if the censor ordered major work on it, such as paving, repaving, or rerouting. With the term viae regales compare the roads of the Persian kings (who probably organized the first system of public roads) and the King's highway.[5] With the term viae militariae compare the Icknield Way (e.g., Icen-hilde-weg, or "War-way of the Iceni").[5]

(INTEGRAZIONE) Una strada veniva rinominata se il censore ordinava che vi fossero intrapresi grandi lavori, come la pavimentazione, ripavimentazione o deviazione. Per il termine viae regales si vedano la Via Reale di Persia (che ha probabilmente organizzato il primo sistema di strade pubbliche) e la Via Regia.[5] Per il termine viae militariae si veda la Icknield Way (ad esempio la Icen-hilde-weg, or "War-way of the Iceni").[5]


However, there were many other people, besides special officials, who from time to time, and for a variety of reasons, sought to connect their names with a great public service like that of the roads.[5] Gaius Gracchus, when Tribune of the People (123–122 BC), paved or gravelled many of the public roads, and provided them with milestones and mounting-blocks for riders. Again, Gaius Scribonius Curio, when Tribune (50 BC), sought popularity by introducing a Lex Viaria, under which he was to be chief inspector or commissioner for five years. Dio Cassius mentions as one of the forcible acts of the triumvirs of 43 BC (Octavianus, Antony, and Lepidus), that they obliged the senators to repair the public roads at their own expense.

(NUOVA MINI PARTE) Tuttavia, c'erano molte altre persone, oltre ai funzionari speciali, che di tanto in tanto e per una multitudine di ragioni, cercavano di collegare il loro nome con un grande servizio pubblico come quello stradale.[5] Gaio Gracco, mentre era Tribuno della plebe (123-122 a.C.) asfaltò e ghiaiò molte strade pubbliche e fornì loro pietre miliari e blocchi di montaggio per i cavalieri. Di nuovo, Gaio Scribonio Curione, Tribuno nel 50 a.C., cercò popolarità introducendo una Lex Viaria, sotto la quale sarebbe stato ispettore capo o commissario per cinque anni. Cassio Dione menziona uno degli atti forzosi dei triumviri del 43 a.C. (Ottaviano, Marco Antonio e Lepido), che ha obbligato dei senatori a riparare le strade pubbliche a proprie spese.

Viae privatae, rusticae, glareae and agrariae

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The second category included private or country roads, originally constructed by private individuals, in whom their soil was vested, and who had the power to dedicate them to the public use.[5] Such roads benefited from a right of way, in favor either of the public or of the owner of a particular estate. Under the heading of viae privatae were also included roads leading from the public or high roads to particular estates or settlements. These Ulpian considers to be public roads in themselves.[5]

(NUOVA MINI PARTE) La seconda categoria include strade private e di campagna, in origine costruite da privati cittadini, investiti del potere di dedicarle all'uso pubblico.[5] Queste strade beneficiavano di un diritto al passaggio, a favore o del pubblico o del proprietario di un particolare terreno. Sotto il titolo di viae privatae erano incluse anche le strade che collegavano strade pubbliche o principali a determinate proprietà o insediamenti. Alla luce di questo, Ulpiano considera tali strade a tutti gli effetti pubbliche.[5]



Viae vicinales

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They were considered public or private, according to the fact of their original construction out of public or private funds or materials. Such a road, though privately constructed, became a public road when the memory of its private constructors had perished.[5]

(INTEGRAZIONE) Esse erano considerate pubbliche o private a seconda del fatto che la costruzione originale utilizzasse fondi o materiali pubblici o privati. Queste strade, se se costruite privatamente, diventavano strade pubbliche quando la memoria dei costruttori privati era svanita.[5]


Siculus Flaccus describes viae vicinales as roads "de publicis quae divertunt in agros et saepe ad alteras publicas perveniunt" (which turn off the public roads into fields, and often reach to other public roads). The repairing authorities, in this case, were the magistri pagorum or magistrates of the cantons. They could require the neighboring landowners either to furnish laborers for the general repair of the viae vicinales, or to keep in repair, at their own expense, a certain length of road passing through their respective properties.[5]

(NUOVA MINI PARTE) Siculo Flacco descrive le viae vicinales come strade "de publicis quae divertunt in agros et saepe ad alteras publicas perveniunt" (che deviano dalle strade pubbliche nei campi e spesso raggiungono altre strade pubbliche). Le autorità riparatrici in questo caso erano i magistri pagorum o magistrati del cantone. Loro potevano richiedere ai proprietari terrieri vicini o di fornire lavoratori per la manutenzione generale delle viae vicinales, o di mantenere in buone condizioni, a loro spese, un certa lunghezza di strada che passava attraverso le loro rispettive proprietà.[5]

Materiali e metodi

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(NUOVA MINI PARTE sotto "costruzione delle strade") Viae were distinguished not only according to their public or private character, but according to the materials employed and the methods followed in their construction. Ulpian divided them up in the following fashion:[5]

Le viae si distinguevano non solo a seconda del loro caraterre pubblico o privato, ma anche secondo i materiali utilizzati e i metodi seguiti nella loro costruzione. Ulpiano li divideva nei tre seguenti stili:[5]


  1. Via terrena: A plain road of leveled earth. These were mere tracks worn down by the feet of humans and animals, and possibly by wheeled carriages.[10]
  2. Via glareata:[11] An earthed road with a graveled surface.
  3. Via munita:[12] A regular built road, paved with rectangular blocks of the stone of the country, or with polygonal blocks of lava.
  1. Via terrena: una strada pianeggiante di terra livellata. Essi erano semplici percorsi consumati dai piedi di uomini e animali e possibilmente dalle carrozze a ruote.[10]
  2. Via glareata:[13] Una strada in terra battuta con una superficie di ghiaia.
  3. Via munita:[14] Una strada regolarmente costruita, pavimentata con blocchi rettangolari di pietra del paese o con blocchi poligonali di lava.


The Romans, though certainly inheriting some of the art of road construction from the Etruscans, borrowed the knowledge of construction of viae munitae from the Carthaginians according to Isidore of Sevilla.[5]

I romani, anche se certamente ereditando un po' dell'arte della costruzione delle strade dagli etruschi, secondo Isidoro di Siviglia[5], presero in prestito la conoscenza della costruzione della viae munitae dai cartaginesi.


Via glareata

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The Viae glareatae were earthed roads with a graveled surface or a gravel subsurface and paving on top. Livy speaks of the censors of his time as being the first to contract for paving the streets of Rome with flint stones, for laying gravel on the roads outside the city, and for forming raised footpaths at the sides.[15] In these roads, the surface was hardened with gravel, and although pavements were introduced shortly afterwards, the blocks were allowed to rest merely on a bed of small stones.[10][16] An example of this type is found on the Praenestine Way. Another example is found near the Via Latina.[16]

Le Viae glareatae erano strade in terra battuta con una superficie di ghiaia o con un sottosuolo in ghiaia e pavimentazione in cima. Livio parla dei censori del suo tempo come i primi a commissionare la pavimentazione delle strade di Roma con pietre di selce, a posare la ghiaia sulle strade fuori città e a creare i marciapiedi rialzati ai lati.[17]In queste strade, la superficie era indurita con ghiaia e anche se poco dopo sarebbero stati introdotti i marciapiedi, i blocchi erano lasciati riposare semplicemente su un letto di piccole pietre.[10][16] Un esempio di questo tipo di strada si trova lungo la Via Prenestina e vicino alla Via Latina.[16]

Via munita

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The best sources of information as regards the construction of a regulation via munita are:[5]

  1. The many existing remains of viae publicae. These are often sufficiently well preserved to show that the rules of construction were, as far as local material allowed, minutely adhered to in practice.
  2. The directions for making pavements given by Vitruvius. The pavement and the via munita were identical in construction, except as regards the top layer, or surface. This consisted, in the former case, of marble or mosaic, and, in the latter, of blocks of stone or lava.
  3. A passage in Statius describing the repairs of the Via Domitiana, a branch road of the Via Appia, leading to Neapolis.

Le migliori fonti di informazione per quanto riguarda la costruzione di una tipica via munita sono:[5]

  1. I numerosi resti esistenti di viae publicae. Questi sono spesso sufficientemente ben conservati per dimostrare che le regole di costruzione erano, per quanto consentito dal materiale locale, minuziosamente seguite nella pratica.
  2. Le indicazioni per la realizzazione dei marciapiedi fornite da Vitruvio. La pavimentazione e la via munita erano identiche nella costruzione, tranne per quanto riguarda lo strato superiore, o superficie. Questo consisteva, nel primo caso, di marmo o mosaico e, nel secondo, di blocchi di pietra o lava.
  3. Un passaggio in Stazio che descrive i lavori di riparazione della Via Domiziana, una diramazione della Via Appia, che porta a Napoli.

Principali strade romane

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Una strada in Histria (Sinoe) presumibilmente di origine romana (i blocchi rettangolari non sono una vera costruzione romana)[18]
 
Principali strade romane in Germania Inferiore
 
Strade romane lungo il Danubio
 
Strade romane in Spagna romana, o Iberia romana
 
Strada romana nel tessuto urbano di Tarso, provincia di Mersina in Turchia

Francia

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  • Camiño de Oro, ending in Ourense, capital of the Province of Ourense, passing near the village of Reboledo.
  • Sentiero d'Oro, che finisce a Ourense, capoluogo della provincia di Ourense, che passa vicino al villaggio Reboledo

Regno Unito

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Oriente

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Germania Inferiore (Germania, Belgio, Paesi Bassi)

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Austria/Serbia/Bulgaria/Turchia

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Romania

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Romania / Bulgaria

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Strade trans-alpine

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These roads connected modern Italy and Germany

Queste strade collegavano l'Italia e Germanie moderne


Strade Transpireneiche

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Connecting Hispania and Gallia:

Che collegano la Spagna romana alla Gallia:

  1. ^ a b Bailey, L. H., and Wilhelm Miller. Cyclopedia of American Horticulture, Comprising Suggestions for Cultivation of Horticultural Plants, Descriptions of the Species of Fruits, Vegetables, Flowers, and Ornamental Plants Sold in the United States and Canada, Together with Geographical and Biographical Sketches. New York [etc.]: The Macmillan Co, 1900. Page 320.
  2. ^ a b Corbishley, Mike: "The Roman World", page 50. Warwick Press, 1986.
  3. ^ Ray Laurence, The roads of Roman Italy: mobility and cultural change, Routedge, 1999, 58–59, ISBN 978-0-415-16616-4.
  4. ^ Ray Laurence, The roads of Roman Italy: mobility and cultural change, Routedge, 1999, 58–59, ISBN 978-0-415-16616-4.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av Smith (1890).
  6. ^ The ten men who judge lawsuits.
  7. ^ Subordinate officers under the aediles, whose duty it was to look after those streets of Rome which were outside the city walls.
  8. ^ I dieci uomini che giudicavano durante i processi.
  9. ^ Ufficiali subalterni sotto gli aediles, i cui doveri erano di occuparsi di quelle strade di Roma che erano al di fuori dei muri della città
  10. ^ a b c d Great Britain, and Royal Engineers' Institute (Great Britain). Professional Papers of the Corps of Royal Engineers: Royal Engineer Institute, Occasional Papers. Chatham: Royal Engineer Institute, 1877. Page 57–92.
  11. ^ also, glarea strata
  12. ^ also lapide quadrato strata or sílice strata
  13. ^ chiamata anche, glarea strata
  14. ^ chiamata anche lapide quadrato strata o sílice strata
  15. ^ Graham, Alexander. Roman Africa; An Outline of the History of the Roman Occupation of North Africa, Based Chiefly Upon Inscriptions and Monumental Remains in That Country. London: Longmans, Green, and co, 1902. Page 66.
  16. ^ a b c d Ancient Roman Street re-emerges close to Colleferro. thinkarchaeology.net. October 10, 2007.
  17. ^ Graham, Alexander. Roman Africa; An Outline of the History of the Roman Occupation of North Africa, Based Chiefly Upon Inscriptions and Monumental Remains in That Country. London: Longmans, Green, and co, 1902. Page 66.
  18. ^ The Archaeological Site of Histria, archweb.cimec.ro.